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mercoledì 20 aprile 2016

Come agire di fronte al dubbio.

Di fronte al dubbio…una scelta di campo.


Quante volte per le vicisitudini della vita, o per l'incarico che svolge o per le responsabilità verso gli altri, abbiamo spesso dubbi, come anche nel campo spirituali quante volte capita chiederci chi stiamo seguendo, come lo stiamo seguendo, e perchè lo desideriamo seguire, e se non abbiamo questi dubbi e diamo tutto per scontato o per superficialità non è un cammino spirituale affascinante ma già realizzato con le proprie logiche, ecco allora l'importanza del padre spirituale o direttore spirituale che fa luce, illumina e interroga l'intelletto.
Quindi, quando siete tormentati dai dubbi, dalle resistenze interiori,  faccio bene o faccio male, dall’inettitudine, dalla debolezza, come reagire, come uscirne? La tradizione insegna:  “per le preghiere (o consigli) del mio padre spirituale”! E’ sufficiente. Non fare leva su nient’altro. Questo affidamento è gradito a Dio e ci ottiene la grazia. 
Spesso voler vincere un difetto o superare una contraddizione si risolve più in vanità personale che in un sincero amore, io basto a me stesso. 
Spesso la nostra preghiera non funziona, perché è vissuta come lo strumento per vincere il nostro dubbio o il nostro peccato. 
E se proprio Dio volesse farci attendere? Spesso siamo tentati a volere tutto e subito!  Quando ti affidi al tuo padre (‘per le preghiere del mio padre’) è come se ti consegnassi, ti fidassi della provvidenza di Dio per te… e sei nella pace, anche quando triboli. Potremmo porci la domanda nel seguente modo: Da che parte vuoi stare? Io sto dove sta il mio padre,  io sto con lui, nonostante tutto. La grazia non tarderà.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 13 aprile 2016

Come riconoscere il progetto di Dio in noi?

Quale via di Dio per noi?

Quante volte ci siamo chiesti e ci chiediamo, in particolare coloro che fanno un cammino spirituale, un discernimento vocazionale, un cammino di conversione, diciamo quali sono i progetti che Dio ha per noi e come poterli comprenderli? Continuiamo il nostro cammino cercando di capire la figura del direttore o padre spirituale.
Iniziamo con un esempio pratico e reale come due innamorati che poi il cammino spirituale e un cammino da innamorato.
Se mi sento attratto da una persona  è perché intuisco che nell’ incontro con lei il mio cuore riceve il compimento di quello che desidera (e questo è bello! Il cuore parla e e vive dei sentimenti). Ma se poi io mi servo dell’altro per colmare il mio bisogno quindi non più un desiderio, per cercare la mia felicità, io non sono più capace di amare e se non amo, non posso più trovare la felicità e resto fregato…. e l’altro ancor di più, quando si parla di interessi personali e no di amore come condividere. E’ una legge costante, nella vita sentimentale e nella vita spirituale, con gli uomini e con Dio. L’uomo soffre immensamente di questa situazione. Anche nel cammino spirituale, con Dio, si attiva lo stesso meccanismo. Come venirne a capo? Se non si è accompagnati da qualcuno che abbia già conosciuto e la sofferenza di questa situazione e la via d’uscita, tutto è tremendamente complicato e l’uomo alla fine si arrende ecco la saggezza e l'esperienza di padre spirituale che vive di preghiera.

E’ strano come noi immaginiamo l’amore e l’incontro con Dio;  ci attendiamo una ‘beatitudine’ in cui stare come rapiti. Invece, tutte le grandi realtà della vita comportano un aspetto angosciante, non nel senso di un’oppressione mortificante, ma nel senso di una partecipazione drammatica, di una solidarietà nel patimento di ingiustizie e sofferenze. Dio non vive un amore ‘beatificante’ nei nostri confronti, eppure è appassionato e totale nella sua benevolenza. E’ l’amore dell’angoscia santa di Gesù: “sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12,49). La missione alle genti della chiesa vive proprio degli echi di questo grido che attraversa il mondo e la storia. E’ la stessa tensione apostolica, identica alla tensione del desiderio di Dio, compiuto da Gesù e comunicato dallo Spirito Santo; è la stessa tensione dei cuori che, mentre sono condotti a Dio, sono guidati a diventare solidali con l’umanità finché il regno di Dio si compia, finalmente. La tensione di una gioia che non si dà pace finché tutto in noi e tutti, fino agli estremi confini della terra, vivano la stessa realtà. Non può esistere un amore che non solidarizzi con la sofferenza di chi subisce l’ingiustizia. Ma quale cuore non subisce ingiustizia o violenza? La via di Dio è proprio quella che allarga la capacità dei cuori di vivere questa solidarietà stabilmente, nel profondo, in modo che tutto ciò che di cattivo e di avverso ti sopraggiunge non ti sposti più, non ti vanifichi la ‘perfetta letizia’, segno di quella gloria di Dio che risplende al di sopra di tutto è qui san Francesco ci fa da maestro che ci fa capire qual'è questa perfetta letizia non e il saper fare o essere, ma il saper amore e accettare per amore di colui che ci amato e si è donato in maniera gratuità per risorgere e vivere nella gloria e nell'amore senza fine.

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Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 6 aprile 2016

Le dinamiche e il rapporto tra padre e figlio spirituale.

Il rapporto e le dinamiche che si attivano tra padre o direttore spirituale con il figlio/a spirituale. 


Vorrei limitarmi a qualche indicazione di fondo tra la relazione o dialogo o incontro con il padre spirituale o direttore spirituale, a differenza del confessore, bisogna distinguere le due cose per fare un buon cammino spirituale, potrebbe essere anche la stessa persona, ma deve avere un diverso atteggiamento. 
Anzitutto la rinuncia alla propria ragione e alle proprie ragioni, alle proprie logiche, alle proprie difese, al suo modo di vedere e come un consegnarsi all'altro e questa e la responsabilità più alta per un per un direttore spirituale, saper portare la propria anima quel del figlio/a spirituale e non discepolo che bisognerebbe distinguere anche questi termini, sulla via della santità.
 La regola di fondo si può ridurre a questo: nessuno di noi, ma per natura umana, per quanto desideri il Signore, che lo ami, lo segui nella spiritualità a cui più e attratto nel mio caso quella di san Francesco di Assisi, ma qualsiasi spiritualità, l'importante e cercare di imitare il Signore e vivere la sua parola nella vita quotidiana, per quanto desideri il paradiso, la vita eterna, la gioia vera, la felicità infinità, per quanto desideri l’amore di Dio, che ci ama sempre nonostante le nostre scelte che ci da la libertà di scegliere e di viverle, ha il coraggio di lasciare completamente se stesso, lasciare il proprio io, i propri interessi, i propri sogni, progetti e tanto altro e la cosa più difficile.       Noi desideriamo il frutto che verrebbe dopo aver lasciato completamente se stessi: chi è che non vuole avere un cuore completamente puro, tutti lo desideriamo ma alla proposta di viverlo ci blocchiamo un pò invece di essere spinti a farlo, chi è che non desidera avere un cuore talmente pieno d’amore da poter incendiare il mondo? Cosi come dicevano alcuni grandi e mistici santi, che poi alla fine del loro vivere questa ricerca dell'amore di Dio su questa terra lo hanno fatto in una maniera meravigliosa.

     Ma le condizioni per arrivare a questo, siamo disposti a viverle? E qui ci si gioca tutta la nostra vita, la nostra adesione a Dio, la nostra sequela a Lui, il conformarci a Lui. 
     Soprattutto per noi occidentali ciò che sembra quasi impossibile fare è rinunciare contemporaneamente alla nostra ragione e alle nostre ragioni. Ad esempio, se uno mi incontra per strada e mi dà del cretino, io mi arrabbio, perché mi sento offeso, ma, ricordandomi del comandamento evangelico, cercando di essere generoso, non contrattacco, ma non devo avere neanche nel cuore  risentimento, ma amarlo e pregare Dio che possa avere uno sguardo diverso verso di me. Se però lo incontro una seconda volta e questi mi rincara la dose, farò una fatica enorme ad osservare il comandamento “non adiratevi … siate miti con tutti”, almeno che non abbia nel cuore una cosi grande passione di amare il Signore e perdonare come il Signore ci dice sette volte settanta, allora ci manteniamo. Normalmente, se vogliamo seguire il Signore, la soluzione la cerchiamo nell’ordine dello sforzo cercando di compattare la propria volontà su quell’obiettivo. Per quanto però ci sforziamo di compattarci, il massimo risultato sarà di non rispondere male, ma tenere il cuore pulito ci sarà impossibile, perché ognuno , vorrebbe avere la sua giustizia o rispetto o altro e non perché il nostro cuore non abbia la possibilità di accedervi, ma perché sceglie la via sbagliata....... Alla prossima c'è ne già tanto da riflettere.

In questo video fa comprendere cosa sia la vita spirituale e le sue dinamiche.

Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...