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mercoledì 28 settembre 2016

VIVERE LA PREGHIERA NEL NOME DI GESU'

Fare ingresso nel Nome del Signore Gesù
     Il titolo potrebbe non rendere l'argomento ma leggendolo con attenzione e avendo qualche lozione di spiritualità può essere molto interessante cosa si vive quando si entra in preghiera e si nomina il nome di Gesù.
   La dinamica della preghiera è la stessa della liturgia, va vissuta poveramente ma a livello profondo nel cuore. La preghiera cristiana non si può definire, così come è indefinibile il mistero di Cristo che essa accoglie e respira e da vita. Il suo impulso si instaura tra le due esperienze di non-sapere: prima che lo Spirito santo prende possesso  di noi non sappiamo come pregare, ma dopo che ci ha fatto entrare per sola grazia nella preghiera di Gesù, non sappiamo che stiamo pregando: quindi preghiamo, semplicemente. Mentre la celebrazione della liturgia si può descrivere a motivo dei suoi segni sacramentali, la li­turgia del cuore è tanto e difficile da descrivere quanto il miste­ro che vive. 
     E' così che il mistero "avvolto di silenzio nei secoli eterni" si dilata nel cuore che crede e spera: in esso diventa "silenzioso amore" come diceva san Giovanni della Croce.
     Lo Spirito santo è il pedagogo della nostra preghie­ra così come è il mistagogo delle   nostre celebrazioni. E' importante come indispensabile incominciare da lui e con lui, altrimenti ci  perdiamo in paraliturgie sterili, belle sole all'esterno cioè al di fuori del cuo­re, ma non vissute nel profondo. Anche qui tutto deve avere inizio dalla liturgia della Parola, che è maestra di vita, non quella in cui moltiplichiamo le parole, ma quella  del Verbo divenuto carne della nostra carne. L'inizio delle celebrazioni sacramentali  esprime questo avvento della parola del Padre nella nostra umanità: l'evangelo, cioè  Cristo, entra nella comunità che lo ce­lebra, lo testimonia e lo vive annunciandolo ai fratelli. 

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 21 settembre 2016

DOVE INCONTRARE DIO.

      DOVE CERCARE IL SIGNORE.
   Quante volte ci capita di dire dove sei Signore? Dove ti posso trovare? Come cercarti? Sembrerebbe strano ma dipende dalla nostra volontà di farsi cercare.
        Nel vangelo di Giovanni troviamo un versetto "Dove abiti?" (Gv 1,38). 
     Il Signore può essere tro­vato soltanto là dove l'uomo accetta di essere incontra­to, il Signore e sempre pronto ad unirsi a noi, a farsi conoscere, ad incontrarci, a piegarsi sulle nostre ferite, a sanarci con la sua misericordia, ma in tutto questo anche noi dobbiamo desiderarlo, metterci alla sua presenza, metterci all'ascolto della sua Parola, solo lì lo possiamo incontrarlo. Quando ci decidiamo a varcare la soglia del nostro cuore scopriamo in esso il luogo in cui scaturisce la sorgente, un mistico diceva Dio riposa nel chiostro segreto del nostro cuore che tante volte lo rimaniamo solo senza poterlo incontrare  perchè impegnati solo con noi stessi: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!" (Gen 28,16).      
      Il Signore è sempre presente in noi, fin dalla nascita, sant'Agostino diceva "bellezza tanto antica e sempre nuova, tu eri dentro di me ma io ero fuori e le tue creature mi tenevano lontane". Presenza a presenza, questa misteriosa ospitalità è l'aurora della preghiera dopo le nostre lunghe notti di evasione o di sonnolenza, i mistici come i santi a volte rimanevano notte intere a pregare, a contemplare, ad adorare, ma a volte sentivano come un vuoto, come a volte diceva anche santa Teresa di Calcutta che sentiva il vuoto della sua presenza, o come san Francesco che ebbe quei anni e non giorni dove tutto sembrava scomparisse ma continuò a credere e a pregare. Per­ché è il cuore che prega, e non le nostre strutture, è vero anche che un clima raccolto, silenzioso possa aiutare molto alla preghiera, ma se non c'è desiderio non c'è preghiera, an­che quelle psichiche, né i nostri determinismi, né i no­stri condizionamenti; tutto questo è indubbiamente il nostro spazio, ma rimescolare i nostri scenari non po­trà mai sostituire la novità dell'incontro, ogni incontro è un incontro d'amore, di relazione, ogni volta è nuovo. Questo può avvenire solo quando il cuore si volge a colui che è... ed è allora che egli viene.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 7 settembre 2016

COME VIVERE LA LITURGIA


VIVERE LA LITURGIA.
Ci siamo chiesti qualche volta da dove inizia il vivere bene le liturgie nella nostra vita quotidiana?
L'effusione che si ha nella vita quando celebriamo le liturgie o la liturgia,  comincia nella preghiera, un incontro di grazia con Dio, qualcuno dice che la preghiera e il respiro dell'anima ed è l'ossigeno per respirare la vita eterna. Il punto in cui il fiume di vita diventa sorgente nell'esistenza dell'uomo è il suo cuo­re, l'oceano dove potersi immergersi totalmente. E' a partire dalla preghiera del cuore che la liturgia diventa vita, il cuore come sappiamo e il centro dove nascono tutte le decisioni e i vari discernimenti. Qui c'è la soglia personale da varcare e nella quale tutto si decide, ma ecco il primo appello al quale ci è difficile rispondere. Se ci sottraiamo a esso, le nostre celebrazioni ridiventano riti e la liturgia resta estranea alla nostra vita, quante volte partecipiamo alle liturgie in maniera abitudinaria e non come incontro o come espressione del nostro stile di vita. Ma se siamo risoluti cioè ben saldi e sicuri nel prega­re e umilmente offerti allo Spirito santo, allora tutto il nostro essere discenderà nel cuore e sarà raccolto alla sua sorgente, si dice dalla preghiera cioè dallo stile di preghiera si riconosce lo stile di vita. Per noi, a livello esistenziale, tutta la di­namica della liturgia vissuta è celebrata parte da qui, dalla intensità della nostra preghiera che si trasforma in vita quotidiana.

Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...