MEDITANDO LE BEATITUDINI 2
Il Signore ti dia pace e gioia!
Beati gli afflitti perchè saranno consolati da Dio.
Continuiamo la nostra avventura, questa beatitudine che parla più che altro della sofferenza ma, la sofferenza sofferta per amore della croce e per la vita eterna.
Già con questa breve introduzione si può comprendere tutto il suo messaggio di speranza e di consolazione, ma vediamo più da vicino questa beatitudine, il personaggio che ci accompagnerà in questa avventura è l'apostolo delle genti, San Paolo che della sofferenza ne ha fatto una missione per il Regno di Dio e per la salvezza delle anime.
Questi beati, sono coloro che fanno esperienza della loro fragilità e debolezza umana, ma che sperano nel Signore in cui confidano speranza e consolazione.
Ovviamente la sofferenza etimologicamente non è una beatitudine, il beato non è colui che soffre, ma accettando di soffrire in un certo modo per una nobile causa, per causa del Vangelo diventa beatitudine evangelica.
La sofferenza come la povertà, è una condizione propriamente umana, dal peccato e dall'obbedienza.
proclamare quindi beati gli afflitti vuol dire che sono beati quelli che soffrono nella consapevolezza di tutto il male che regna nel mondo e nel cuore di ogni uomo, proprio a causa del suo allontanamento da Dio per mezzo del peccato entrato nell'umanità.
San Paolo nella lettera ai Romani che le sofferenze del mondo non sono paragonabili alla gloria eterna, le sofferenze del mondo passano e non solo che un soffio, invece le gloria eterna è l'eternità non finirà mai, specialmente se sofferte per una buona causa sull'esempio della croce, dovrebbe essere accettata come passaggio che introduce nella vita nuova che tutti siamo chiamati. Soffrire non è bello ne bisogna auguralo.
Chi vive questa beatitudine non è altro che la beatitudine della croce, solo la partecipazione alla Passione di Cristo nella gratuità rende beata questa beatitudine.
Chi pensa di aggirare sfuggendo alla sofferenza non fa altro che cadere nella disperazione totale nell'autodistruzione di se stesso e si cade nell'inganno.
San Paolo dovette soffrire molto, insieme a gli altri apostoli che ricolmi di Spirito Santo sperimentarono questa beatitudini ricca di grazia, quante tribolazione dovettero subire, nelle lettere Paoline ma specialmente negli Atti degli Apostoli lo descrivono.
Tutta questa sofferenza si trasformerà in gioia proprio perchè la sua causa è l'amore del nome di Gesù, per la causa del Vangelo, per il Regno di Dio e per la salvezza degli uomini.
Gesù ci accetta cosi come siamo brutti o belli, ignoranti o intelligenti, non si vergogna di noi, forse noi si degli altri o di lui stesso, perchè vogliamo la perfezione ma senza sofferenze, ci chiama fratelli e condivide la nostra natura di creature, ma ci vuole rivestire della sua gloria che a volte rifiutiamo per mezzo del peccato, dell'orgoglio, della superbia e della falsa umiltà ipocrita.
Resistere al peccato a causa della sofferenza, ma è una sofferenza giusta e santa, perchè ci fa crescere come figli di Dio perchè ci rende capace di distaccarci dalle glorie di questo mondo per conquistare quelle eterne.
La vita cristiana vissuta nella gioia o nel dolore è sempre una vita di comunione se spesa e condivisa con il Signore.
la croce di Cristo abbracciata per obbedienza d'amore alla croce è il vero e grande tesoro della vita cristiana, è la si può già pregustare in questa terra.
Quanti di noi desiderano la beatitudine eterna, ma pochi accettano di soffrire per la croce, ed è tutto qui, altre parole potrebbero essere di superficiale.
Certo non è secondo la natura umana amare, accettare e condividere la croce, ci fa paura, la nostra natura e debole, fragile, piange, geme, ma se abbiamo la fede, crediamo realmente, mentre si soffre viene sostenuta e consolata da questa forza misteriosa che proviene dalla Spirito Santo che ci da la forza e il coraggio di sopportarla ed amarla.
San Francesco questa beatitudine la vissuta in pienezza, ha sofferto molto per amore del Vangelo, tra rifiuti, disprezzi, allontanamenti, ma specialmente nella sofferenza fisica, aveva circa una trentina di malattie e il suo aspetto gioiva, alla fine ha chiesto perdono a frate corpo per tutte queste sofferenze è poi spirò felice verso l'Amato.
Tanti, anzi tutti i santi non amavano i privileggi, ma desideravano disprezzi e tribolazioni, umiliazioni e sofferenze perchè le trasformavano il dono d'amore.
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