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giovedì 25 ottobre 2018

Visitare il carcere che vive in me!

Visitare i carcerato che è in me.
     Con questa quinta opera di misericordia corporale, potremmo entrare nel profondo  di noi stessi, noi tutti portiamo all'interno un di carcere per la nostra anima, ma partiamo brevemente dall'inizio.
Questa opera intesa anche come liberare i prigionieri, nel medioevo a fare questa opera, c'erano i Mercedari che liberavano i prigionieri o schiava anche a costo della loro vita, chiedevano anche soldi e curavano questa pastorale, oggi questi si occupano del sociale cambiando il loro stile.
    Visitare i carcerati non è una cosa abituale, a volte si ha anche un pò di pregiudizio nel visitarli proprie per le loro storie, sarebbe bello che qualcuno andrebbe e gli porterebbe anche un semplice pensiero, anche se oggi bisogna avere permessi particolari per entrare, chiedere ad uno di questi come ti senti in questa situazione o cosa provi in te stesso, non tanto la visita ma il suo stato d'animo sarebbe un gran cosa, è ci farebbe capire quanti pregiudizi ci portiamo verso di loro. 
     Cosa dice Gesù che pure liberava prigionieri e ammalati, un pò tutti siamo prigionieri di noi stessi, quali sono i nostri carceri?
   Nel Vangelo vediamo che ci sono anche degli apostoli rinchiusi in carcere, Dio manda degli angeli a liberarli, a dare sollievo ai prigionieri con la buona notizia, così anche noi dovremmo chiedere di mandarci degli angeli a liberarci dalla nostra prigionia le paure, i giudizi, le avversità, i preconcetti, le etichette, la depressione e tante altri carceri che ci chiudono e ci bloccano, oltre ad invocare lo Spirito Santo e gli angeli del Signore per uscire fuori da questi incubi, ci sono mediazioni di persone, che ascoltano, ti amano, hanno cura di te. Queste sono le opere di misericordia, avere a cuore gli altri nella propria semplicità e nel farsi prossimi agli altri, senza avere poteri particolari, a volte basta anche una semplice parola e l'ascolto che li fa sentire accolti e amati nella loro diversità, disaggio, e scelte che per noi possono essere non condivise, accettare le loro nevrosi e condividerle insieme a loro, quanti risultati potremmo avere e anche benefici in noi e in loro che si sentiranno liberi dai loro carceri, a volte e più facile una semplice visita che entrare nella loro dimensione e stato d'animo, dovremmo avere più a cuore questo che una semplice visita. C'è lo conceda il Signore per intercessione dei santi francescani e dell'Immacolata che ci possiamo far carichi e compagni di questi carceri che ci bloccano il saper gustare la vita che il Signore ci dona conle sue meraviglie e doni. Amen.



Il Signore ti dia pace e gioia!

lunedì 22 ottobre 2018

VESTIRE GLI IGNUDI - DARGLI DIGNITA'


     VESTIRE GLI IGNUDI DARE RISPETTO.
   Quale grande verità è questa opera di misericordia, non tanto per il vestire materialmente ma dare dignità e rispetto agli altri.
    Vestire gli ignudi, ci troviamo nella terza opera di misericordia corporale, è già dal tema ci fa capire cosa significa ma scendiamo più in profondità senza fermarsi solamente alle parole, sicuramente ci diamo fare per questa opera, tutti abbiamo un buon cuore quando cerchiamo di soccorrere l'altro anche se per cose molto superficiali se posso dire in questo modo, quante beneficenze, c'è chi addirittura dona anche vestiti nuovi, o comprarli per gli altri, anche alcuni negozi danno abiti nuovi, magari fuori stagione, questa è una grande opera di carità anche nella nostra parrocchia si fa questa raccolta, ma ovviamente non significa solo questo, vestirli materialmente, ma anche dare dignità alle persone, rispettarle, non umiliarle, farle sentire amate nonostante la loro condizione sociale anche se la nostra e migliore, ma senza farli sentire perciò inferiori, a farle sentirle amate per quello che sono, nei giorni d'oggi c'è poca autostima specialmente nei giovani, si può notare da come a volte si espongono, ovviamente non tutti sono cosi, cercano di ricoprirsi con le ultimissime novità, capi firmati e costosi, ma in realtà possono essere nudi, a volte sono molto indecisi, questo perchè a volte non hanno sostegno dai genitori o formatori, ma anche perchè vogliono essere subito autonomi e grandi, ma anche a chi non ha niente che si sente un pò escluso forse perchè non possono permettersi certe cose, la bravura e proprio questa sentirsi fratello di tutti, sull'esempio di san Francesco, ne umiliava nessuno e ne faceva umiliare nessuno magari per il suo stile di vita, chi di noi non vorrebbe essere criticato davanti a tutti, ridicolizzato, imbarazzato dagli altri, solitamente come autodifesa tendiamo di stare sempre al di sopra degli altri quando ci sentiamo colpire, proprio perchè ci sentiamo nudi dinanzi a queste situazioni di qualcuno che si fa imbarazzare, ecco perchè la povertà va accompagnata con l'umiltà insieme alla carità, perchè l'una completa l'altra, mai devono camminare da sole ma sempre l'una nell'altra, questo è il vero cammino da fare. Buon cammino di santità con la benedizione del Signore.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 10 ottobre 2018

DARE DA BERE AGLI ASSETATI D'AMORE!

Dare da bere agli assetati di giustizia, di consolazione, d'amore.
           Il problema dell'acqua è un problema da anni specialmente nelle popolazioni lontane e in via di sviluppo, nelle zone povere l'acqua è veramente un dramma, a volte bisogna farsi kilomentri a piedi, ed umanamente il problema dell'acqua e un vero problema nella società che cerca sempre i suoi interessi e tante popolazioni rimangono privi di acqua potabile se non a pagamento. Invece dell'interesse pubblico spesso si arriva ad un interesse economico ed egoistico. questa piccola parentesi ci apre ad un mondo particolare, non sempre si e corrisposto a fare entrare nella propria casa gli assetati, probabile per le varie paure di malintenzionati che purtroppo aumentano sempre e si ha ragione, questo è un gesto di carità concreta dare da bene o portare una bevanda calda, come alcuni volontari già lo fanno, magari non a casa ma in strada, è un gesto che fa sentire accolto e amato, un gesto di attenzione verso un fratello che noi cerchiamo di intravedere il Cristo povero e assettato, come un altro aspetto potrebbe essere in casa di ospiti ci si offre l'acqua o il caffè, come segno di affetto e di accoglienza, di cortesia.
    Ma passiamo ad un altro aspetto che riguarda la sete che cerca Gesù nella Samaritana, Gesù oltrepassa le barriere e non guarda il gruppo di appartenenza, ma vuole instaurare un dialogo e poi vuole far capire chi è lui e di quanto ne abbiamo bisogno della sua acqua anche se al momento non sappiamo di cosa stia parlando, quando prendiamo coscienza di chi è e cosa vuole apriamo gli occhi, ma spesso e troppo tardi. 
     Ma dare da bere agli assetati non solo il semplice abbeverarsi ma si può andare al dì la e vedere che si ha bisogno di una sete di amore, di giustizia, di perseveranza, di carità, è Gesù vuole placcare questa sete, l'acqua che Gesù ci da è il suo spirito, quante volte Gesù ci invita ad andare da lui, a nutrirci di lui, a sentire il bisogno di lui, quante volte abbiamo desiderio di incontrarlo attraverso il povero, il semplice, l'anziano, il medicante, ma non lo riconosciamo, forse perchè siamo ancora pieni di noi stessi perchè quel gesto che facciamo ci deve portare gratificazioni, l'amore e gratuito, Gesù ci da l'acqua dal suo costato gratuitamente, ci dona il suo Spirito d'amore per un amore incondizionato, è di quest'acqua che noi ci dobbiamo saziare, del suo corpo e del suo sangue che ci condurrà alla vita eterna pregustandola già da adesso. 
   Per concludere, l'opera di misericordia non è prima di tutto una prestazione umana, ma piuttosto è una espressione di fede, non è una azione ma una reazione dal fatto che in noi sgorga la sorgente di amore che appaga la nostra stessa sete.   

 

Il Signore ti dia pace e gioia!

lunedì 1 ottobre 2018

OPERE DI MISERICORDIA CORPORALI 1


   Sfamare gli assetati di giustizia, i lontani, gli esclusi.
Prima opera di misericordia.
   Pace e gioia a tutti voi carissimi, dopo l'introduzione sulla opere della misericordia vogliamo intraprendere la prima che sarebbe "dare da mangiare agli affamati", un opera molto bella, sia spiritualmente che umanamente, però ricordiamoci sempre, che la misericordia di Dio esige anche dagli esseri umani che dimostrino misericordia, invece quante volte facciamo all'incontrario o meglio ancora la strumentalizziamo per i nostri scopi ed interessi. 
  La misericordia quindi in questi casi non deve essere mai semplicemente una disposizione dell'animo, interiore, ma è anche e sopratutto un agire continuo, una prassi, un stile di vita insomma nel quotidiano, nel lavoro, in famiglia, in comunità, tra amici, ma attenti non farla diventare una cosa scontata o che perde valore.

   Dare da mangiare agli affamati non è semplicemente un cibo, anche quello, ma sempre con lo spirito della gratuità, vedere cristo in quella azione come si ricorda il vangelo ma senza esaltazione, ma un dare un qualcosa che gli tocca come la giustizia, una dignità, una speranza, l'accoglienza, un sentirsi amati dalla società, ma sempre con la virtù della prudenza perchè il furbetto che ne approfitta lo troviamo sempre, non entreremo in questioni politiche ma anche lì ci sarebbe molto da dire, come ad esempio il progredire per il vero bene e sviluppo della società.  
   Anche Gesù lo fece; basta vedere quante famiglie sono in disagio, il sociale e tanto altro, è vero che in tanti cercano di seguire Gesù facendo anche delle beneficenze, anche per i paesi in povertà, questa è una risposta concreta al messaggio di Gesù, ma in tanto approfittano pure per truffare in qualche modo, perciò i "no" che vengono detto, magari in modo caritatevole ma a volte anche tristi evidentemente c'è un perchè, ma ci si critica perchè non c'è carità, è questo scoraggia molto. 
    Le nostre decisioni non devono finire a svantaggio degli altri, questi in tutti i campi che si opera.
    Con la nostra elemosina, anche se fatta con generosità caritatevole a volte capita che si ci umilia il poveretto, c'è lo ricorda anche Gesù nelle sue parabole, il povero va aiutato ma anche fatto sentire accolto per la sua condizione di vita, non è soltanto un da fare ma un essere per fare, esperienza personale mi è capitato di invitare poveri a pranzo che non volevano venire e gli dissi allora vengo io da voi a mangiare, oppure l'esempio di san Francesco che in piena notte senti un suo frate che diceva ho fame, Francesco per non farlo sentire in colpa e umiliato mangiò insieme a lui ed anche altri lo fecero in letizia, 
    Un altro aspetto di questa opera di misericordia è la ricerca di affetto, fame di affetto, di amore, di essere compresi, di stima, fiducia, a volte diamo per scontato tutto ciò, invece queste cose sono molto importanti, in particolare nel mondo di oggi.
   Un altro aspetto ancora o l'attenzione di chi ha un ruolo come responsabile di una azienda, di una famiglia, una comunità del sociale, capire quale siano i bisogni che realmente si abbia, la produttività dipende tanto da questo atteggiamento di capire al meglio di cosa si ha bisogno per armonizzare bene la vita propria, dell'altro nel quotidiano. Anche Gesù lo fece alle folle che disse ai discepoli date voi da mangiare a loro.
In conclusione, la condivisione ci apre ad un mondo nuovo, alla ricchezza dell'altro, alla positività, al dono e al servizio del Regno per la vita eterna. 
   Francesco come ha vissuto questa opera di misericordia? 
Quante volte lo abbiamo letto, l'amore che aveva per il povero, per il fratello, per il pellegrino e forestiero, ma tutto ciò ha iniziato con se stesso avendo misericordia accettandosi, riconoscendosi, perdonandosi, ma senza fare ne vittimismo ne buonismo, ma reale, sincero, cosi ha ringraziato il padre celeste compredendo la Sua misericordia per noi che non ha confini.

Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...