“Contro
i pensieri che, trascurando la fatica del digiuno cercano di coltivare la terra
spirituale: Issacar aspirava al bello,
accompagnandosi in mezzo agli appezzamenti; e vedendo che era buono il suo
luogo di sosta e fertile la sua terra,piegò le sue spalle al lavoro penoso e
divenne un bracciante (Gen 49, 14-15).
Ascoltiamo la voce del deserto: Il
principio del frutto è il fiore e principio della vita pratica la temperanza,
colui che domina il ventre, fa diminuire le passioni, ma colui che si lascia
vincere dai cibi, aumenta i piaceri, “L’aver
eliminato l’ingordigia ha generato la contemplazione pratica”.
Il desiderio di cibo ha desiderato la disobbedienza, e il dolce gustare
ha scacciato il paradiso, (Evagrio Pontico).
Cerchiamo di tradurlo ai nostri giorni : La
gola come vizio è voracità, “follia del
ventre” secondo il temine greco, chi lo possiede ha sempre la bocca aperta
in attesa che viene riempita, il suo stomaco e come un tritacarne, come gli
antichi romani mangiavano senza sazietà e peccavano di lussuria e fornicazione.
La gola si basa su un desiderio
smisurato e perciò si può porre un rimedio orientando questo desiderio verso il
vero bene.
La prima medicina per combattere il vizio
della gola: “è l’ascesi” cioè un
allenamento graduale a sapersi astenersi dal mangiare molto, il saper mettere
un limite i “no” che fanno bene. La pratica del digiuno moderato non indica
un disprezzo del cibo, né va intesa solo come una penitenza per acquistare
meriti, ma va unità alla pratica della carità. Si dice che l’uomo spirituale si vede anche da come si
alimenta, da come gestisce il cibo, questo non vuol dire che non mangia o che
fa pratiche particolari, ma sa equilibrarsi, non si fa dominare da essi, sa
porsi un limite. Si dice che la tavola fa allegria, rende famiglia, e luogo di
dialogo e di fraternità, ma questo non dice di abusare nel cibo e nelle
bevande, cosa produce l’eccesivo mangiare,
il senso di pesantezza, un po’ di nervosismo, mal pensieri, voglia di dormire,
oltre al mal fisico, nessuno ci dice di
non mangiare quello o quell’altro, perché tutto e dono gratuito del
Signore, ma saperlo usarlo con
equilibrio e saggezza, e un modo anche per rendere grazie al Signore, ed in
senso di sobrietà per chi non lo ha, si dice che il “mangiar bene e sano e segno di salute e grazie con se stesso e con gli
altri”, il mangiar troppo segno di mal umore e disarmonia con se stesso, il
cibo non deve essere un punto di sfogo per le rabbie o altro, per questo ci sono
altri rimedi, il dialogo, la preghiera, un padre spirituale, o altri svaghi, se
si cade nell’ingordigia per mancanza di affetto o per fughe difficilmente
riuscirà a uscirle fuori se non con un cammino di fede guidato spiritualmente e
psicologicamente.
Concludiamo con i Padri: Contro
l’anima che è imprigionata dall’ingordigia e crede di percorrere la via della
vita soddisfacendo il corpo e inseguendo i piaceri : Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita e pochi sono
quelli che la trovano (Mt 7,14).
Preghiera.
Mangiare
è il più primordiale dei bisogni. E anche tu Gesù, ti sei adeguato a questa
necessità, insegnaci, perciò, a sederci a tavola con tutti e soprattutto in
famiglia, ma con uno stile da “credenti” . Trasforma le nostre mense più
opulenti in un momento di incontro e di dialogo tra persone diverse che
desiderano riempire il cuore più che il piatto. Liberaci dalla fretta nevrotica
delle nostre tavole, dove il cibo e consumato senza calore e senza poesia,
trasformandoci in essere affamati, ciechi e sordi.
Un Video molto bello che racchiude tutto il significato dalla storia, all'umanità, alla spiritualità, alla scienza seguite questo canale e trovate tutti sette Vizi.
Questa e la superbia
Il Signore ti dia pace e gioia!
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