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martedì 28 novembre 2017

TEMPO DI NOVITà , TEMPO DI AVVENTO


INIZIA IL TEMPO DELLA DOLCEZZA DEL NATALE.
      Abbiamo appena chiuso l’anno liturgico e stiamo per entrare nel tempo dell’ Avvento. 
   Il tempo d’avvento è un tempo particolare per noi cristiani, e un tempo di grazia, di conversione, un tempo in cui possiamo rinnovarci, è l’incarnazione delle nuove speranze dell’umanità. 
    L’avvento e il capodanno per la chiesa e per chi vive il tempo da essa proposto.
   L’avvento è anche il tempo dedicato a Maria, il tempo dell’attesa, il compimento delle scritture.
                            Ma vediamo meglio in che consiste questo tempo di venuta.
¯ Che significa per noi preparare la venuta di Gesù che la chiesa celebra da tanti secoli?
  Gesù già è venuto. Dio si è fatto uomo, e con la sua venuta ha trasformato la nostra storia e la nostra vita. Tutto questo accade duemila anni fa, in un preciso luogo, in paese concreto, quello di Nazareth.
    Quel bambino diventò persona adulta, e percorse la sua Galilea aprendo vie nuove e inaspettate. Annunciò che l’amore di Dio stava diventando realtà piena per tutti quelli che desideravano viverlo, e per viverlo bastava cambiare il cuore, essere disposti ad amare, difendere i deboli.
    Rivivere la venuta storica di Gesù oggi, non vogliamo simulare come Gesù dovesse ancora venire, perché noi già siamo suoi seguaci, già abbiamo ricevuto il suo Spirito, con la sua morte e risurrezione.
Ma allora cosa significa preparare la sua venuta?
Vuol dire tante cose.
      Nel tempo di Avvento ci prepariamo a celebrare, più intensamente un fatto decisivo: Dio si è fatto uomo, Dio è venuto a vivere la nostra stessa vita, Dio è entrato nella nostra storia per aprici un nuovo cammino capace di liberarci dal male e dal peccato.
    Per cercare di celebrare questo fatto decisivo, dobbiamo risvegliare in noi un atteggiamento di attesa, di desiderio della venuta del Signore. 
   Il tempo di Avvento, è anche, in una maniera speciale, un grande invito a metterci ai piedi di Maria. 
   In queste settimane, Maria è veramente per noi il grande modello su come prepararsi a questa venuta.
   Maria è colei che si sente povera e fragile e si mette in atteggiamento di profonda attesa, per la nascita del figlio che sarà per noi la via di salvezza. Ella è la prima che sente il bisogno dell’azione salvifica di Dio.
   Ella desidera più di ogni altro, che i poveri rialzino la testa, cosi in modo da essere sollevati dal dolore e dalla male che lo attanaglia.
   Ma, nello stesso tempo, Maria è disposta a collaborare con il piano salvifico di Dio per la nostra salvezza, ed essere la madre del Messia che verrà. Ella aprirà tutto il suo cuore per far operare tutta la grazia di Dio.
   Il tempo di Avvento, invitandoci a vivere la venuta del Signore, ci costringe a porre con attenzione a questo aspetto chiave del nostro essere cristiani: Dio viene costantemente nelle nostre vite. 




Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 15 novembre 2017

LA SFIDE DEL VANGELO.


VIVERE IL VANGELO CON LE PROPRIE FRAGILITA'.


Ci siamo mai chiesti se veramente il Vangelo si può attuare ai nostri giorni?
Vivere il Vangelo è possibile e non impossibile, non mancheranno le difficoltà e tribolazioni ma è possibile, ma bisogna crederci veramente, ed avere una grande fiducia anche nella sfiducia e nello scoraggiamento, la paura più grande che ci ostacola sono i progetti personali, le ambizioni che ci allontanano dal vero bene, le sicurezze che ci rendono fermi sulle nostre idee, le chiusure, e quello che più ci è difficile è essere liberi, il non attaccarsi, non appropriarsi, avere una mente libera di amare e operare, un saper seguire veramente Cristo in qualsiasi posto e situazione, questo ci rende una gioia tale, un entusiasmo non spiegabile che ci fa superare le difficoltà e ci fa vivere bene e anche con un pizzico di ironia, da persone mature e libere, ci dispiace per le cose materiali nonostante amiamo quelle spirituali, quanti sacrifici e sforzi per costruirli e realizzati, quando dolori distaccarsi, specie se con amarezza, ma se camminiamo nello Spirito tutto ci viene in positivo, e ringraziamo il buon Dio per averci fatto fare esperienza, una esperienza che ci segna nel maturare nella fede e perseverare nel cammino spirituale, una esperienza che ci fa capire quando amiamo il Signore e a che posto lo mettiamo, chi vogliamo seguire realmente, una esperienza che ci fa capace di capire se siamo pronti a lasciare tutto per seguirlo non nella logica umana di accomodamenti ma nella logica di Dio con sacrifici amorosi di servirlo nel silenzio, saper pazientare, leggere i tempi e le situazioni, ed ecco le esperienze forti che fanno ci maturare e comprendere la tua sequela a Cristo il non avere un posto sicuro e caldo ma come pellegrini e cercatori di tesori esemplari, l'uomo spirituale è in continua ricerca non dei luoghi materiali belli che siano e comodi da starci ma sempre in continuo movimento, ci piace riempirci di parole e di illuminarie opere e bene che operiamo, ma il vivere ci spaventa, perchè ci scomoda troppo, ci richiede sacrifici e distacchi, nuove avventure e nuove sfide, ma chi sa camminare nella luce del Signore con cuore puro e umile non ha di questi problemi, è fortificato dalla preghiera e dalla sequela di un obbiettivo, perchè sa amare e sa distaccarsi da ogni cosa e persona, amando solo quello che ha scelto di vivere e testimoniare.

 Mi auguro che queste piccole storie di vita possono aiutare a tanti a dare un pò di speranza, di conforto, di coraggio e fermezza a seguire scelte e ideali e a non fermarsi al primo ostacolo, se si fossilizza si muore, non si è vivi, si ci scuote ma non si ci rinnova, ringraziamo il Signore che ispirò san Francesco che della sua vita a fatto una continua itineranza evangelica, pregate per noi che possiamo seguire questi santi ideali e non fossilizzarci nel non caldo posticino predicando la povertà e la carità, ma pratichiamola anche per fare esperienza in prima persona cosi come ci insegnano i santi che prima di evangelizzare si evangelizzalo per testimoniare il vero, il bello, e la trasparenza e la bontà del Signore.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 1 novembre 2017

POSSIAMO ESSERE SANTI ANCHE NOI OGGI?

POSSIAMO ESSERE SANTI ANCHE NOI?
         In questi giorni la Chiesa è in gran festa, come dire in paradiso c'è tanta gioia per tutti sono in festa, se pensiamo cosi già si crea in noi tanta gioia, personalmente mi commuovo quando penso queste cose è chissà se anch'io posso avere questa gioia di esultare con loro tutto dipende dal mio cammino di conversione.
         Ma chi sono questi Santi, parola che ci sembra cosi lontani o intoccabili o che vivono in maniera super, invece no! Queste persone, questi fratelli, sono state persone come noi, anche loro hanno avuto le loro difficoltà, i loro limiti e le loro passioni, hanno vissuto una vita come tutti noi, forse più povera, più misera, con tante difficoltà, non erano ne supereroi o superdotati, erano persone come me, come te, come tutti noi, con un grande desiderio di seguire il Signore, di essere alla ricerca del Bene, del Giusto, della verità, della Vita eterna, ed ecco che hanno incontrato Gesù che gli ha cambiato il cuore, il modo di vedere, di amare, di parlare, di servire, si sono affidati completamente alla misericordia di Dio, al suo progetto d'amore, hanno ascoltato e fatto loro la parola che proviene da Dio, la Sua Parola, ed ecco la trasformazione del cuore, si sono fatti affascinare da questo, il loro amore si e allargato, la gratuità del servizio è stato il loro stile di vita, in ogni epoca, in ogni tempo, ogni storia hanno dato significatività alla chiesa, all'uomo, è alla società, la loro diversità di seguire il Signore, di servire il Vangelo, se non fosse stato cosi sarebbero tutto dei robot di fabbricazioni, invece ognuno di loro con il loro stile, il loro carattere, il il loro modo di combattere e difendere la Chiesa hanno creato un forte esercito, a noi a volte ci fa paura la difficoltà la verità, ci difendiamo, creiamo scudi, ci chiudiamo nel nostro orticello fiorito, abbiamo paura di guardare l'orizzonte, paura di cambiare, paura del nuovo, cosa ci attende, c'è la faremo, sono domande giuste, ma che a volta mancano di fede, di speranza, di fiducia, il Vangelo di oggi sulle beatitudini è un invito alla speranza, alla fiducia, a guardare avanti e proiettarsi nel fare in bene  senza pensare che ne sarà dei miei sforzi, chi mi asciugherà le lacrime, dov'è il bene che ho fatto, a cosa e servito, sono osservazioni giuste ma che non sono riposte in Dio, perciò non ci dobbiamo scoraggiare, se possiamo fare del bene nel nome del Signore, per un bene più grande facciamolo senza pensarci, lo sappiamo che amare è perdere, ma un perdere per guadagnare, la felicità, la si guadagna donando ciò che possiamo fare di bene per l'altro senza chiedere nulla in cambio, certo se fossimo convinti che la santità e per tutti , per me, per te per noi, tutti faremo salti di gioia e vivremo in pace e letizia, nella carità e nella bontà, i santi hanno creduto in tutto ciò, hanno operato opere grandiose non perché erano maestri ma perché hanno creduto e si sono fidati di Dio che ha operato in loro e hanno compiuto magnifiche opere, è Dio li ha innalzato come santi per incoraggiare anche noi ad esserlo cosi come siamo nati, allora buon cammino di santità, buon cammino di conversione di prosperità. Pax et Bonum    

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 25 ottobre 2017

LA FORA DELLA PERSEVERANZA.


IL CORAGGIO DELLA PERSEVERANZA 
      In questi giorni i Vangeli ci parlano di stare attenti, di vegliare, di custodire, di speranza, si potrebbe racchiudere tutto ciò nella perseveranza, chi persevererà fino alla fine sarò beato nel regno dei cieli.
     Il vegliare richiama il tempo di Avvento che tra un mese vivremo, cosa dobbiamo vigilare, c'è lo dice anche san paolo, morire al peccato per vivere da Risorti, i comportamenti sono importanti nella vita, l'attenzione all'altro, il servizio vicendevole, chi persevererà fino alla fine avrà il premio eterno, non è facile perseverare di fronte a difficoltà, tribolazione, sicurezze che non arrivano, San Francesco con tutte le sofferenze non quelle fisiche ma morali, quanti rifiuti, quante umiliazioni, quante sconfitte, eppure ha sempre perseverato, ha sempre creduto, ha sempre lottato per un mondo migliore, a dato sempre un'ottima testimonianza, di coerenza evangelica un altro grande argomento, non è facile perseverare ma non è neanchè impossibile, e un rinunziare un pò a se stesso e mettere dinanzi a se il Signore, avere il coraggio di affrontare tutto nel suo nome e credere fino alla fine, eè più facile scoraggiarsi di fronte alle sofferenze, alle malattie, alle cattiverie che saperle superale, perchè richiede sforzi e sacrifici, ma ciò non ci deve abbattere crediamo in quello che professiamo con tutte le nostre forze senza mai perdere la speranza anche quando sembra persa ed è lì che si rafforza e ci fortifica, ma per questo ci vuole tanta forza, tanta preghiera, una fede robusta, matura e confidente, chiediamo al Signore che ci dono il suo Spirito per affrontare ogni avversità nella speranza fiduciosa di perseverare fino alla fino con la nostra vita in Lui.  





Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 18 ottobre 2017

CERCARE DIO QUANDO NON LO SENTO.


DOV'E' DIO?
Questa riflessione che presentiamo oggi potrebbe essere anche una testimonianza di fede o esperienza vocazionale, che potrebbe accendere una luce interiore o ancora di più dare consolazione a chi è già in cammino nella ricerca del Signore che a volte potrebbe sembrare assente ma invece e più vicino di quando possa immaginare, saper essere certi della presenza del Signore che ci ama follemente anche se lo sentiamo lontano è l'esperienza più forte che possiamo vivere con Lui.
Come hanno fatto i santi ad amare cosi profondamente Dio da non lasciarlo più, anzi ad avere una esigenza di amarlo, cioè non fare altro che amarlo, in ogni momento e in ogni situazione e in tutto, ma proprio tutto, nelle gioie e nelle sofferenze, eppure tutti sono passati attraverso momenti di buio, di silenzio, di solitudine e di abbandono, dove la loro unica speranza sembrava persa o illusoria, infatti in un certo modo Dio fa cosi, all’inizio ti senti cosi affascinato, cosi innamorato, che quasi ti scoppia il cuore, non desideri altro che quello, lo stare con Gesù, il vivere e morire con Lui, non guardi neanche alle difficoltà, alle rinunzie, perché ormai sei invaso da questa terribile scossa “d’amore”, ed e proprio l’amore di Dio in te stesso, che ti ha fulminato, che sembra che devi vivere solo per lui, nei fratelli, specialmente nei più poveri, a chi soffre, per sperimentare la misericordia, l’amore, il prendersi cura, che quasi ti invita a sposarti con lui, ma dopo per chi si dona con tutto se stesso, sembra che tutto stia scomparendo, quell’amore iniziale stia perdendo colpi, sembrano che tutte le sofferenze e i crolli vengono su di te, e invece bisogna convincersi che ormai Dio ha invaso il tuo cuore, vive in te in una armonia meravigliosa, anche se tutto questo non si sente, ma ormai tu sei di Cristo sei sposato con lui, hai dato la tua vita a lui e sei sua proprietà, è Lui ti ha sposato sulla via della croce, morendo per te, cosi come tu vuoi morire per lui, ma più ti avvicini a lui più sembra che il mondo ti odia, più ti riconosci un niente più l’amore di Dio ti penetra, più ti senti povero, più ti senti ricco della sua grazia, più ti senti un peccatore più senti che sei il figlio prodigo che il padre ti accoglie teneramente in Lui, ma vediamo più in profondità perché i santi sono folli di amore per Dio.    

VI CONSIGLIO DI VEDERE QUESTA SERIE DI VIDEO PREPARATI QUALCHE ANNO A DIETRO SULLA VITA SPIRITUALE. 



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 11 ottobre 2017

IL VANGELO VIVO.


IL VANGELO PAROLA SEMPRE VIVA.

        Dopo lungo tempo riprendiamo il nostro appuntamento con il blog del mercoledì, tra trasferimenti e varie mi si sono complicate le cose,ma l'importante e ripartire.
            In questi giorni stiamo ascoltando dei vangeli bellissimi e ricchi di amore da Dio verso di noi, ricordiamoci che è sempre Dio che fa il primo passo e si abbassa verso di noi per il suo grane amore che per noi. 
         Abbiamo ascoltato il brano di Marta e Maria che si è scelta la parte migliore, mettere la Parola di Dio sempre al primo posto come stile di vita e fondamento per la  vita quotidiana, la centralità deve orientarsi tutta su di Lui ogni nostra azione e opera deve ritornare a Lui come dono ricevuto e fatto fruttificare, questo non deve significare che le altre faccende non interessano ma devono corrisponde a privilegiare un bene maggiore che ci può dare speranza, forza e consolazione, nella serenità e nella pace per affrontare ogni momento della vita, dare un breve spazio per dar forza alle nostre attività è un buon modo non sentirci abbattuti. 
       Poi abbiamo ascoltato il Vangelo, del buon samaritano, che ci indica quando c'è un'amore gratuito e incondizionato, libero da ideologie, ceti, ragioni come si ci fa prossimi verso l'altro, il primo lebbroso da guarire siamo noi stessi, spesso non ci facciamo prossimi di noi stessi mentre siamo pronti per l'altro senza curare noi stessi a volte perchè ci ferisce entrare nel nostro lebbroso allora cerchiamo di evadere. 
         Poi abbiamo ascoltato il campo di grano donatosi per far fruttificare, invece come ci facciamo travolgere dalle nostre passioni ed interessi egoistici, e quando sia grande l'amore del padre che nonostante tutto non si stanca mai di venirci incontro ed amarci.
        Ed oggi abbiamo ascoltato come i discepoli chiedono come pregare, ci sono tanti modi di pregare, di dire tante parole, tanti atteggiamenti e devozioni, ma spesso ci dimentichiamo l'essenzialità della preghiera ma ci fermiamo alla formula e non al contenuto, allora anche noi come i discepoli dovremmo dire più speso Signore insegnaci a pregare come a te piace per pregare il Padre nella essenzialità e concretezza senza disperderci troppo, poi leggeremo domani come chiedere con insistenza ma con umiltà e sincerità d'animo e avere certezza che il padre ci ascolterà.
      Allora dopo questi brevi pensieri, affidiamoci alla misericordia di Dio e chiediamo la conversione del cuore, per intercessione di san Francesco e di santa Chiara, e che ci benedica la vergine maria donna dell'ascolto. Amen.



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 26 luglio 2017

PENSIERI EUCARISTICI



Pensieri davanti a Gesù Eucaristico
by fr. Luciano 

Gesù sorgente di amore,
siamo qui d’innanzi a Te ancora una volta, non possiamo stare senza il tuo sostegno, senza il tuo conforto, senza la tua presenza di fratello e di amico. 
In questo incontro tra Te e noi, vogliamo parlare al Tuo cuore e al dolcissimo e tenero cuore di Maria Tua e nostra Madre, che vogliamo amare consacrandoci a Lei e al suo cuore Immacolato.
Gesù confidiamo in te! 
Gesù fonte di vita, fiamma d’amore, luce che squarcia le tenebre, riempici di Te, colmaci di Te, noi ti crediamo vivo e vero in questo pezzo di pane, fuoco ardente, saziaci con il tuo amore, manda il tuo Santo Spirito a guarire le nostre ferite, sana le nostre debolezze con la forza del tuo amore, trasformaci, plasmaci col il balsamo del tuo amore.






Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 12 luglio 2017

IL BISOGNO DI ESSERE GUARITI DA GESU'.


L'ESIGENZA DI ESSERE GUARITI DA GESU'!

           Il brano evangelico che oggi vorrei riflettere con voi e a me molto caro, anche perché è stato il brano che ho voluto scegliere nel 2007 mentre emettevo la professione dei consigli evangelici, si tratta di Mt 9,913, 
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: 
Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
        Vorrei soffermarmi solo su due affermazioni, la cosiddetta chiamata di Matteo, e della chiamata e guarigione dei peccatori e dei malati. 
       Chi di noi non ha bisogno di Gesù medico delle anime cosi turbata e tribolate? O chi non sente il bisogno di essere salvato e di volersi convertire? Poi ci sono i "sani" e i "giusti" che sono felici di star cosi!
        Chi sono i malati, sicuramente non quelli che hanno problemi di mal testa, è vero che Gesù faceva tante guarigioni fisiche, ma qui vogliamo intendere malati per lo spirito, cioè ognuno di noi durante l'esame di coscienza si sente bisognoso della misericordia di Dio per le proprie fragilità, deve sentire il desiderio di sanarle, e la medicina più efficace sono i sacramenti, sentire tanta speranza nelle parole di Gesù che ci vuole guarire ci dà tanto sollievo. I "sani" sono quelli che non hanno bisogno di cure, non hanno bisogno della grazia del Signore, ma solo nei momenti di bisogno, noi sappiamo che Gesù non è un distributore che lo usiamo quando ci occorre, ma ogni giorno abbiamo bisogno del esigenza  di Gesù che ci cura nonostante le nostre ripetute cadute, e questi sono gli umili, i piccoli, i poveri, che cercano nel Cristo una consolazione, una speranza, una grazia e attendono la vita eterna.
        Gesù chiama i peccatori e non i giusti, se guardiamo la vita di tanti santi, vediamo quale grande opera compie il Signore, il peccatore e colui che sa di essere lontano dal Signore e cerca il ritorno a Lui, prendere coscienza del proprio peccato e si sente piccolo dinanzi al Signore e chiede con cuore umile di vuole riallacciare il dialogo come figlio che si è allontanato, combatte con se stesso, ma deve essere un bisogno che parte da dentro, una esigenza di ritrovare quella dignità, per camminare nella luce. Ma Gesù e venuti anche per i giusti che si presumono perfetti dinanzi a Dio, che fanno il loro dovere e non hanno peccati, perché il loro essere apposto non li fa vedere il marcio che hanno dentro perché devono difendersi, invece il povero, l'umile, il peccatore non fa queste cose perché si presenti cosi com'è dinanzi al Signore. (Il pubblicano e il fariseo)   
     Un ultimo sguardo lo diamo alla chiamate, Matteo rispose prontamente alla domanda di Gesù senza dire, perché, dove, quando, il coraggio di lasciare tutto, specie la vita che faceva da esattore, quelle parole di Gesù lo colpirono cosi profondamente che subito si alzo è lo segui.
   Noi quante volte ci pensiamo prima di seguirlo? e quanti progetti ci facciamo prima? O vediamo prima se ci conviene o se possiamo fare dei compromessi? 
Siamo pronti a seguirlo senza fare progetti? 

Il Signore ti dia pace e gioia!

martedì 4 luglio 2017

LA PREGHIERA DURANTE L'ESTATE?

LA PREGHIERA VA IN VACANZA O MANDIAMO IN VACANZA?

         Nel periodo estivo, come si vuol dire e il periodo più atteso, le tante attese vacanze, piccole o grandi che siano, anche stare in casa potrebbe essere una vacanza, si è più rilassati, più liberi, questo non vuol dire che non ci sono le difficoltà oppure vanno in vacanza, ma si ha quel clima di relax anche perchè fa caldo e non si vuole muoversi tanto, il caldo abbatte. 
      Ma una domanda che sempre mi chiedo in questo periodo, che cerco di combattere o di fare comprendere; come durante l'anno e specialmente nei periodi forti come la quaresima, l'avvento, poi le varie novene, tridui e tanto altro, durante l'estate tutto questo viene un pò "deposto" se si può dire cosi, eppure fateci caso che tra questi mesi estivi ci sono delle ricorrenze, feste e solennità religiose di santi che hanno fatto storia, hanno dato una impronta importante per la chiesa, hanno lasciato dei testi di un certo valore teologico, spirituale, ascetico, eppure sembra che tutto ciò passi in maniera inosservata, questo per quando riguarda i santi e celebrazioni varie, ma per quanto riguarda il nostro rapporto con la preghiera, ovviamente non quelle quotidiane di sana dottrina, ma quella personale, il confronto con Dio, di regola dovremo avere più tempo per gustarla perchè siamo a riposo dallo stress quotidiano, eppure a volte la mettiamo a parte, oppure "la faccio dopo", oppure "per oggi cosi è andata", invece durante l'anno sono capace di non far passare neanche un'attimo senza, quasi ad essere una cosa meccanica, direi da un eccesso all'altro, magari il caffè non rinunzio mai! Ma alla preghiera che sarà mai? "La faccio sempre". 
Quindi quanta importanza do alla preghiera, all'incontro con il Signore, o lo cerco solo abitudine o quando occorre, o per far bella figuro o buon esempio, non dico di stare ore e ore a pregare ma qualche minuto lo dedico, il Signore non si dimentica di noi oppure ci pensa quando ha tempo, Lui ci ama sempre minuto dopo minuto è sempre, dovunque anche quando pecchiamo, quindi anche se siamo beatamente in vacanza e vogliamo essere rilassati, nel senso che non voglio avere precisi orari come coroncine e varie ma almeno quel poco di tempo per una lettura tra tanti "romanzi" qualche pagina della Bibbia o qualche biografia di santi posso introdurla, come le chiese nel periodo estivo si svuotano, ma neanche si riempiono quelle nelle zone di vacanza, ovviamente c'è sempre l'eccezioni, quindi potrebbe essere una buona e sana iniziativa che anche durante questo periodo c'è un continuo nella preghiera, tra un tuffo e l'altro, una uscita e l'altra, una escursione e l'altra, e concludo augurandovi una buona estate  è un buon riposo, il blog non va in vacanza ma continua il suo cammino anche se con piccole interruzioni.  

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 21 giugno 2017

VIVERE IL VANGELO, PERCHE' CI SEMBRA DIFFICILE?

LA PAROLA DI DIO CI TRACCIA UNO STILE DI VITA

         Per chi a seguito le letture evangeliche di questi giorni la Parola di Dio ci indica uno stile di vita, una forma per vivere coerente la proposta del vangelo, troviamo delle piccole regole, se possiamo dirle così, dei piccoli segreti per la gioia interiore, dei consigli saggi per vivere sereni e donarsi agli altri nella libertà, non ci obbliga ma ci fa capire quanta grazia e benedizioni troviamo in esse, Francesco di Assisi non ha fatto anche lui in questo modo? Ha desiderato vivere il Vangelo passo dopo passo, ha sperimentato tutta la forza che contiene la Parola di Dio, a volte semplice, a volte dolorosa, ed veramente lo ha testimoniato fino alla fine incarnandola. Vediamo allora qualche passo e mettiamola insieme come un'unico stile o forma di vita senza forzarla: 
    "Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; Mt 5,20-26
    Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Mt 5, 27-32
    Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».     
 Mt 5, 33-37
   Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Mt 5,38-42
     Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Mt 5,43-48
     «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Mt 6,1ss
     «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro …Mt 6, 7ss
     Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Mt 11,25ss.
 Vedete senza aggiungere commenti parla da se la Parola di Dio, qui si potrebbero fare lunghe riflessioni, esigesi, e meditazioni, ma non è il luogo adatto questo, e non avrei neanche capacità di farlo. Ma ritorniamo a noi, perchè si fa tanta fatica a volte a metterla in pratica e viverla? Non e facile rispondere lo sappiamo, ma non è neanche difficile confidare in Lei, forse perchè vogliamo sempre la nostra parte, eppure i piani del Signore non sono i nostri, eppure questo sappiamo, ed anche qui vorremo la nostra parte, concludo dicendo ho si segue il Signore totalmente anche se non lo capiamo al momento oppure no, essere mediocri, un pò di qua un pò di là, non è da buon seguace.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 14 giugno 2017

CORPUS DOMINI

IL DONO DELL'EUCARESTIA 
        
       Domenica celebreremo la Solennità del "Corpus Domini", ogni volta che ci accostiamo al Corpo del Signore sotto forme di pane eucaristico ci uniamo al Signore e gli diamo ospitalità nel nostro corpo e nel nostro spirito, non importa che sia fragile ma è importante che è impegnato ad un cammino di conversione giorno per giorno. E' importante mantenerci lontani da ogni peccato, e soprattutto dall'impurità, corriamo al sacramento della riconciliazione con cuore umile e penitente, perchè con il peccato offendiamo il nostro corpo, offendiamo Gesù Cristo Stesso, che con la Sua Passione ha sofferto per rimodellarlo a sua immagine.
     Davanti all'Eucarestia siamo tutti povera gente bisognosa, mendicanti di un cibo che finalmente nutra la nostra fame di amore, di speranza e di consolazione. Allora si compie ogni volta un miracolo: la presenza reale di Gesù ci trasfigura, ci cambia nel profondo. Quando usciamo dalla Santa Messa siamo diversi da quando siamo entrati, almeno cosi dovrebbe essere, entriamo mendicanti ed usciamo annunciatori. Siamo migliori quando usciamo, ma non per nostro merito, ma perché Gesù ci ha resi migliori, più umani, più cristiani. Gesù ci ha riconciliati a se in un unico pane spezzato per tutti noi. Senza disprezzare l’individualità e le ricchezze di ognuno, ci ama tutti di un unico e gratuito amore, ci ha reso solidali nel dolore, vicini nella debolezza e nella fragilità, ricchi della sua presenza per arricchire molti, specie chi e lontano o che non riesce ad amarlo anche volendolo amare, gioiosi pur in mezzo alle difficoltà, grati per avere ricevuto molto.
    L'Eucaristia è il memoriale del dono che Gesù Cristo fa della sua vita per il mondo. E’ il prolungamento sacramentale della incarnazione e della presenza viva e reale del Risorto. Nel momento in cui rendiamo omaggio al Santissimo Sacramento è doveroso restituire alla memoria la pienezza dei sentimenti e dei significati che riguardano il mistero eucaristico. Nella sua celebrazione noi annunciamo la morte di Cristo, proclamiamo la sua risurrezione ed esprimiamo la nostra volontà di vivere in attesa della sua venuta nella gloria. La festa del Corpus Domini ci invita altresì a comprendere la relazione tra l'Eucaristia e la Chiesa.
     San Francesco ci dice che Egli ogni giorno si umilia abbassandosi su quegli altari per divenire attraverso quel pane e quel vino il suo Corpo e il suo Sangue per continuare a vivere per sempre nella nostra fragile e peccaminosa vita, cercando di convertire l'uomo carnale in uomo spirituale, quel Corpo che prendiamo nel nostro corpo deve essere pegno di vita eterna.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 31 maggio 2017

IL FASCINO DELLA ITINERANZA.


LA BELLEZZA DELLA ITINERANZA EVANGELICA 
          Uno dei temi che san Francesco gli stava a cuore, infatti lo troviamo anche nelle Regola bollata al VI capitolo, è proprio la itineranza come pellegrini e forestieri, andate nel mondo e proclamate il nome del Signore, proprio come sull'esempio di Gesù ai suoi discepoli che li mando a due a due a proclamare la sua Parola.
       Perchè Francesco sentiva forte questo desiderio di andare per il mondo per annunziare il Vangelo alle genti? 
      Oggi è cambiato un pò la modalità, prima si parte dall'interno e poi si va verso l'esterno, Francesco chiede con forza e con carità di Dio a non attaccarsi a nessun tipo di cose o di affetti per essere liberi di annunziare il Regno di Dio, questo richiamo anche un pò il senso della povertà non portate niente con voi se non il Cristo crocifisso, fa sempre paura quando si va in terre straniere, in ambienti nuovi e non fioriti dalla grazia del Signore, siamo chiamati ogni giorno a scoprire il Vangelo a testimoniarlo in ogni luogo, anche se ci fa paura a farlo. Nella mia piccola esperienza di itineranza fatta alcuni anni fa, ho sperimentato veramente la grazia del Signore, tra paura, difficoltà, rifiuti ma anche accoglienza, misericordia e letizia, in sintesi questa è stata la mia esperienza insieme ad altri giovani frati, non portando veramente niente se non la bibbia e le fonti francescane, ci si sperimenta una forza misteriosa che ti incoraggia ma nello stesso tempo di scoraggia, ma ciò ti aiuta ad affidarti completamente a Lui perchè non hai altro riparo se non Lui specialmente in posti a te sconosciuti, immergerti nella preghiera profonda, li dove ci sono contese, incomprensioni, rivalità ..., Francesco insiste tanto su questo argomento specie con i suoi frati a non attaccarsi ai ruoli o incarichi, luoghi o persone, ma con tutto ciò non bisogna abbandonarli, ed e molto difficile tutto ciò quando si vede quando ha potuto costruire di bene intorno a sè, ma l'uomo spirituale queste cose le conosce molto bene e sa che è una dura lotta da combattere e distaccarsi da esse, questo distacco costringe a riandare al vero motivo di una scelta di vita tanto impegnativa e bella che non può essere altri se non GESU' Solo e GESU' Crocifisso; tutto il resto viene dopo e come conseguenza e dunque non è assolutamente necessario o indispensabile! Nonostante ci siano grandi affetti, grande stima e relazioni profonde e sincere, però che in un certo modo ci tengono un pò bloccati, fermi, ed è qui ci manca un pò di quella libertà che aveva Francesco che cambiava luogo e gente, nonostante i tanti rifiuti ricevuti, proprio come Gesù, quante volte e stato rifiutato o rinnegato, cosi come san Paolo, ma anche della benevolenza e dell'accoglienza ricevuta. 
       Desidero concludere questa "prima" parte in maniera generica, forse confusa, con un racconto su come testimoniare il Vangelo nel essere itinerante, anche solo con la testimonianza di se stesso e di ciò che vive.
      "Un giorno Francesco usci dal convento e incontrò frate Ginepro, frate semplice , buono che egli amava molto, gli disse a frate Ginepro andiamo a predicare, li rispose frate Ginepro frate Francesco, padre lo sai che non ho istruzioni per fare ciò, cosa gli dico, ma Francesco lo convinse ad andare, girarono il paese pregando nel silenzio, salutando, sorridendo, accarezzando i malati, scambiare qualche parola, aiutando qualche donna a porta i pesi, dopo aver girato più volte il paese Francesco disse: torniamo in convento, frate Ginepro disse ma non dobbiamo predicare alle genti, Francesco rispose "lo abbiamo fatto tutto il giorno" gli disse sorridendo Francesco.
 Oggi non sempre si riesce a comprendere tutto ciò presi dalle cose da fare e problemi da affrontare e rimaniamo solo a quella che "ascoltiamo" alla domenica a volte lunga e noiosa, che poi non è mai noiosa ascoltare la Parola di Dio, bisogna avere amore anche per questo, quindi la itineranza francescana ci rende liberi dalle occupazioni quotidiane nonostante siano necessarie, e ci arricchisce della presenza del Signore e ci unisce strettamente a Lui per vivere con Lui nella vita eterna, nonostante le tribolazioni che si possano incontrare nella vita.     

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 17 maggio 2017

NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE!


NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE!


   "Non sia turbato il vostro cuore" ... "Abbiate fiducia in Dio e in me" ... "Credete in me e nel Padre mio" ... "Vado a preparare un posto per voi" .... "Chi dimora in me dimore presso il Padre mio" ... "Chi vede Me vede il Padre mio"  ... "Chi osserva me dimora presso il Padre mio" ... "Chi accoglie me non accoglie me ma il Padre mio"... "Io sono la via, la verità e la vita".
    Tutte queste citazioni bibliche ci danno tanta speranza, ci tengo a dire che è una mia semplice e discutibile riflessione personale e non una esigesi o dottrina teologica, ma una meditazione condivisa con i lettori.
     Prese cosi queste frasi per chi fa un cammino cristiano tra tribolazioni e sofferenze quotidiane dona speranza e fiducia, niente sarà perso nel giorno della verità, ossia il giudizio per la vita eterna, sembra a volte alcune situazioni della vita non ci sia speranza di uscirne fuori, sembra tutto perso, ed ecco Gesù "Abbiate fede in me", fiducia, non vi turbate, non scoraggiatevi, a volte dinanzi a malattie, povertà, tragedie o perdite sembra che il mondo crolli. A cosa ho creduto fin d'ora? E qui c'è il pericolo di allontanarsi da Dio, invece no! Bisogna sperare e aver fiducia in Lui sarebbe ancor meglio ringraziarlo, la disperazione è degli uomini non di Dio che e vita eterna, gioia senza fine, Gesù ci prepara un posto, un posto nella casa del Padre mio, questo ci deve dare speranza, ci deve rassicurare, ci deve far essere tranquilli, bisogna solo guadagnarsi questo posto se si può dire cosi, come si fa si potrà fare? C'è lo dice lo stesso Gesù osservate i miei comandamenti , chi osserverà i miei insegnamenti dimorerà nel Padre mio, ancor di più "ama il tuo prossimo come te stesso" cosi "come io ho amato voi" ci dirà Gesù, chi accoglie Gesù accoglie il Padre. Come si accoglie Gesù nella nostra vita? Nell'accogliere la sua Parola che ci provoca e ci da sollievo, nel mio fratello che faccio fatica ad accettare, non andare dietro a passione che non mi portano alla vera pace cioè Cristo, accogliere il prossimo con le sue debolezze e fragilità, accoglierlo nelle sofferenze per amor suo e portarle avanti con serenità e grazia, alcune situazioni della vita non c'è lo permettono per fattori umani, ma non deve mancare la buona volontà o il desiderio di farlo. 
    A cosa ci porterà tutto ciò? Perchè lo dovremo fare ? 
    E' questa la vita eterna seguire Cristo e nessun altro, C'è lo dice Lui stesso Io sono la porta, già il termine "Io Sono", Dio si sta chiamando per nome, fa capire l'importanza della persona, la necessità di fidarci di Lui, perchè "Io sono la Via" non c'è ne sono altre, bisogna seguire Lui con la croce, con l'esempio, la rinuncia, in obbedienza, in ascolto, senza andare dietro ad altre vie che alludono Lui ma non portano a Lui, "Io sono la Verità", in Lui troviamo tutte le verità, nella sua Parola troviamo tutte le verità sulla nostra condotta, il nostro operare, il nostro agire, e come sappiamo la verità e sempre difficile ad accettarla e molto più facile evitarla o trasformarla o raggirarla, già si fa fatica a farla o dirla la verità perchè ci scopre, ma si fa ancor più difficoltà ad accettarla la verità, quante volte Gesù non è stato accettato eppure ha detto la verità anzi Lui e la verità, ma gli uomini niente..., non c'è ne sono altre di verità e Lui l'unica e vera verità che ci introdurrà nella vita eterna, e concludiamo visto che mi sono un pò prolungato con "Io sono la vita" è vero Gesù è la vera vita, non esistono altre se non quelle illusorie come il successo e tanto altro quelle non sono vite, sono solo passaggio temporanei, la vita e Gesù la sua resurrezione, la vita eterna, la vita in Lui, il sole che non tramonta mai, giorno senza fine, allora carissimi tocca sono a noi scegliere e decidere, il desiderio senza la nostra volontà non può condurci alla gioia senza fine, o crediamo totalmente in Lui o non crederemo alla vita eterna, non esiste una via di mezzo, possiamo essere anche i più peccatori con tante fragilità e debolezze, ma se scegliamo Cristo ci guarirà e ci convertirà, ma se noi lo vogliamo!     
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 10 maggio 2017

CONFIDARE NELLA VERGINE MARIA.


AFFIDARSI ALLA VERGINE MARIA.
         Carissimi, su Maria tanti hanno scritto, ma ancora di più hanno saputo vivere in se tutta la Gloria di Maria, non c’è santo che non abbia amato la Madre, ma pochi penso che hanno cosi incarnato i suoi sentimenti.
            La vita di p. Kolbe, francescano conventuale, che fin da bambino ha ricevuto la grazia di essere stato in contato con la Regina celeste, grazie al suo amore forte per Lei, non è solo una devozione alla Vergine attraverso preghiere e suppliche, ma è un proprio vivere come ha vissuto Lei, il dedicarsi totalmente a Lei, per combattere la buona battaglia, imitarla nelle sue virtù, invocarla per ogni bisogno umano e spirituale, confidare in lei per conoscere e amare il Figlio Gesù, in particolare questo mese a Lei dedicato, vogliamo anche noi impegnarci, per quanto possiamo con le nostre fragilità umane e spirituali, ma lei sa accettarsi cosi come siamo e ci invita a metterci alla sua scuola, dove possiamo veramente imparare ad amare Gesù, a saperlo pregare, ha saperlo seguire sulla via della croce, che non ci deve spaventare se questa vuole essere la nostra strada, non c'è salvezza senza croce, accettare la croce e voler accettare la Vita, la vera Vita, il vero vivere per Qualcuno, e il fine del volersi donare, per ritrovarsi nella vita eterna.
            Dicevamo la donna del quotidiano, la vita di una mamma, che mi sembra più idoneo ai nostri giorni e comprenderci di più, da mamma a serva, da serva a discepola, da discepola a maestra di vita, il cuore di una madre e sempre un cuore pieno di affetto e di amore, anche se al giorno di oggi se ne parla poco, e ancora di meno lo si vive, perché si e perso secondo me proprio il senso della concezione di essere un modello di vita per i propri figli, il senso dell’amore, l’importanza di dare gioia alla vita per un figlio, allora vogliamo rivolgerci a Lei alla Madre celeste perché possa far germogliare nel cuore di ogni mamma, ma anche in ogni cuore dell’umanità, il senso profondo del dono della vita, tanti santi l'hanno presa come modello da seguire, fino ad essere rapiti dal suo mistero di Madre della chiesa, alcuni come p. Kolbe hanno desiderato essere proprietà dell'Immacolata, ad essere strumenti per l'edificazione del Regno del padre attraverso Lei, portando la dolcezza, la tenerezza dell'annuncio del Risorto, ad avere speranza nelle tribolazioni, fiducia nelle Parole del figlio, perseveranza nella preghiera, affidiamoci quindi e consacriamoci a lei con tutto il cuore, con le nostre sofferenze, le nostre fragilità senza paura e ci aiuterà a liberarsi dal nostro peccato per ritrovare la gioia e la libertà dei figli di Dio.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 3 maggio 2017

La preghiera del Rosario. 1


Il Rosario, "un raggio di sole e di speranza sulla nostra vita
         Il mese di maggio solitamente e dedicato alla Vergine Maria, una volta si usava fare il "fioretto alla Madonna" ora un pò di meno, ci si ritrovava in famiglia o vicino ad una edicola o una statua per recitare il santo rosario, anche questa pratica e quasi scomparsa nelle famiglie, era la preghiera che teneva unita la famiglia, armonizzava la pace nelle case ed era anche un bel momento per stare tutti insieme insieme ai santi, forse ora per il troppo da fare non si ha tempo o perchè non ho tempo per dedicarmi a queste cose, ci si sta lasciando un qualcosa che veramente faceva miracoli in ogni casa, ora solo nel momento del bisogno ci si corre a pregare, ma non è per niente tutto questo ma è stare in compagnia con Maria e contemplando la sua meravigliosa vita, il santo Rosario può essere la più alta preghiera contemplativa e può effondere grandi grazie ad ogni fedele.
        Il Rosario è dunque un aiuto, una possibilità in più che ci viene offerta per star bene, con noi, con gli altri e ci allontana dal pericolo, ci aiuta a guarire e a stare in armonia. Che la preghiera avesse questa capacità lo si sapeva per esperienza vitale della Chiesa. Ora è confermato da verifiche scientifiche.
       La preghiera, ha sempre detto la Chiesa, ha una potenza positiva esplosiva sulla salute psichica e fisica della persona, aumenta le difese, rasserena, mette il cuore in pace con Dio e con i fratelli.
     Abbiamo bisogno di imparare a pregare. Non ne sappiamo mai abbastanza. La preghiera del Rosario potrebbe e dovrebbe ridiventare il nostro colloquio abituale con Maria per un motivo in più, per mantenere la nostra salute fisica e psichica. Per ricuperarla... 
   Con Paolo VI, eleviamo il cuore a Maria e preghiamola di insegnarci a pregare con lo stesso amore con cui lei ha amato Gesù. Scrive: "Dobbiamo pregare la Madonna. Beati noi se siamo fedeli a recitare la prece così popolare e splendida del santo Rosario, che è come scandire il nostro respiro affettuoso nell'invocazione: "Ave, Maria"; "Ave, Maria"; "Ave, Maria"… Fortunata la nostra esistenza se si intreccia a questo serto di rose. 
   Il Rosario è un cammino di fede che ci apre la porta della Gerusalemme celeste ove non c'è più né sofferenza né morte, né fatica né pianto. Dove invece c'è un posto preparato per ciascuno di noi. Una Madre che ci attende per accompagnarci da Gesù suo Figlio e dal Padre. 
  Il Rosario può essere una preghiera "da nulla". Ma attraverso di esso si muove la storia. 

Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 27 aprile 2017

I FRUTTI DELLA PASQUA PER UNA SOCIETA' MIGLIORE.

I FRUTTI SPIRITUALI DELLA PASQUA DI RISURREZIONE. 

          Il mistero pasquale, della morte e risurrezione, il miracolo dell'amore di Cristo Salvatore, richiede da noi la risposta dell'amore sincero e operoso.
     «L'amore di Cristo ci incalza al pensiero che se uno solo muore per tutti, tutti conseguentemente morirono, e che per tutti morì, affinché coloro che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che morì e risuscitò per essi» c'è lo dici san paolo nella lettera ai Corinti.
Il mistero pasquale ci ricorda quanto siamo costati con il proprio sangue a Cristo Salvatore. «Il suo sangue, il suo sacrificio è stato il prezzo del nostro riscatto, è costata molto la nostra guarigione!» esclama san Leone Magno (Serm. LII,2), facendo eco a san Paolo sempre nella lettera alla comunità dei Corinti: «Foste ricomprati a un alto prezzo!» E l'apostolo conclude: «Glorificate dunque Dio nel vostro corpo».
      È il ricordo del mistero pasquale che suggerisce a Paolo la condanna più energica della lussuria, con cui l'uomo, cedendo all'istinto dei sensi, profana il suo corpo, membro di Cristo. Queste parole ci sono ricordate dal Concilio che, richiamando «le ribellioni del corpo» a cui va soggetto l'uomo «ferito dal peccato», ammonisce a non rendersi «schiavo delle perverse inclinazioni del cuore», (GS 14).
L'argomento è di un'attualità e di una urgenza veramente tragiche, ai nostri giorni, che si ripete in un certo modo. L'immoralità, anche nelle sue esibizioni più sfacciate, anche nelle forme più ripugnanti, condannate dalla coscienza di chiunque avverta semplicemente le leggi della natura iscritte nel cuore dell'uomo.
     Se si vuole combattere efficacemente l'immoralità, non basta stigmatizzare certe manifestazioni più ripugnanti, come la prostituzione femminile e maschile diventata padrona delle nostre strade, mentre si tollera e si favorisce la pornografia più sfacciata, si accettano e Si esaltano produzioni teatrali e cinematografiche che sono autentica scuola di vizio. Con questo comportamento incoerente si finisce con l'incoraggiare, nelle loro cause, i disordini che inutilmente si deplorano.
    Dobbiamo amare Cristo che «ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati nel suo sangue» (Ap 1,5). Amarlo vorrà dire ricordarsi di Lui e parlare con Lui nella preghiera, vorrà dire soprattutto impegnarsi a compiere la sua volontà e a seguire il suo esempio, in opere e carità e far crescere il numero di coloro che lo vogliono veramente seguire.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 5 aprile 2017

QUALI SONO STATI I FRUTTI DELLA QUARESIMA?

HO SAPUTO RISCOPRIRE IL SIGNORE IN QUESTA SANTA QUARESIMA?
       Tra qualche giorno termina il tempo di Quaresima, tempo di grazia, tempo di revisione personale, tempo dedicato al Signore, Tempo della conversione, Tempo di per rinnovarsi, cari amici ho desiderio di condividere questa mia riflessione, sull'amore di Gesù, che diciamo che tanto lo amiamo, tanto lo preghiamo ma poi..... scusate il modo molto crudo di dire alcune cose ma non serve far raggiri con il Signore perchè ci conosce meglio di quanto possiamo pensare noi).
      Abbiamo avuto quasi cinquanta giorni per meditare gli eventi, meglio ancora la vita del Signore attraverso la sua Parola, i suoi gesti, i suoi insegnamenti, il suo esempio, nei vari Vangeli ci e stato detto di lungo e di largo, modi, tempi e come poter convertirsi, ma deve essere chiaro che non ci si converte un pochi giorni come niente fosse ma c’è tutto un cammino di ascesi, a volte doloroso accettando la proprio piccolezza e via dicendo, ma ci sono dei periodi come questo che ci aiutano a capire a meditare dove ancora dobbiamo puntare per rinnovarsi sempre di più per avere un cuore come ama Gesù.  
      Quante volte mi capita o ci capita di dire che amiamo il Signore con tutta la nostra vita, perché se cosi sarebbe avrei compreso qualcosa di più in questo periodo ad esempio quale atteggiamento ho notato che dovrei cambiare? oppure quale vorrebbe essere il mio stile di vita è perché trovo difficoltà nel non riuscirci? Probabile che non voglio rinunciare a qualche mio benessere o qualche passione che mi tieni legata ad esse, io mi vedo nella mia miserevole vita che non e sempre cosi di amare il Signore con tutte le mie capacità di amare, ad esempio se il mio cammino spirituale desidera essere incontrare Cristo nei fratelli simpatici o meno, lì potrei dirmi quanta attenzione ho avuto in quel fratello oppure quanta gratitudine ho dato nell’amare quel fratello, o e solo per vile interesse egoistico o lo strumentalizzato?
     Perchè se sarebbe cosi che io vivo per te Signore, non farei tante azoni, specifichiamo che amare non vuol dire per forza che io devo voler bene a tutti posso avere tranquillamente le mie  antipatie ma non devo escluderlo nella mia vita ma accettarlo, ma visto che io sono povero e forse neanche so che significa amarti, invece di confidare nella tua potenza d'amore, confido nella mia inutile sapienza umana, se usata solo per interessi,  quant'è difficile amarti, nonostante mi hai fatto conoscere la povertà della mia anima ancora ho il cuore di pietra e ancora non mi arrendo alla mia durezza al mio voler essere migliore degli altri, è proprio in questo periodo di quaresima ho la possibilità di lavorare su me stesso e vedere perché faccio fatica ad essere libero da queste schiavitù, nonostante sappia bene che queste siano schiavitù come gli interessi, gli egoismi, l’egocentrismo e via dicendo. Ma a cosa serve tutto ciò, visto che non porta ad un fine di salvezza vero!
      Finchè non riesca ad uscire da questo misero corpo con le sue passioni e poi dico che ti amo, da capire bene che il Signore ci ama è ci amerà sempre cosi come siamo, ma se ti amerei con più sincerità e purezza d’animo non starei sempre piegato su di me sul mio orgoglio, la superbia, l'essere e ancor di più sentirmi migliore, ecco perché il tempo di quaresima e un tempo di purificazione, un cammino di umiltà, un fare penitenza è il frutto di ciò e il sentirsi liberati da queste cose, almeno un inizio di cammino nuovo verso quella luce che mi porta verso la vita eterna.
      Dire ma che sto facendo, dove vado, e ancor peggio non chiedo aiuto perchè sono pieno di me, questo non mi aiuta a scoprire chi è il Signore e ancora di più a far si che il Signore possa intervenire nella mia vita per trasformarla come dono d’amore.
    O Signore allontana da tutto questo, fa che ti ama veramente, non voglio niente, non desidero niente, che siano lontano i meriti e gli onori, che sia l'ultimo e il più disprezzato, che non valgo niente, ma non togliere che ti possa amare veramente, se il mondo non cambia è perchè io non voglio cambiare, se non voglio seguire il tuo ideale perchè mi è scomodo, se ho perso la pace perchè ho voluto mettere in trono il mio essere tutto, Signore ti prego di aiutarmi a liberarmi da tutto questo, ad essere puro, ma che mi importa se sono l'ultimo o il primo, disprezzato o amato, buono o cattivo, ma servono queste cose se poi non conosco neanchè la tua parola, mi allontano da te, ti tengo solo per colpevolizzarti, o come un opzionale, dove sono gli ardori del primo amore di quando mi hai conquistato, allora e vero che mi sono fatto prendere troppo dalle cose mondane e Te Dolce Signore dove ti ho posto, dove sei, O Signore perdonami allontana da me il tuo sguardo, finchè io non ritorno allo stato puro a quel primo amore che mi ha conquistato il cuore ed ho detto ecco Signore che io vengo! Aiutami Signore per quando ti sto facendo soffrire.....  




Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 29 marzo 2017

SAPPIAMO AMARE LA VITA?

RIFLESSIONI SULLA VITA
BY FR. LUCIANO

            Il tema scelto in questo incontro e molto frequente ed attuale nei nostri tempi saper amare la vita
     Le difficoltà, le tribolazioni, non riuscire a trovare il suo posto nella società, la sua realizzazione, la mancanza di lavoro, di affetto, di stima, porta un po’ ad abbandonarsi, a prendersela con la propria vita e a volte anche con il Signore, perché tutto questo, diciamo subito che non è facile dare una immediata risposta, ma a volte siamo anche noi a non comprendere i valori e i doni che possiamo ricevere dalla vita, a volte si basiamo troppo sulle nostre forze e capacità e tralasciamo un pochino l’Amato, a volte ci rimaniamo male c’è la riprendiamo un’altra volta con tutti, da una parte e anche giusto per siamo persone vive e no sepolcri imbiancati, cioè vivi ma morti interiormente, ma deve finire lì, non ci devo pesare ne portarselo lungo i secoli, non dobbiamo bloccarci a questi limiti.
            Per amare la vita poi ci dovremo amare prima noi, nell’accettarci con i nostri limiti , difficoltà, pochezze e miserie, insieme alle doti che abbiamo, ai doni, alle meraviglie che il Signore ci ha donato, dobbiamo sentirci preziosi agli occhi di Dio, proprio per ciò che ha subìto per noi la croce. 
        Perché celebriamo le piaghe del Signore? Giusto per fare qualche preghiera o per rendergli grazie e lode? Ma nello stesso tempo ci dobbiamo sentirci bisognosi del suo amore,dobbiamo sentirci i poveri del Signori, i cercatori di Dio, nel lebbroso che è dentro di noi, con l’aiuto della preghiera, offrendo sacrifici di lode,San Francesco è l’amante della vita per eccezione, è l’amante della creazione, per amare la vita devo amare l’altro e accettarlo con tutto se stesso, che mi sia simpatico o antipatico, ma lo devo stimare come figlio di Dio, non importa il rapporto che ho colui o se ho avuto una grande delusione, ma l’importante e vederlo con gli occhi di Dio.
            Non sprechiamo il dono di una amicizia ad esempio per qualche parola di troppo perdoniamoci, conserviamo  l’amore che ci unisce, l’affetto, non diamo spazio al nemico che ci ostacola con cose di poco conto che a noi ci sembra di grande importanza, spendiamo la nostra vita con tutto se stessi e nei migliori dei modi e con tutte le sue capacità, di esempi ne abbiamo tanti l’eccezione e Santa Teresa di Calcuta tutto da dire, e dando che si riceve il regno di Diodare non significa approfittarsi della personama non tenersi il tesoro dentro di noi se so che ho un dono da donare, che sia la mansuetudine, che sia l’ascolto, che sia la bontà o che sia la pazienza la devo donare per il bene dei fratelli, e non farla morire, che gli altri la pensano come vogliono ma io devo dare il meglio di me stesso valorizzare ogni angolo della mia vita, e amarla con tutte le sue sfumature.
            “Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità”.Anonimo
             Concludiamo con questo aforismo sulla vita:
            "Per la carezza ad un bambini mentre dorme, per la carezza di una mamma, per la sofferenza dell’amore, per una lacrima, per un sorriso, per un abbraccio, per i sogni che si fanno, per i sogni che si realizzano, per i sogni che mai si realizzeranno, per Dio che ci da la forza attraverso lo Spirito, per tutto questo… la vita è “semplicemente” stupenda!!!". Ciò che non ci deve manca e il saper incoraggiare, saper dialogare, non chiudersi, se non riesco lo posso indirizzare a qualche sacerdote o chi potrebbe aiutarlo a comprendere il valore della vita, il togliersi la vita non fa altro che rovinare tristemente la vita di tutti gli altri che la porteranno come una sofferenza inguaribile.  



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 22 marzo 2017

SAPPIAMO PREGARE?

SPUNTI DI RIFLESSIONE SUL SENSO DELLA PREGHIERA
        La preghiera deve essere il nostro nutrimento spirituale, se non capiamo il suo significato, cioè lo stare dinanzi al Signore non arriveremo mai a sentire in noi la necessita della preghiera, il bisogno di pregare, di dialogare con Dio, è la preghiera che ci rende capaci di dialogare con Lui e ci rende fratelli tra noi, e la preghiera che ci nutre, senza la preghiera siamo polvere, quel che facciamo e solo fumo, anche “se realizziamo opere d’arte tutto finisce lì”, invece la preghiera e continuità, se non sappiamo pregare non ci dobbiamo spaventare, prendiamo la Bibbia e incominciamo a leggerla, sarà la Bibbia ad insegnarci a pregare e con quale parole ci possiamo rivolgerci a Dio per mezzo di Gesù, dei profeti e salmisti, ci insegna il modo di come stare dinanzi a Dio, poi stesso la Bibbia ci dirà quali sono i frutti della preghiera, quei frutti che ci fanno sorridere il cuore, essere sereni, sperare in esse, la preghiera non e solo il rosario o altro, ma la nostra vita deve essere preghiera vivente, ricordate P. Kolbe, noi siamo preghiera perché siamo stati redenti dalla grande preghiera di Gesù sulla crocele formule di preghiera che facciamo ci aiutano ad entrare il quel clima di contemplazione per stare dinanzi a Dio, faccia a faccia, cuore a cuore con Dio.
         Il Metropolita Anthony Bloomm dice: “che La preghiera è ricerca di Dio, incontro con Dio,e andare oltre quest’incontro nella comunione”.
       La preghiera nasce dalla scoperta delle profondità dell’ essere, non solo siamo circondati dal visibile ma anche e specialmente dall’ invisibile.
        “Un incontro è vero solo quando sono vere le persone che si incontrano”. L’incontro e reso ancora più intimo e autentico quando c’è sincerità e onesta tra le persone, noi facciamo fatica essere sinceri, ci creiamo il Dio dei pensieri non quello di Gesù, il Padre.
       Voglio concludere con questo proposito per iniziare a pregare in maniera umile, “il punto di partenza, se vogliamo pregare , è e deve essere la certezza che siamo peccatori bisognosi di essere salvati”, che siamo lontani da Lui e che non possiamo stare senza di Lui e ne vivere senza il suo amore, quello che possiamo dargli e il nostro desiderio di essere degni di essere accolti da lui dal nostro pentimento, ma questo non deve diventare pesante non ci deve deprimere, insomma per dirla in breve dobbiamo essere onesti e sincere con noi stessi. 
     Abbiamo cercato di dire alcune linee fondamentali sulla preghiera,ma non sono che alcune gocce in un oceano ricco di amore verso Dio, ora vediamo di andare un oltre e scendere più in profondità, cosa si realizza nella preghiera?
    L’evangelo ci insegna che il regno di Dio e dentro di noi. Se vuoi cercare Dio, prima cercalo dentro di te e poi lo troverai nei fratelli, se non riusciamo a trovarlo dentro alle nostre tenebre, nella nostra interiorità, difficilmente lo troveremo al di fuori, perciò bisogna cercare Dio attraverso il cuore. Abbiamo detto che la preghiera e ricerca di Dio, e un andare incontro a Dio, ma se non conosciamo il nostro “io” come possiamo andargli incontro?
    L’incontro fra Dio e noi nella orazione continua, la preghiera incessante, parte sempre dal silenzio. Ma dobbiamo distinguere due tipi di silenzio: “quello nostro”, quello interiore, esternamente sembra che tutto tace, ma se entriamo nel nostro mondo interno ci sembra un terremoto in continua agitazione,non e facile fare silenzio dentro di noi, faremo il silenzio quando porteremo il nostro “io” al di fuori di noi stessi, “poi c’è il silenzio di Dio”, che come tanti santi hanno potuto sperimentare, la notte oscura, ti ritrovi a vivere il venerdì santo, dove ti sentirai solo e abbandonato da tutti, e il silenzio più duro da accettare, Dio che non mi risponde. Ma un incontro non acquista spessore e pienezza se le due parti che si convergono non diventino capaci di tacere l’una con l’altrafino a quanto abbiamo bisogno di prove certe o di segno o azione, non raggiungiamo ancora quella profondità e pienezza che tanto vogliamo raggiungere. Va molto più in profondità quel silenzio intimo in cui troviamo Dio, finché non facciamo esperienza di deserto, noi soli con la parola che ci deve penetrare fino nell’ interiorità profonda, non vivremo il silenzio interiore.
    Dio deve stare sempre al centro della nostra attenzione, il nostro raccoglimento può essere falsificato in vari modi. Ad esempio quando siamo in preghiera silenziosa e raccolta e preghiamo per qualcosa che ci preoccupa ci sembra che tutto converga in un'unica preghiera, ma non è vero, perché al centro della preghiera non c’è Dio ma attenzione è su l’oggetto della mia preghiera. Perché Dio conosce fin troppo bene i nostri pensieri, invece quando siamo coinvolti emotivamente e nessun pensiero si intromette e pensiamo che stiamo dinanzi al Verbo Incarnato e attraverso di Lui il Padre si accorgeremo che c’è tutto un calore particolare in noi, ma questo non vuol dire che non dobbiamo pregare per gli altri o per noi, questo vuol far capire come un pensiero su un bisogno ci tiene lontani da Dio.
     Concludiamo questo piccolo tuffo nell’oceano della preghiera con Giovanni Climaco, che dice “che se uno pensa veramente e sente con profondo sentimento del cuore, di trovarsi alla presenza di Dio mentre e in preghiera resterà immobile come una colonna, e nessuno dei demoni potrà prendersi gioco di lui”. Infine concludo dicendo che la preghiera è vita, armonia, gioia, l’uomo di preghiera e l’uomo pieno di vita con la voglia di vivere e di stare con gli altri, neanche la sofferenza lo fermerà, perché interiormente e pieno di vitalità, Kolbe negli ultimi giorni della sua vita cosa lo rendeva sereno, dopo aver sofferto la fame, la sete,il dolore di tanti, è la fiducia della preghiera e l’abbandono in essa che gli dava sicurezza e serenità nell’accettare quei momenti di crudeli sofferenze, la Vergine ci conceda anche a noi l’arte della preghiera affinché non siamo confusi nell’ora della sofferenza.

Fr. Luciano M
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 15 marzo 2017

"I GRADI DELL'UMILTA' ", DIFFICILE MA NECESSARIA PER LA VITA SPIRITUALE.

IN CHE CONSISTE L' UMILTA'?
    Come possiamo attingere a questa grande virtù che a volte ci sembra cosi difficile da praticare? Anche se vediamo nei santi che la descrivono in maniera da poterla praticarla in un atteggiamento più o meno facile, ma ardua ai nostri occhi? 
Vediamo come ne parlano alcuni santi.
Percorriamo in maniera sintetica come la descrivono alcuni santi e come si distingue la vera umiltà di cuore, e l’umiltà della vanagloria.
Partiamo dai cinque gradi di umiltà di san Francesco di Sales:
Ä Il Primo Grado Dell’umiltà è:
la conoscenza di sé: che consiste nel conoscere le nostre povertà e miserie, ma non solo conoscerle ma anche riconoscerle c’è differenza fra queste, e cosa da poca fermarsi a conoscere solamente.
Ä Secondo Grado è proprio:
il riconoscere che significa dire e manifestare pubblicamente, ma va fatto sinceramente, non solo a parole, come si usa fare, a volte si ci comporta da falsi umili mentre si e gratificati quando ci lodano anche se lo neghiamo apparentemente.
Ä Il Terzo Grado è:
di ammettere e confessare la nostra pochezza e obbiezione quando lo scoprono gli altri: cioè che diciamo con convinzione che siamo un buon a nulla, ma se c’è lo dicono la prendiamo a male, invece, lì dobbiamo dare ragione per essere un buon grado.
Ä Il Quarto Grado è:
amare il disprezzo e rallegrarsi quando veniamo abbassati e umiliati: dobbiamo essere convinti di questo e contenti, bisogna accettare queste regole per poter vivere anche più liberi e distaccati dal raggiungimento dei primi posti.
Ä Il Quinto Grado:

è il più perfetto, ed il più alto grado di umiltà, non soltanto amare il disprezzo, ma desiderarlo, cercarlo e compiacersi per amore di Dio, e sono beati quelli che arrivano a questo livello.
           Vediamo adesso brevemente come alcuni santi  come un padre del deserto DORETEO dI GAZA distingue le varie forme che ci possono essere dell’umiltà:
          Dice Doroteo: due sono i tipi di umiltà, come anche due sono quelli della superbia.
Il primo genere di superbia è:
quando uno disprezzo e rende un nulla il fratello, e si ritiene superiore ad essi. Qui c’è il pericolo che sé non vigila subito su se stesso, succede che i suoi successi li reputa a se stesso ed esclude Dio, cosi giunge al secondo genere di superbia che si insuperbisce contro Dio.
Poi c’è una "superbia mondana e una monastica".
     La prima è: quando si insuperbisce contro il fratello per le sue qualità o virtù;
      La seconda quella monastica è: quella vanagloria per quei sacrifici che fa come il digiuno o le veglie.
Accade pure che ci si umili per la gloria.
        Dice Doroteo che se vogliamo essere superbi siamo superbi per le cose monastiche e non mondane.
Vediamo le due specie di umiltà:
       La prima consiste: nel considerare il proprio fratello più intelligente di noi stessi;
      La seconda è: di ascrivere tutti i successi a Dio.
Questa è l’ umiltà perfetta dei santi che nasce naturalmente dal cuore nel praticare i comandamenti che ci ha lasciati Gesù per poterlo seguire con libertà di cuore.
        Chiaramente dopo che Doroteo che ci ha illuminati sulle varie specie di umiltà ci avviniamo a comprenderla che cos’è questa umiltà e ci serviamo di un altro grande padre del deserto GIOVANNI CLIMACO, nella sua opera intitolata “LA SCALA”, Giovanni dice che chi lo vorrebbe spiegarlo a parole sembrerebbe difficile perché l’argomento e di grande intensità, quando alcuni di loro si radunarono per parlare su cosa vorrebbe dire umiltà ogni uno disse la sua, ma Giovanni non era soddisfatto delle risposte e cosi formulo la seguente definizione:
“L’umiltà è una grazia che si riceve nell’anima e di cui nessuno conosce il nome se non coloro che ne hanno fatto esperienza”; è il nome di Dio che e un suo dono: imparate da me - dice infatti- non da un angelo né da un uomo, cioè da me dalla mia inabitazione dalla mia illuminazione e la mia energia presenti dentro di voi, poiché sono mite e umile di cuore, di pensiero e di spirito, e troverete ristoro dalle lotte e dai pensieri, per le vostre anime.
        Arriviamo alla conclusione e vediamo l’importanza dell’umiltà e ci facciamo aiutare dai santi francescani da P. Kolbe, che la descrive come fondamento necessario per ogni virtù, non si stancherà mai p. Kolbe di dire che l’umiltà sta alla base del progresso spirituale, nella lettera ai confratelli del Mungenzai no Sono dice: “Solo conoscendo meglio noi stessi, il nostro niente, e le nostre debolezze, possiamo disprezzare realmente noi stessi e desiderare che gli altri ci trattino come meritiamo”.
PER P. KOLBE l’umiltà e la conoscenza di noi stessi, più ci rendiamo conto di quel che siamo, non che ci dobbiamo buttare ma rivolgere lo sguardo di gratitudine a Dio per tutto ciò che operiamo, per non dire l’esempio mirabile di frate Francesco che dell’umiltà ne fa uno stile di vita, infatti quanto dice che e il più vile di tutti ed il più piccolo di tutti, non lo dice per vanagloria ma lo dice convinto che veramente si sente piccolo, Francesco dice una grande verità, l’uomo tanto vale davanti a Dio e niente più”, ecco i santi che più ci si avvicinano a Dio più ci si sentono indegni e peccatore; l’umiltà si incarna quando abbassiamo le difese del proprio “Io” e aumentiamo l’amore di Dio, e il desiderio di non essere nessuno per far regnare Dio nella nostra volontà, e non la nostra volontà che regna in noi.

Dice san Paolo : << Io diminuire e lui crescere>>.
Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...