Pace e gioia a tutti voi carissimi!
Il Signore vi dia pace!
Questo era il saluto che san Francesco dava a tutti, e questo dovrebbe essere il saluto francescano anche se e poi e più conosciuto il saluto di pace e bene.
Nello scorso articolo abbiamo parlato con semplicità alcuni passi della nuova esortazione apostolica di papa Francesco, su come ogni giorno in ogni azione possiamo sviluppare azioni di santità in qualche modo con gli esempi di tanti santi, continuando a leggere si arrivare nei capitoletti delle beatitudini, le beatitudini hanno tanto da insegnare e tanto da arricchirci, il loro contenuto è veramente enorme, un vero tesoro per poter fare un bel cammino spirituale e umano, che messo in pratica tocca tutti i nostri giorni e le nostre avversità che incontriamo durante la giornata, e nelle beatitudini ci possiamo rifugiare per consolarci le nostre attese o giustizie e trovare serenità, il Papa le descrive in modo molto semplice e pratico, senza perdere il senso teologico, biblico, spirituale.
Le introduce al n° 63 con queste parole:
Dopo aver fatto una piccola meditazione sulla beatitudini riguardando i nostri giorni, dove confidiamo i nostri sforzi, le nostre sicurezze, le nostre logiche, gli ideali, quali sono i nostri limiti e le difficoltà che troviamo nel non riuscire a superale per sentirsi liberi di donarsi sull'esempio di Cristo, in un solo pensiero le racchiude così:
- Essere poveri nel cuore, questa è santità.
- Reagire con umile mitezza, questa è santità.
- Saper piangere con gli altri, questa è santità.
- Guardare e agire con misericordia, questa è santità.
- Mantenere pulito il cuore da tutto ciò che sporca l'amore, questa è santità.
- Seminare pace intorno a noi, questa è santità.
- Accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi, questa è santità.
Scritto cosi sembra non avere senso, però se prese singolarmente dopo aver meditato ogni beatitudini e poi farsi illuminare o riflettere da queste breve parole di cosa sto cercando e come vivere penso che siano un buon punto di partenza o meditazione quotidiana su come ho vissuto la giornata con i suoi alti e bassi.
Che poi se vogliamo aggiungere i Vangeli di questi giorni (Lunedì-martedì), dell'Evangelista Marco, "Signore cosa devo fare per avere la vita eterna?" (Mc 10,17-27) Gesù risponde: và vendi quello che hai e poi vieni e seguimi, e sappiamo bene quale sia la risposta del giovane ricco, che possiamo chiamarle le nostre sicurezze, vogliamo le sicurezze per andare avanti.
Poi sempre nel Vangelo di Marco del giorno dopo troviamo il brano (Mc 10, 18-31) il continuo del brano precedente, troviamo Pietro che li domanda cosa ne avremo in cambio noi che ti abbiamo seguito e lasciato tutto, Gesù risponde: nessuno e mai rimasto deluso ma ha ricevuto cento volte tanto, quindi Gesù li incoraggia e li conforta, ma devono avere fiducia in Lui, anche se devono subire tribolazioni e angosce, la nostra sequela è tutto lì avere il coraggio di fidarci totalmente di Lui è della sua Parola, non dicono la stessa cosa in modo diverso le beatitudini?
Infatti e concludo, nelle letture bibliche e quelle patristiche, per quelli che pregano la liturgia dell'"ufficio mattutino" , troviamo l'esempio pratico sia nella vita di Giobbe che benedice Dio nella disgrazia, sia in sant'Agostino nelle sue "Confessioni", questo suo sentirsi appartenere a Dio ma distaccato dalle cose mondane. Il Signore vi benedica!
Il Signore ti dia pace e gioia!