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mercoledì 7 dicembre 2016

FARE GLI AUGURI A NATALE...

 GLI AUGURI DI NATALE.....

                 Stiamo percorrendo il cammino dell'Avvento, un tempo meraviglioso, ricco di novità, di attesa, di speranza, di carità, fatta di silenzi, di ascolti, di gratitudine, sono atteggiamenti che portano ad una certa dolcezza e tenerezza specialmente quando siamo vicini al natale, Che forse è la festa che più aspettiamo, lasciamo stare se sia sobria o di spreco, ognuno con le sue possibilità, c'è anche più gioia nell'aria, almeno che non ci sia una grande sofferenza lasciando perdere le varie crisi che ci sono, ma la cosa più bella sono i famosi auguri sinceri che fanno commuovere a volte, quella ricercatezza di frasi e dediche che ti fanno sciogliere dalle lacrime, personalmente più volte capitato e ancor oggi ringrazio il buon Dio per tanta grazia.
                 Ma ciò che chiedevo in questi giorni cosi diciamo particolari, ma devo aspettare 365 giorni per fare una dedica o lo potrei fare ogni giorno? Magari anche nel silenzio e nella preghiera, la gratitudine quando e pura, semplice, umile, amabile la si riconosce sempre è non soltanto nelle grandi occasioni, ma ogni giorno, in ogni momento, con gesti, atteggiamenti e non solo con parole che pur cantano la loro purezza e sinfonia d'amore. Più volte diciamo negli auguri che il natale non è solamente il 25 ma ogni giorno ed ogni giorno potrebbe nascere il salvatore dentro di noi per testimoniarlo al fratello chiunque sia, ma quando possono essere vere queste parole nella vita quotidiana quando veniamo assaliti da tanti dubbi e tribolazioni, spiritualmente è una grazia averle queste piccole croci come usiamole chiamare perchè possa dimorare la presenza del Signore in noi, invece il nostro caro lebbroso che portiamo in noi ci porta ad strade diverse, come compromessi, interessi, nascondimenti, cosa che e sempre esistita ed esisterà sempre, i santi dopo un lungo cammino di conversione sono riusciti a liberarsi di tutto ciò, con quell'amore incondizionato che solo Dio può donare se ci dono con tutto se stesso a Lui.
              Quindi quali auguri potremo fare a Natale, oltre al rinnovato cammino nel verbo incarnato che viene a darci pace e speranza, se non di una vita senza pieghe ma semplice con le sue sfumature e con le sue debolezze, con il vivere la gratitudine pensando che che non è una cosa scontata di tutti i giorni, ma un dono d'amore, Dio è amore gratuito chi fa esperienza di Lui fa esperienza di amore gratuito, un altro augurio che potremo fare e quello dell'amicizia con Dio, dove possa nascere un dialogo sincero e maturo, come un altro augurio bello potrebbe essere quello di vivere perseveranti nel credo che uno ama e professa, con la coerenza che è sempre un pò faticosa, perchè forse si cerca sempre di ammorbidirla, il mio augurio visto che sono stato un pò lungo e di vivere nella pienezza di Dio con le proprie energie, doni e capacità intellettuali come con le proprie mancanze, debolezze, oscurità, e guarendo il proprio lebbroso con la grazia del essere autentici nella carità di Cristo, Via, Verità, Vita. 
                                                                    Felice Natale.     

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 30 novembre 2016

L'ATTESA CHE SI COMPIRA'

LA FATICA DI ACCOGLIERE GESU' NEL TEMPO DI AVVENTO.
              Anche quest'anno siamo giunti al periodo più bello, in un certo modo, quel periodo che un tempo si aspettava con tanta gioia ed entusiasmo, che ancora oggi lo si aspetta, forse con la logica del consumismo più che della famiglia che si riunisce per sentire tutto il calore di una famiglia. 
       Ma vediamo come ci prepariamo a questo grande evento, che ogni anno siamo chiamati a vivere, certo organizziamo grandi percorsi di catechesi, liturgie, tanti simboli, il periodo di avvento poi e ricco di segni e simboli. 
     Ma ci accontentiamo solo di quello? Ma poi nella vita ordinaria come lo viviamo? Ancora meglio durante l'anno come lo testimoniamo tutti questi segni e simboli che la chiesa ci dona per vivere in mistero dell'incarnazione in noi? Per poi arrivare alla morte e risurrezione. 
     Ma come incarniamo in noi tutto ciò, non devono bastare solo quel periodo per essere buoni e bravi ma deve essere il periodo in cui ogni volta deve accrescere ancor di più il fuoco d'amore che c'è in noi per testimoniarlo ancora più forte, quanti santi in questo periodo si accendevano di passione e di amore per questo evento, come ad esempio san Francesco che serbava tutto nella preghiera per esplodere di gioia in quella santa notte, non perchè era un santo ma perchè lo viveva fino in fondo con un attesa profonda e amorevole, cosa che possiamo fare ognuno di noi, se veramente lo desideriamo che nasca anche in noi quella luce che diventerà la nostra guida e che ci farà superare ogni divisione, ogni umiliazione odii che portiamo dentro, ma ancor di più vogliamo fare, se viviamo il dono della gratuita non aspettiamo il Natale per dimostrarlo ma ogni giorno, con umiltà semplice e carità umile, senza sottolineature, se questo è un periodo di silenzio, di ascolto, di vigilanza, di preparazione, di gioia, e lo sappiamo benissimo, ma facciamo sempre fatica a portarlo avanti perchè la tentazione e sempre più forte a non farlo, forse qualche piccolo atto ascetico ci potrebbe aiutare ad essere più coerenti e perseveranti per esplodere di gioia anche noi come tanti santi, qualche piccola rinuncia, qualche atto di carità, queste cose più le si fanno con gioia e umiltà più le grazie del Signore si compiranno in noi, perciò non dobbiamo temere di perdere qualcosa perchè il premio della consolazione non avrà prezzo.
        Ne avrei ancora di cose da dire, ma visto che già mi sono dilungato troppo mi fermo qui con la preghiera che possiamo riuscire nel nostro piccolo di incontrare veramente Gesù nel nostro cuore cosi ricco di cose che ci tengono distratti, basta poco per accogliere Gesù è non grandi e meravigliose o straordinarie opere, quelle le fa il Signore se trova quel piccolo spazio nel nostro interno dove in cui neanche pensiamo di possederlo. Buon cammino. 

La preghiera vicendevole e la miglior maestra che ci può aprire la strada all'incontro con Gesù.




Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 23 novembre 2016

TI AMO SIGNORE.



IL MIO CANTO DI OGGI (Preghiera di santa Teresa di Lisieux)
La mia vita è un istante, un'ora che passa, un momento che mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra, non ho altro che l'oggi.
Ti amo Gesù. Tende a te la mia anima... Sii tu il mio dolce sostegno. Regna nel mio cuore. Donami il tuo sorriso, per un giorno solo. Per oggi, per oggi.
Che importa, Signore, se l'avvenire è oscuro... No, io non posso pregarti per il domani... Mantieni puro il mio cuore, coprimi con la tua ombra. E non sia che per l'oggi. Temo la mia incostanza, se penso al domani.
E sento nascermi in cuore, noia e tristezza.
Ciò che voglio, mio Dio, è la prova, la sofferenza. E che sia per l'oggi.
Dovrò ben vederti, tra poco, sulla riva eterna, o Pilota divino, mano che mi conduci! Guida la mia navicella in pace fra le onde in tempesta.
E che sia per oggi. Lascia, o Signore, che mi nasconda nel tuo Volto. Lì il chiasso del mondo sarà spento per me. Dammi il tuo amore, conservami la tua grazia. E sia per oggi.
Presso il divino tuo cuore, nell'oblio di ciò che passa, non temo più il nemico.
Gesù, donami un posto nel tuo cuore. Per oggi, per oggi.
Pane di vita e del cielo, divina Eucaristia, o mistero insondabile, frutto dell'amore, vieni, scendi nel mio cuore, Gesù. E sia per oggi.
Santa, sacratissima Vite, degnati di unirti a me. E il mio debole tralcio ti darà i suoi frutti. Potrò offrirti, Signore, un grappolo dorato. Fino da oggi,
lo non ho che quest'oggi mio fuggitivo per darti in frutto d'amore, questo grappolo di cui ogni chicco è un'anima. Donami tu, Gesù, il fuoco di un apostolo. E sia per oggi.
Vergine Immacolata, dolce stella che irraggi Gesù e che mi unisci a lui,
Madre, lascia che io mi nasconda sotto il tuo velo. E sia per oggi.
Angelo Custode, coprimi con le tue ali, rischiarami con la tua luce. Dolce amico, guida dei miei passi, vieni, ti chiama, aiutami. E sia per oggi.
Voglio vedere Gesù, fuori di ogni nube e di ogni velo. Eppure quaggiù, gli sono tanto vicina... Il suo amabile volto non mi sarà nascosto che per oggi.

Ben presto volerò a dir le sue lodi. Un giorno senza tramonto splenderà sulla mia anima. Allora canterò sulla cetra degli Angeli. Canterò l'oggi eterno.  

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 9 novembre 2016

ENTRARE NEL NOME DEL SIGNORE.


ENTRARE NEL NOME DEL SIGNORE.
     Nei precedenti articoli abbiamo cercato di come poter conoscere più da vicino il Signore, dove trovarlo e come trovarlo, come amarlo e come amarlo, oggi cerchiamo di fare un passo in più nel vedere come entrare nel suo nome e viverlo.
     Entrare nel Nome del Signore Gesù non significa solo contemplarlo, amarlo, lodarlo e ringraziarlo ma di tanto in tanto far nostre per quando ci e possibile la sua passione per il Padre e la sua compas­sione per gli uomini, cercare di avere i suoi sentimenti, i suoi pensieri, vivere qualche esempio, ma vuol dire anche condividere continuamente e in misura crescente, abbassando i nostri colli, la sua umanità, nella quale egli ha assunto la nostra, quale grande dono ci poteva fare, scendere nei nostri panni per rialzarci nella sua divinità. "Rivestire Cristo" (cf. GaI 3,27) è stato l'evento del nostro battesimo che deve intessere tutta la nostra vita, anche se peccatrice ma che puntà in alto da dove apparteniamo cioè alla vita eterna. Il Figlio amato ci ha uniti a sé nel suo corpo, e più egli conforma la nostra umanità alla sua, più ci fa partecipare alla sua divinità, qui san Francesco ci fa da maestro che è diventato l'immagine vivente di Cristo con la sua esemplare vita.
     Quella di Gesù è un'umanità nuova perché è santa, nella sua condizione mortale partecipava delle energie divine del Verbo, senza alcuna confusione ma in una sinergia insondabile nella quale cooperavano la sua vo­lontà e i suoi comportamenti umani. Gesù non è un uo­mo divinizzato: è il Verbo di Dio realmente incarnato. Visto che stiamo per vivere il cammino dell'avvento che che ci prepara a far rivivere questa incarnazione in ognuno di noi mettiamoci all'ascolto sincero e aperto alla sua Parola fonte di vita e di carità fraterna.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 2 novembre 2016

Preghiera a Gesù.

Gesù nostra via (Preghiere dedicate a Gesù di fr. Luciano)
 O dolcissimo vieni in mezzo a noi.
         Noi ti desideriamo con tutta la nostra capacità di amarti, con il nostro limite, che Tu vieni a vivere nei nostri cuori.
         Infiammaci del tuo calore, fa che possiamo  desiderare niente’altro che amarti 
nei fratelli.
         Vieni dolce sposo, amore senza fine, sole senza tramonto, consolatore dei cuori, Tu riempi la nostra vita con il soffio del tuo amore, con l’amicizia che ci nutri, la libertà che ci dai di vivere.
         Noi ti vogliamo accoglierti nel nostro povero cuore, che a volte e pieno del nostro io, e pieno di maldicenza, e oscurato dai mille pensieri che non ci permettono di amare come vogliamo.
      Aiutaci o caro nostro fratello Gesù a liberarci, con l’aiuto del tuo Santo Spirito, a liberarci di questi offuscamenti che ci annebbiano, fra qualche giorno celebriamo la gloriosa Pasqua di Risurrezione, anche noi vogliamo sentirci risorti a vita nuova, perché vogliamo vivere nella gioia della risurrezione e con il cuore pieno di gratitudine per il dono che ti sei offerto per noi sulla croce, dove hai glorificato il Padre e ci hai donato la nuova vita,e preso su di Te i nostri peccati.
    Anche noi vogliamo morire a noi stessi,per gustare quella fragranza del tuo amore e ascoltare la tua voce in noi. Amen.
fr. Luciano

                  







Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 26 ottobre 2016

LA PREGHIERA CI FA SANTI.


LA DEIFICAZIONE DELL'UOMO
      Abbiamo mai pensato che attraverso la preghiera potremo vivere una vita beata insieme alla Divino, quello che si chiama la "Deificazione dell'uomo" sarebbe a dire all'innalzamento dell'uomo alla condizione divina, alla santificazione, essere sacro, consacrarsi totalmente? Come possiamo tutto ciò? Come tanti santi ci hanno dato esempio dalla condizione di peccatori alla conversione di santificazione, vediamo come hanno fatto.    
     Se acconsentiamo attraverso la preghiera umile e sincera a venire in­vasi dal fiume di vita, fino a diventare oceani di misericordia e di perdono,  il nostro intero essere umano con tutte le sue pochezze, sarà tra­sformato totalmente e interiormente, diventeremo alberi di vita, e querce intramontabili, e potremo sem­pre più portare il frutto sempre nuovi ed efficaci dello Spirito: amare, di quell'amore stesso che è il nostro Dio, quell'amore gratuito che ha offerto suo figlio sulla croce per tutti noi. 
      E' necessario perse­verare incessantemente su questo consenso radicale, chi voglio servire "Dio o mammona", non posso seguire due interessi i miei e quelli di Dio o seguo gli uni o gli altri, su questa determinazione del cuore, chiara, trasparente, sicura, con serietà nella quale la nostra volontà si consegna incondizionatamente all'energia dello Spirito santo, come hanno fatto tanti santi che si sono dati totalmente a Dio senza ritenersi nessuna cosa o passione o interessi per essi, ma solo per la glorificazione del Signore, altrimenti e ovvio che siamo nell'illusione del-la conoscenza intellettuale o del discorso su Dio, lo conosciamo, lo insegniamo, lo difendiamo, ma non lo pratichiamo, non lo imitiamo, non lo viviamo e quindi restiamo nell'esteriorità, non traspare in noi ciò che sappiamo di Lui, e finisce tutto nella lacerazione, nella morte. Ma proprio perché quest'offerta del nostro cuore pec­catore si rinnova costantemente, non bisogna immagi­nare la nuova alleanza con Gesù come un semplice incontro personale. 


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 19 ottobre 2016

INVOCARE IL NOME DI GESU'.


SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

     La preghiera a Gesù è il nostro vero ingresso nella li­turgia del cuore, ormai sappiamo che la preghiera di Gesù è proprio la preghiera che a insegnato ai discepoli il "Padre Nostro" e si intravede quando Gesù alza gli occhi al cielo e prega con intimità e fiducia.
     Perché invocando Gesù "sotto l'azio­ne dello Spirito santo" come si dice san Paolo nella 1Cor 12,3, noi entriamo nel mistero del suo Nome ed entrare in questo mistero e come entrare nel mistero della Trinità "Siamo un unica cosi " ci ricorda Gesù. Non è forse così che egli stesso ci insegna a entrare nella preghiera: "Sia santificato il tuo nome"? 
   L'unico nome divino che le nostre labbra e i nostri cuori possono pronunciare in verità è quello di Gesù, nei racconti di san Francesco si racconta che trovava emozione  e si commuoveva nel nominare questo nome e diceva con tanta dolcezza e soavità.
    Tutti gli altri, anche quello di Padre, sono analogie o simboli sempre da purificare. Solo quello di Gesù è vero, in pienezza, ed è questo Nome a conferi­re significato a tutti gli altri, specie a quello di Padre. 
   Quando noi invochiamo "Gesù", i nostri cuori si apro­no all'unico Nome che non è una parola staccata dalla persona cui si riferisce, ma contiene la presenza evoca­ta. E' l'unico che non viene posseduto mentre lo si pro­nuncia, perché apre il cuore attirandolo a Cristo.
       Invocare il Nome di Gesù non è un metodo tra tanti altri, una tecnica di      
    preghiera come quelle che ci sono in tutte le religioni, né una variante del         rito, come nel­le diverse liturgie delle chiese, ma è la dinamica fonda­mentale     dello Spirito nel cuore della sposa: tutta la sua missione si compie in Gesù e    se noi entriamo nel No­me del Signore imbocchiamo l'unica via che conduce       al  Padre. Nominare il suo nome dovrebbe essere una esigenza, un bisogno, una necessità, un vivere quotidiano, se c'è tanta disperazione e tristezza nei cuori è perchè abbiamo smesso di nominarlo. 

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 12 ottobre 2016

PERCHE' DIO SI NASCONDE NELLA VITA SPIRITUALE?


IL SILENZIO DI DIO.

        Quante volte ci capita di aver pensato ma Dio dov'è? 

   Non nel senso diciamo delle sofferenze umane o delle catastrofi quelle è un'altro argomento, ma qui vogliamo intenderci al livello spirituale, cioè la maggior parte dei santi hanno fatto esperienza della notte oscura ossia il silenzio di Dio, l'assenza di Dio nella sua sequela, ad esempio san Francesco, s. Teresa di Calcuta, san Giovanni della croce e tanti altri, eppure sappiamo la loro vita ad immagine di Gesù, eppure essi hanno fatto questa esperienza di silenzio di Dio ognuno nel suo modo, ma poi cosa li ha riservato Dio le alte cime della vita eterna. Allora capiamo perchè si nasconde ad un certo punto specialmente quando pensiamo che ormai siamo immersi in Lui? 

      Il Signore si nasconde per farsi cercare con più ardore dall'anima, la ricerca costante richiede un continuo invocare il nome di Dio, un desiderio sempre ardente di trovarlo. Il re-incontro viene differito per­ché nell'orante cresca il vuoto nel quale ospitare Dio e perché questi un giorno trovi finalmente in pienez­za colui che cercava, Dio si trova quando si ci diventa vuoti e si cerca solo Dio con le sue ricchezze da donare ai fratelli. 

   Quando sembra che Dio non risponda immediatamente ai nostri desideri, è segno che vuole farci doni più grandi

     Dio trascura la no­stra richiesta non perchè non ci pensa ma molto di più proprio perché ha di mira disegni più profondi, perciò la preghiera umile e costante, sincera e amorevole ci porta a spalancare le braccia del Padre.    Il Signore chiama l'anima dalla vetta di un mon­te più alto,  cioè la chiama a un amore più grande: co­sì a poco a poco la innalza, la fa crescere, quando l'abbandono più totale nella sua immensa misericordia e volontà ci porta solo ad amare Lui. Ma prima di raggiungerlo sulla vetta che egli le indica, l'anima deve discendere nella valle e molto più in basso quanto più alta è la vetta. non si può arrivare alle grandi mete se non si scende nelle profondità della propria interiorità.



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 5 ottobre 2016

DIO NON SI STANCA DI ASCOLTARCI.

L’orazione è un incontro amoroso.
Lui desidera ascoltarci e non si stanca mai di farlo in qualsiasi momento della giornata, desidera parlare, e ci parla veramente: occorre che noi ce ne rendiamo conto attraverso la fede, il nostro credere il Lui: si tratta di una sorta di “risveglio”.
Per l’orazione sarà opportuno seguire il consiglio che San Benedetto dà nel Prologo della sua Regola: “Prima d’ogni cosa (ricorda) che tutto ciò che di buono imprendi ad eseguire, devi con insistente preghiera chiedere che sia compiuto da lui”.

C'è da aspettarsi anche che Dio dia l'impressio­ne di tirarsi indietro, quanti santi lo raccontano questa assenza di Dio nei momenti più buii della loro vita, ma ciò è per invitarci ad anda­re più lontano a cercarlo e a custodirlo per sempre. E’ un suo tipico modo di procedere perché non ci fermiamo a quel poco di Dio che abbiamo scoperto ma conoscerlo in profondità come a Lui piace. Dio sembra fuggire, ma è una fuga in avanti: egli tocca, eccita, poi fugge e rilancia. Questo contatto a cuore a cuore Dio non lo interrom­pe mai. Se siamo noi a interromperlo, egli lo riattiva per altre vie, su altri sentieri, questo fa capire quando sia grande il suo desiderio per noi come padre amoroso che cerca i suoi figli.
Bisogna perseverare, accettare di essere messi al­la prova, cosa che a volte ci spaventa, lasciare da parte ciò che ci è di inciampo, preferire Dio a ogni altra cosa, imitare in tutto Gesù Cristo, rinnovare nella speranza il nostro desiderio di lui e la nostra attesa, senza cercare in nessun altro soddisfazione. Egli ci tirerà fuori da noi stessi, ci strapperà a noi stessi e riverserà nel nostro cuore un più alto grado di carità. buon dialogo con Dio.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 28 settembre 2016

VIVERE LA PREGHIERA NEL NOME DI GESU'

Fare ingresso nel Nome del Signore Gesù
     Il titolo potrebbe non rendere l'argomento ma leggendolo con attenzione e avendo qualche lozione di spiritualità può essere molto interessante cosa si vive quando si entra in preghiera e si nomina il nome di Gesù.
   La dinamica della preghiera è la stessa della liturgia, va vissuta poveramente ma a livello profondo nel cuore. La preghiera cristiana non si può definire, così come è indefinibile il mistero di Cristo che essa accoglie e respira e da vita. Il suo impulso si instaura tra le due esperienze di non-sapere: prima che lo Spirito santo prende possesso  di noi non sappiamo come pregare, ma dopo che ci ha fatto entrare per sola grazia nella preghiera di Gesù, non sappiamo che stiamo pregando: quindi preghiamo, semplicemente. Mentre la celebrazione della liturgia si può descrivere a motivo dei suoi segni sacramentali, la li­turgia del cuore è tanto e difficile da descrivere quanto il miste­ro che vive. 
     E' così che il mistero "avvolto di silenzio nei secoli eterni" si dilata nel cuore che crede e spera: in esso diventa "silenzioso amore" come diceva san Giovanni della Croce.
     Lo Spirito santo è il pedagogo della nostra preghie­ra così come è il mistagogo delle   nostre celebrazioni. E' importante come indispensabile incominciare da lui e con lui, altrimenti ci  perdiamo in paraliturgie sterili, belle sole all'esterno cioè al di fuori del cuo­re, ma non vissute nel profondo. Anche qui tutto deve avere inizio dalla liturgia della Parola, che è maestra di vita, non quella in cui moltiplichiamo le parole, ma quella  del Verbo divenuto carne della nostra carne. L'inizio delle celebrazioni sacramentali  esprime questo avvento della parola del Padre nella nostra umanità: l'evangelo, cioè  Cristo, entra nella comunità che lo ce­lebra, lo testimonia e lo vive annunciandolo ai fratelli. 

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 21 settembre 2016

DOVE INCONTRARE DIO.

      DOVE CERCARE IL SIGNORE.
   Quante volte ci capita di dire dove sei Signore? Dove ti posso trovare? Come cercarti? Sembrerebbe strano ma dipende dalla nostra volontà di farsi cercare.
        Nel vangelo di Giovanni troviamo un versetto "Dove abiti?" (Gv 1,38). 
     Il Signore può essere tro­vato soltanto là dove l'uomo accetta di essere incontra­to, il Signore e sempre pronto ad unirsi a noi, a farsi conoscere, ad incontrarci, a piegarsi sulle nostre ferite, a sanarci con la sua misericordia, ma in tutto questo anche noi dobbiamo desiderarlo, metterci alla sua presenza, metterci all'ascolto della sua Parola, solo lì lo possiamo incontrarlo. Quando ci decidiamo a varcare la soglia del nostro cuore scopriamo in esso il luogo in cui scaturisce la sorgente, un mistico diceva Dio riposa nel chiostro segreto del nostro cuore che tante volte lo rimaniamo solo senza poterlo incontrare  perchè impegnati solo con noi stessi: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!" (Gen 28,16).      
      Il Signore è sempre presente in noi, fin dalla nascita, sant'Agostino diceva "bellezza tanto antica e sempre nuova, tu eri dentro di me ma io ero fuori e le tue creature mi tenevano lontane". Presenza a presenza, questa misteriosa ospitalità è l'aurora della preghiera dopo le nostre lunghe notti di evasione o di sonnolenza, i mistici come i santi a volte rimanevano notte intere a pregare, a contemplare, ad adorare, ma a volte sentivano come un vuoto, come a volte diceva anche santa Teresa di Calcutta che sentiva il vuoto della sua presenza, o come san Francesco che ebbe quei anni e non giorni dove tutto sembrava scomparisse ma continuò a credere e a pregare. Per­ché è il cuore che prega, e non le nostre strutture, è vero anche che un clima raccolto, silenzioso possa aiutare molto alla preghiera, ma se non c'è desiderio non c'è preghiera, an­che quelle psichiche, né i nostri determinismi, né i no­stri condizionamenti; tutto questo è indubbiamente il nostro spazio, ma rimescolare i nostri scenari non po­trà mai sostituire la novità dell'incontro, ogni incontro è un incontro d'amore, di relazione, ogni volta è nuovo. Questo può avvenire solo quando il cuore si volge a colui che è... ed è allora che egli viene.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 7 settembre 2016

COME VIVERE LA LITURGIA


VIVERE LA LITURGIA.
Ci siamo chiesti qualche volta da dove inizia il vivere bene le liturgie nella nostra vita quotidiana?
L'effusione che si ha nella vita quando celebriamo le liturgie o la liturgia,  comincia nella preghiera, un incontro di grazia con Dio, qualcuno dice che la preghiera e il respiro dell'anima ed è l'ossigeno per respirare la vita eterna. Il punto in cui il fiume di vita diventa sorgente nell'esistenza dell'uomo è il suo cuo­re, l'oceano dove potersi immergersi totalmente. E' a partire dalla preghiera del cuore che la liturgia diventa vita, il cuore come sappiamo e il centro dove nascono tutte le decisioni e i vari discernimenti. Qui c'è la soglia personale da varcare e nella quale tutto si decide, ma ecco il primo appello al quale ci è difficile rispondere. Se ci sottraiamo a esso, le nostre celebrazioni ridiventano riti e la liturgia resta estranea alla nostra vita, quante volte partecipiamo alle liturgie in maniera abitudinaria e non come incontro o come espressione del nostro stile di vita. Ma se siamo risoluti cioè ben saldi e sicuri nel prega­re e umilmente offerti allo Spirito santo, allora tutto il nostro essere discenderà nel cuore e sarà raccolto alla sua sorgente, si dice dalla preghiera cioè dallo stile di preghiera si riconosce lo stile di vita. Per noi, a livello esistenziale, tutta la di­namica della liturgia vissuta è celebrata parte da qui, dalla intensità della nostra preghiera che si trasforma in vita quotidiana.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 27 luglio 2016

la preghiera dell'amore.


Preghiera Semplice di San Francesco d'Assisi
UN BEL PROGRAMMA PER RICOMINCIARE ALLA GRANDE.

Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch'io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:
Se è: Dando, che si riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen.

Il Signore ti dia pace e gioia!


mercoledì 20 luglio 2016

ESSERE COLLABORATORI DI DIO.

COLLABORATORI DI DIO

        Quante volte ci chiediamo se il Signore ci guarda ciò che operiamo, sappiamo che ci guarda e apprezza ogni nostro sforzo ma non sempre ne siamo convinti, invece se abbiamo quella speranza che ci rende forti sappiamo che il Signore vede i tuoi bisogni e i tuoi sforzi e tenderà una mano per venirti in aiuto. Ti sosterrà e ti renderà saldo come un soldato ben armato e pronto ad andare in battaglia. Non ci può essere sostegno migliore del suo, fiducia totale in Lui. 
    Il pericolo maggiore è che l’anima si consideri capace di trovare in se stessa questo aiuto: in tal caso perderà tutto, il male tornerà a dominarla, si eclisserà la luce che luccicava ancora debolmente e si estinguerà la fiammella che bruciava appena. L’anima deve rendersi conto di quanto sia impotente da sola, cosa che e sempre più difficile, perchè facciamo fatica a fidarci totalmente di Lui; perciò, senza attendersi nulla da se stessa, si prosterni umilmente davanti a Dio, e riconosca nel profondo di non essere nulla. Solo allora la grazia, che è onnipotente, da questo nulla potrà creare tutto. 
     Colui che in assoluta umiltà si affida nelle mani di Dio misericordioso, attira a sé il Signore e diventa forte della sua forza. 
      Pur dovendoci aspettare tutto da Dio e nulla da noi stessi, cionondimeno dobbiamo sforzarci con tutte le nostre capacità per creare qualcosa che possa ricevere l’aiuto divino e che possa essere avvolto dalla potenza di Dio. La grazia è già presente in noi, ma inizia ad agire solo dopo che noi stessi abbiamo agito, colmando la nostra impotenza con la sua potenza. Perciò decidi fermamente l’umile offerta della tua volontà a Dio, dopodiché inizia ad agire senza esitazione e senza riserve.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 13 luglio 2016

NELLA PREGHIERA SOBBIETA' DI MENTE E CALORE DEL CUORE.


LA PREGHIERA PURA.

   Spesso ci chiediamo quale sia la preghiera più gradita o l'atteggiamento per pregare più vicino al Signore, o come fare per non distrarci, queste sono domande solite che ci facciamo o per chi veramente vorrebbe fare un cammino spirituale, per incontrare il Signore per poi viverlo nella propria vita e nella testimonianza di fede.
      Nella vita religiosa o contemplativa, ma anche per chi vive una vita da laico tra lavoro e occupazioni familiari, per avere uno stile di vita, per quanto riguarda, la vita religiosa, si ci orienta la propria vita alla preghiera, sia contemplativa o attiva dipende dal desiderio che si ha nel seguire il Signore e dall'esempio di vita di quel santo che si sceglie, ad esempio: san Francesco, san Domenico, san Benedetto, san Agostino, santa Chiara, santa Rita e via dicendo dove sente più suo quel carisma che hanno seguito questi santi, e ognuno di queste spiritualità nella loro vita religiosa hanno delle Regole da osservare sia sullo stile di vita che nella preghiera, che possono prendere esempio anche per chi vive fuori nella vita quotidiana, ma spesso anche noi ci distraiamo dalle tante attività o preoccupazioni che affollano la mente, e cosi la mente non percepisce il vero profumo della preghiera e del contatto con Dio.
         Un Buon modo per vivere tutto il calore della preghiera è proprio osserva la Regola con zelo e dedizioni come nel primo giorno, e di sapere cosa è la preghiera per chi vive nell'ambito laicale, conservando la sobrietà della mente, il Signore e lo sappiamo bene non ha bisogno delle nostre parole infinite a volte anche vuote ma più che altro e lo stare dinanzi a Lui nel silenzio e con poche e semplici parole, e poi il calore del cuore, il desiderio di accoglierlo, di amarlo, di stare con Lui, desiderandolo, e l'atteggiamento più importante il calore del cuore che brama di stare con Lui. Se quest’ultimo comincia a venir meno, qui si potrebbe chiamare anche "tiepidezza spirituale" già trattato nei blog precedenti, quel non sentire più quell'attenzione verso di lui, in un certo senso trascurarlo perché ho altre urgenze quello che non facevo prima insomma, nonostante lo amo e sento attrazione verso di lui, affrettati a riscaldarlo, vedendo le motivazioni perché si sta spegnendo, non bisogna avere risposte da Dio perché è sempre lì, non essere stanco, persevera anche se non si sente la fiamma primaria, convinto che questa scomparsa è il segno che ti sei allontanato notevolmente da Dio, non c'è da spaventarsi ovviamente ma da meditare, a volte queste sono anche piccole crisi cioè vedere dove stiamo andando.
      Il timore di Dio è ciò che custodisce e ravviva il calore interiore, l'essere consapevole di stare dinanzi a una persona al di sopra di te che di ha donato la vita,  ma sono necessarie, anzi importanti anche l’umiltà, la pazienza, la fedeltà alle regole e soprattutto la sobrietà, non c'è bisogno di sapienze sublime o di alte conoscenza, ma tanta semplicità. 
     Vigila attentamente su te stesso, per amor di Dio! 
    Risvegliati se ti sei assopito e scuotiti in tutti i modi per non cadere addormentato. 
    Confrontati con un confessore o per chi ha un direttore spirituale, ma anche facendosi riconquistare dalla stessa Parala di Dio.      Ovviamente qua ho fatto l'esempio sulla vita religiosa ma questo vale ancor più profondamente per chi vive nel quotidiano tra tribolazioni e avversità, ma se si sa ritagliare quello spazio tutto suo per il Signore e un dono che offro e regalo a Dio.

POTREBBE ESSERE UTILE IN QUESTO VIDEO PER CAPIRE COSA SIA LA TIEPIDEZZA SPIRITUALE,
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Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 6 luglio 2016

FARSI SEDURRE DALLE DELIZIE DELLA PREGHIERA

LE DELIZIE SPIRITUALI E LA LORO SEDUZIONE
       Quante volte ci e capitato o ci capita che abbiamo paura di lasciarci andare completamente alla preghiera a una vita di preghiera, perché ci sembra tutto diverso, ci sentiamo cambiati, amiamo invece di amarci, e questo ci spaventa un pò perché perdiamo un pò del nostro "io", invece è una sensazione molto bella, ciò che orientavamo a noi stessi, le stesse cose le orientiamo a Dio e ci sembra vedere nuovi orizzonti, perciò dici che hai paura di lasciarti sedurre dalle delizie spirituali, quale preghiera del cuore, dialogo intimo, contemplazione, desiderio e timore, pace, serenità interiore, conforto: ma non puoi certo pensare di fare una cosa simile, sembra impossibile o che solo i santi possono farlo! La preghiera non si pratica a motivo della sua dolcezza si pensa come fosse una forma di emotività o piacere, ma perché è nostro dovere servire Dio in questo modo, un bisogno profondo di volerlo servire in tutte le sue forme di servizio, anche se la dolcezza si accompagna sempre ad un servizio autentico, come esempio una passione ma fatta senza amore quale sarebbe il risultato. 
       La cosa più importante nella preghiera è di rimanere davanti a Dio nel rispetto e nel timore, con la mente nel cuore: questo infatti placa e disperde ogni follia ed instaura la contrizione del cuore.
        Questi sentimenti di timore e di dolore alla vista di Dio, cioè la presa di coscienza delle proprie pochezze, il cuore spezzato e contrito sono gli aspetti principali di una autentica preghiera interiore è la verifica di ogni preghiera che ci permette di dire se la nostra preghiera è come deve essere oppure no. Se essi sono presenti, la preghiera va bene, certo non si può pretendere per chi e ancora lontano dal significato di preghiera questo rapporto intimo e amoroso, se invece sono assenti, la preghiera non sta seguendo il suo corso normale e deve essere ricondotta alla sua autentica condizione, cosa che non ci deve spaventare, ma che si deve far comprendere con quanto desiderio ci dobbiamo accostare.
     Se siamo privi di questo senso di dolore e di contrizione, la dolcezza e il calore spirituali possono generare l’amor proprio: è l’orgoglio spirituale che porta ad illusioni perniciose, il sentirsi arrivati perché il Signore mi ha premiato e lo sbaglio più grande che possiamo fare. Allora le delizie e il calore svaniranno, lasciandoci solo il loro ricordo, abbiamo fatto una bella esperienza, ma l’anima continuerà ad immaginarsi di possederli. Di questo devi avere paura, perciò ravviva incessantemente nel tuo cuore il timore di Dio, l’abbassamento e l’umile contrizione, camminando sempre alla sua presenza. Questo è il nocciolo della questione. al prossimo appuntamento.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 29 giugno 2016

La distrazione nella preghiera.

I PERICOLI DELLA DISTRAZIONE 

Quante volte ci capitano le distrazioni nella preghiera, con la bocca lodiamo il Signore ma in realtà pensiamo ad altro o meglio ancora "l'altro" ci impedisci ad avere l'attenzione su ciò che stiamo facendo, diciamo che sia anche normale e può capitare, ma non bisogna neanche prenderlo con leggerezza, se vogliamo instaurare un rapporto vero con il Signore se vogliamo avere un dialogo intimo con Lui. 
       Se per un favore particolare ti sei concesso una piccola distrazione durante la preghiera e non hai vigilato abbastanza sui tuoi occhi, sulla tua lingua e sui tuoi pensieri, perché attratto da altro, un semplice esempio potrebbe essere questo: sei attratto da una pianta particolare e pensi alla sua bellezza e non a quello che stai facendo quando lodi il Signore. Così il calore se n’è andato e ti ha lasciato un vuoto: ciò è male, proprio perché anche per un'attimo l'attenzione al Signore e passato in un secondo piano, se vogliamo fare un esempio su san Francesco si racconta nelle Fonti che un giorno Francesco fece un vaso di terra cotta con le sue mani e se ne innamoro di quel vaso un giorno si accorge che la sua attenzione era più su quel vaso costruito con le sue mani mentre pregava il Signore ma non era in comunione tra mente e cuore quindi lo distrusse. 
         Ritornando a noi affrettati a ristabilire la dovuta disciplina interiore oppure a riceverla di nuovo in risposta alle tue preghiere, una santa di cui il nome non mi ricordo desiderava pregare con la mente e il cuore Dio si racconta che ella riprendeva quella preghiera dall'inizio finché non la recitava senza pensare ad altro. 
      Rinchiuditi e non far altro che pregare e leggere cose riguardanti la preghiera finché la tua attenzione non si unirà a Dio nel cuore e vi si stabilirà uno spirito di contrizione ed una calda tenerezza: questo spirito ti farà capire chiaramente se sei sulla buona strada o se te ne sei allontanato. 
       Potrebbe sembrare che tu consideri l’attenzione alla preghiera come fosse un’austerità eccessiva, mentre invece è la radice di tutta la nostra vita spirituale interiore, non bisogna spaventarsi se le prime volte non riusciamo a concentrarci ma pian piano con il desiderio di avere un rapporto stretto con Dio attraverso la preghiera è un cammino che si fa con il tempo. 
       Questo è il motivo per cui l’avversario vi si accanisce particolarmente contro, usa tutti i mezzi possibili per rappresentare immagini attraenti davanti agli occhi dell' anima e suggerisce pensieri di distrazioni o di favori particolari, bisognerebbe dirsi a se stesso adesso sono impegnato con il Signore senza pensare ad altro anche se le preoccupazioni a volte ci assalgono.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 22 giugno 2016

I FRUTTI NATURALE E QUELLI DELLA GRAZIA NELLA PREGHIERA.

NELLA PREGHIERA TROVIAMO I FRUTTI NATURALI E QUELLI DELLA GRAZIA.
   Continuiamo il nostro cammino per cercare di capire per viverla intensamente, la preghiera porta in se anche dei frutti naturale che poi vengono arricchiti da quelli della grazia per una vita vissuta in pienezza nella sua volontà.
      Nostro compito è l’arte della Preghiera di Gesù, poterla approfondirla, comprenderla e contemplarla per concretizzarla verso il nostro prossimo.             per fare questo dobbiamo cercare di adempierlo in maniera molto semplice, con l’attenzione nel cuore, cioè se vado a pregare devo pensare solo a pregare alla relazione che sto avendo lasciando per qualche minuto fuori i problemi e altro, e conservando sempre il ricordo di Dio. 
         Questo produce da solo i suoi frutti naturali propri della preghiera: raccoglimento della mente, devozione e timore di Dio, ricordo della morte, quiete nei pensieri e un certo calore del cuore. Tutti questi sono frutti naturali della preghiera del cuore chiamata cosi come preghiera intima e personale, un rapporto di dialogo strettamente personale tra due persone, non sono il frutto della grazia; questo dobbiamo tenerlo ben presente, altrimenti ci vantiamo agli occhi degli altri e ai nostri e diventiamo orgogliosi, perciò queste cose ripeto sono cose normali per chi fa una vita cristiana. 
Invece la nostra preghiera comincia ad aver valore solo quando sopraggiunge la grazia, quando si e instaurato un rapporto di fede e di amore e l'opera di Dio inizia ad operare in noi
         Finché abbiamo soltanto i frutti naturali della preghiera, tutto quello che otteniamo è inutile, sia in sé che di fronte al giudizio di Dio: la venuta della grazia è infatti il segno che Dio ha guardato a noi nella sua misericordia. 
         Non posso spiegarti con precisione come si manifesta questa azione della grazia perchè ad ognuno e personale l'incontro con Dio e Dio con noi, l’unica cosa certa è che la grazia non appare prima che abbiano fatto la loro comparsa questi frutti naturali della preghiera interiore. Pace e bene.

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Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 1 giugno 2016

PREGARE CON IL CUORE.

PREGARE CON IL CUORE.

Quante volte desideriamo capire come si prega, per chi si prega e a chi si prega, in questi appuntamenti in maniera sempre sintetica e semplice cercheremo in qualche modo di dare qualche consiglio per sentire i frutti della preghiera e crescere in essi.
Iniziamo a guardare le primizie della preghiera, quali sono le prime cose da fare e da comprendere.                                                                       Prima di tutto bisogna avere l'attenzione e la calda tenerezza del cuore, anche l'ambiente contribuisce per una buona preghiera, oltre allo stato d'animo, che spesso e sempre o distratto o agitato o deluso, ma ci sono alcune regole fondamentali da dover seguire per iniziare una buona preghiera.
Qualsiasi regola di preghiera, vocale, formale, mentale, contemplativa e via dicendo, se viene seguita fedelmente con un certo ritmo e una certa intensità, dedicarsi esclusivamente quei pochi minuti solo a lei, produce come primizie l’attenzione e una la calda tenerezza del cuore, ricordiamoci che quando si prega si è in dialogo con Dio, ma questi sentimenti nascono soprattutto dalla pratica della Preghiera di Gesù, 
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio abbi pietà di me, peccatore.   più la si dice in maniera intensa con tutto se stesso più essa apre le porte alla preghiera come relazione filiale con Dio,  che è ad un livello più alto della salmodia e delle altre forme di preghiera, attenzione però questo non vorrebbe dire che sminuisce, ma che fa capire il valore e l'importanza di questa semplice ma profonda preghiera.                                                L’attenzione nel pregare con calma e senza fretta, fa nascere la calda tenerezza del cuore, il voler stare sempre più tempo in questa relazione - dialogo, la quale a sua volta accresce l’attenzione. Entrambe si rafforzano, sostenendosi l’un l’altra. Conferiscono profondità alla preghiera, stimolando poco alla volta il cuore:  evitando la distrazione e i pensieri futili, conferiscono purezza alla preghiera. La vera preghiera è un dono di Dio, così come lo sono anche l’attenzione e la calda tenerezza del cuore. Pace e bene.

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Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 25 maggio 2016

Concludiamo la figura del padre spirituale.


CONCLUDIAMO LA FIGURA DEL PADRE SPIRITUALE E LA SUA IMPORTANZA PER UN CAMMINO DI FEDE.
In queste settimane abbiamo cercato di sottolineare i punti principali per l'importanza di un cammino spirituale con il proprio direttore spirituale e la sua importante figura, adesso vogliamo concludere in maniere sintetica questo argomento che oggi si fa un pò di fatica a farlo.
La caratteristica principale nel discepolo, figlio/a spirituale, l’abbiamo già detto, è l’obbedienza e un cuore umile e che sappia ascoltare: rinunciare totalmente, anche se occorrono anni, non si pensi che un cammino spirituale si abbiano i frutti nel primo giorno, per riuscire ad avvicinarci a questo obiettivo, alla propria ragione e alle proprie ragioni, in poche parole bisogna abbattere la propria dimora e costruirla con le pietre di Dio. Quella principale del padre spirituale è di configurarsi  a quello che dice Gesù di sé: “imparate da me che sono mite e umile di cuore!”, per aiutare il figlio a vivere quell’obbedienza nella libertà dello spirito, compito molto delicato e difficile a volte, ad ottenere un cuore che sia umile, che non si fondi  sulle proprie qualità, ma  che impari ad innestare le proprie qualità sul dono di Dio, sulla sua Parola e incarnarla giorno dopo giorno.
       Forse la caratteristica che più parla ai cuori oggi è che un padre nello spirito sia un uomo mite, non si stupisca di nulla, non giudichi mai, custodisca la bellezza dei cuori al di là delle apparenze e delle frustrazioni personali e faccia sempre riferimento alla potenza di Dio che suscita la vita, deve far crescere il suo discepolo nello spirito e dare esempio in prima persona come persona spirituale e uomo di Dio.

Un tal tipo di mitezza non si può perseguire come fosse una qualità da ricercare: non è merce che si possa acquistare al mercato, e uno stile di vita che deve esprimersi negli anni seguace del Signore e pieno di fede e un uomo libero dalle proprie passioni.     E’ l’espressione invece, insieme a quella gioia di cui parlavamo sopra, dell’effetto dell’abitazione dello Spirito del Signore in noi. E quando ci è dato di incontrare quella ‘mitezza’ in qualcuno, ci può tornare persino la voglia di diventare santi! Nella nostra tradizione credo sprechiamo troppo tempo per spiegare come si deve agire bene, come si deve evitare il male, ma quasi mai sprechiamo tempo ed energie per far desiderare il Signore, basterebbe anche un semplice atteggiamento quotidiano che rispecchia un atteggiamento che riguarda Gesù, anche semplicemente il suo stile di parlare senza finzioni evangeliche. 
Quando predicava, san Francesco diceva forse delle cose semplici, come ovvie, ma sicuramente faceva desiderare il Signore. E solo un uomo inabitato dal Signore può far desiderare il Signore, chi è innamorato si abbandona all'amato dei suoi desideri. Così è del padre spirituale. Sebbene, in termini concreti, il più delle volte il ministero dei padri spirituali sia consistito nel partecipare ai dolori e alle sofferenze dei cuori, tuttavia proprio in ciò i cuori, sentendosi accolti, venivano consolati.



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 18 maggio 2016

VIVERE IL VANGELO FUORI DALLA COMUNITA' CRISTIANA.

             
   VIVERE IL VANGELO IN UNA COMUNITA' "DIVERSA" DA QUELLA CHE SI VIVE O SI CREDE.
        Nel blog precedente abbiamo cercato di trasmettere almeno spero, qualche emozione che si e provato a stare in quei luoghi, e ci siamo lasciato nel presentare una piccola luce che cerca di tenere accesa quella antica tradizione, quella radice chiamata cristianità dei primi secoli.
              Bisogna ammirare il coraggio di questi religiosi, pur essendo piccole ombre in una terra cosi affascinante ma a volte difficile, per il disaggio che a volte che vivono, il non poter testimoniare il loro stile di vita e la scelta di aver intrapreso la via di Cristo; Più volte ci hanno raccontato che il vivere il Vangelo e forte, infatti nel nostro Paese dove il cristianesimo e diffuso e convive con altre religioni diamo tante cose per scontato, ad esempio le religiose partecipano alla santa messa solo se arrivano gruppi cattolici o una volta al mese quando arriva il sacerdote da fuori, e in più critichiamo pure, l'invito che facevano i religiosi in quelle terre era proprio andare a sperimentare cosa significava vivere il Vangelo in quelle terre, dove era facile che ti sentivi isolato, escluso, allontanato, deriso, per la tua scelta di vita ma nonostante ciò rispettato se riuscivi a penetrare e a farti accettare nella loro logica, ma senza calpestare nulla. Queste sono esperienze che almeno una volta nella vita bisogna sperimentarle, ma cercare anche di viverle ed entrare nei loro panni e vivere proprio da pellegrino, è posso dire che la nostra guida in questo è stata meravigliosa. 
           In quei luoghi si rafforza la fede, si mette alla prova la fede, si ci rapporta con un mondo nuovo, ad esempio quando non si conosce la lingua e si va in panico, ci vuole una volontà decisa di affrontare questa nuova avventura e impegnarsi ad accettarla, vivere una esperienza che non sia la tua è un arricchimento interiore molto prezioso, e poter accettare anche l'altra "diverso" ma uguale a te, che vive un stile diverso, senza pregiudizio ne condanne. 
       Vivere il vangelo in una comunità uguale ma "diversa" aiuta a comprendere il valore e l'importanza di ciò che stai vivendo, qui non si tratta di essere o non essere sapienti o intelligenti o altro, ma, il sapersi porsi nel dialogare, confrontare, relazionarsi, ed in quei giorni abbiamo fatto questa esperienza, con persone nate in quei posti da cui poi e nata una bella relazione, addirittura ci hanno offerte ciò che stavano cucinando in quel luogo per noi abbandonato, e far una foto insieme, oppure mentre loro, (in altro luogo), cercavano di vendere qualcosa li abbiamo invitati a mangiare con noi, con un semplice panino, felici, e poi li abbiano anche accontentati nel comprare qualcosa, nonostante che siamo di diverse religioni, culture, ragione, abbiamo fatto esperienza di comunione fraterna, quindi diversi ma uguali nella comunione fraterna, Gesù non ha fatto cosi con i pubblica e i farisei. 
         Sono sempre convinto che quando c'è rispetto reciproco e non si invade la propria cultura per imporre la propria, si può creare un ponte, diverso ma comunque rimane un dialogo aperto.
         Spero tanto di non avere confuso le idee e creare polemiche inutile non bisogna prevalere sull'altro ma accettarlo e poi dialogare insieme. Pace e bene.   

Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 12 maggio 2016

Nei luoghi degli atti degli apostoli.

CONOSCERE SAN PAOLO SUL CAMMINO DEGLI APOSTOLI.
       
            Dopo un lungo desiderio di conoscere e toccare con i propri piedi e vedere con i propri occhi dove "l'Apostolo delle genti" cosi chiamato San Paolo ti Tarso, Saulo prima della conversione, colui che una volta era colui che perseguitava i cristiani che poi divenne l'esempio mirante per i cristiani dopo la sua conversione e si fece soldato di Cristo fino ad offrire la propria vita per i cristiani.
                 Era il 22 aprile che partirono cinque voli per poter raggiungere l'aereoporto di Izmir (Turchia), un gruppo formato da coniugi, da laici, da consacrati, sacerdoti e una suora provenienti dalle varie parti dell'Italia e dalla Slovacchia, il programma e stato molto impegnativo e vasto, ma meraviglioso per chi e innamorato di quei posti e della storia del cristianesimo e il suo inizio.
            Descriviamo brevemente questi luoghi, in ogni luoghi, purtroppo per noi abbandonati, abbiamo cercato di far rivivere celebrando la santa Messa e letture di spiritualità, per far rivivere quei luoghi per quello che una volta hanno visto, ascoltato la Parola di Dio attraverso santi pastori come san Basilio, Pacomio, san Paolo, gli apostoli, leggendo in ogni luogo o in viaggio un testo patristico, spirituale, biblico, che ci aiutava ad entrare e ambientarci in quei luoghi che hanno visto nascere le prime comunità cristiane, che con le vicissitudini della storia e delle varie epoche hanno visto trasformazioni totali, di culture, religioni e mentalità. Siamo partiti dalla Cappadocia, un luogo meraviglioso dove sono vissuti i famosi "Padri della Cappadocia" alcuni sopra nominati, i primi monasteri, dove e iniziata a svilupparsi la vita anacoreta, a Smirne i villaggio dove San Paolo ha scritto le sue lettere alle sette chiese, Antiocchia, Efeso .., in quei luoghi dove sono stati martirizzati i primi apostoli come Filippo, passando per quella che era chiamata la via Romana, interessante anche conoscere i personaggi come gli imperatori Tiberio, i vari templi dedicati agli dei, come ad Apollo, i popoli chiamati Ittiti, e qua parliamo di migliaia di anni trascorsi, dove la Chiesa inizia a fare i primi passi con i Concili di Efeso, di Nicea, dove viene affermato che Maria è la Theotókos, la madre di Dio,
Il Concilio di Efeso, nell'anno 431, condannò le sue tesi e, affermando la sussistenza della natura divina e della natura umana nell'unica persona del Figlio, proclamò Maria Madre di Dio. Insomma in quei luoghi tra miti, dei e religiosità che faceva fatica a crescere proprio per la fede in Cristo porta ad avere piena fiducia in Lui, invece, delle mentalità pagane dedicate agli dei che portavano a un dio che non poteva salvare, un'altra miniera di storia sono stati i siti archeologici, magari ne parleremo nel prossimo blog, anche della piccola luce che alcune suore e frati cercano con fatica a tenere accesa quella piccola fiamma di cristiani in quei luoghi. Desidererei che rimaniamo con il desiderio che quei luoghi insieme a quello della terra di Gerusalemme possano far si accrescere il desiderio di amare le origine del cristianesimo.






Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 4 maggio 2016

ESSERE BENEDETTI DAL PADRE SPIRITUALE

 La benedizione del  padre spirituale.

Si e facile pensare che per credere non bisogna ragionare, cioè devo credere a chi do fiducia specie nella guida spirituale, ma è anche importante saper ragionare con la propria mente ciò che mi consiglia. Sarà anche vero, ma sicuramente bisogna riflettere molto, pensare tanto ovviamente senza a stare a girare e rigirarsi intorno a se stesso ma avere una mente aperta. Noi pensiamo troppo poco, a volte siamo superficiali o sbrigativi per non perdere tempo, diamo per scontate molte cose della nostra vita e in modo stupido cioè a volte ci complichiamo che poi in sostanza e molto più semplice di ciò che pensavamo. Il nostro cuore non beve tutto, ha molti motivi di riflessione.          Esercitiamoci nella consegna della fede nella linea che indicano i padri o il tuo padre spirituale, e ci accorgeremo che il nostro modo di riflettere acquisterà una luminosità che ci scoprirà continuamente cose nuove nella vita, che prima non vedevamo eppure erano sempre li davanti ma ci giravamo intorno.

       Ora non siamo più abituati, nessuno ce lo insegna più e nemmeno forse saremmo pronti ad accettarlo, a volte non vogliamo neanchè che qualcuno ci insegnasse, ma poterci disporre in obbedienza al punto da non fare nulla senza la benedizione del proprio padre spirituale, ci libererebbe spazi interiori incredibili. Nella nostra tradizione, spesso  prima di fare un’azione si insegnava a fare un segno di croce o pronunziare una benedizione. Qual era il senso? Ogni realtà della vita si presenta come piatta, dentro un guscio. La croce spezza quel guscio e ti fa entrare nei significati più reconditi e misteriosi, assai più consistenti, della vita e del nostro cuore.       Se si agisce così e per ogni azione che facciamo, per ogni pensiero che sorge, chiediamo questa benedizione, si apre un mondo completamente nuovo, spazioso, dove si rinnovano le energie del cuore. Di questo abbiamo oggi bisogno nel cammino spirituale, credo sia questo ciò che più di tutto  cerchiamo, vivere in armonia con se stesso con serenità e apertura di mente alla novità. 

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 20 aprile 2016

Come agire di fronte al dubbio.

Di fronte al dubbio…una scelta di campo.


Quante volte per le vicisitudini della vita, o per l'incarico che svolge o per le responsabilità verso gli altri, abbiamo spesso dubbi, come anche nel campo spirituali quante volte capita chiederci chi stiamo seguendo, come lo stiamo seguendo, e perchè lo desideriamo seguire, e se non abbiamo questi dubbi e diamo tutto per scontato o per superficialità non è un cammino spirituale affascinante ma già realizzato con le proprie logiche, ecco allora l'importanza del padre spirituale o direttore spirituale che fa luce, illumina e interroga l'intelletto.
Quindi, quando siete tormentati dai dubbi, dalle resistenze interiori,  faccio bene o faccio male, dall’inettitudine, dalla debolezza, come reagire, come uscirne? La tradizione insegna:  “per le preghiere (o consigli) del mio padre spirituale”! E’ sufficiente. Non fare leva su nient’altro. Questo affidamento è gradito a Dio e ci ottiene la grazia. 
Spesso voler vincere un difetto o superare una contraddizione si risolve più in vanità personale che in un sincero amore, io basto a me stesso. 
Spesso la nostra preghiera non funziona, perché è vissuta come lo strumento per vincere il nostro dubbio o il nostro peccato. 
E se proprio Dio volesse farci attendere? Spesso siamo tentati a volere tutto e subito!  Quando ti affidi al tuo padre (‘per le preghiere del mio padre’) è come se ti consegnassi, ti fidassi della provvidenza di Dio per te… e sei nella pace, anche quando triboli. Potremmo porci la domanda nel seguente modo: Da che parte vuoi stare? Io sto dove sta il mio padre,  io sto con lui, nonostante tutto. La grazia non tarderà.


Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...