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mercoledì 14 novembre 2018

LA SETTIMA OPERA DI MISERICORDIA CORPORALE.

L'IMPORTANZA E' IL RISPETTO DA DARE AI MORTI
  Siamo arrivati all'ultima opera di misericordia corporale, per poi continuare a parlare delle sette opere di misericordia spirituale.
Quest'ultima opera "seppellire i morti", anche se e triste dirlo cosi potrebbe essere la più significativa, e anche più importante della nostra vita verso coloro che ci hanno amato e che ci hanno dato la vita e la storia da continuare.
  Dare dignità al defunto è una grande opera di carità cristiana, specialmente se la si vive nella fede della risurrezione in Cristo, anche se si tratta di un momento triste, di sofferenza, di dolore non è facile viverla nella fede.
   Sarebbe ottima cosa se il defunto lo si preparerebbe senza l'aiuto degli addetti delle onoranze funebri, ma che lo facesse la propria famiglia senza delegare altri, come ad esempio vivere quel momento nella preghiera, ricordando la sua storia e di quando bene abbia potuto fare, , addirittura contemplare la morte per chi fa un cammino forte di fede e vedere che quel passaggio terreno va verso la vita eterna, la vera vita, da compimento a tutto il senso della sua esistenza terrena e si completa nella sua vita eterna, pregare per un defunto, tener presente la sua vita, la sua testimonianza perchè non si dimentichi è un gesto veramente dignitoso.
    Quanti santi contemplavano la morte non come tristezza, ma come liberazione è vera vita nel loro Creatore, infatti San Francesco la chiama "sorella morte", come la morte fosse di famiglia, e non una cosa estranea o sconosciuta, in alcuni luoghi per chi sa che sta per chiudersi gli occhi per poi aprirli dinanzi a Dio c'è tutta una preparazione, o che chiede lui o che gli altri fanno per lui, San Francesco chiese di cantare e poi di leggere la Passione, 
 Nella Bibbia, come nelle varie religioni e culture, la sepoltura è presentata come un “atto rilevante” accanto ai trattamenti da compiere sul cadavere.
     L’episodio più commovente è presente nel Libro di Tobia quando Tobi, il padre di Tobia e lo stesso Tobia, per seppellire i molti ebrei della Tribù di Neftali deportati in esilio, rischiavano la vita poiché il re di Ninive aveva proibito questa pratica. 
     l Nuovo Testamento ci addita la sepoltura di Giovanni Battista (Cfr. Mt. 14,12; Mc. 6, 29) e di Stefano (Cfr. Atti 8,2). Ma, la sepoltura più commovente, è quella del Signore Gesù, dopo che Giuseppe d’Arimatea, “uomo buono e giusto” (Lc. 23,50), “lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto” .
     Afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: ”I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale; rende onore ai figli di Dio, templi dello Spirito Santo” (n. 2300).
         Voglio concludere con degli esempi di esperienza personale, visto che opero in una parrocchia abbastanza grande è attiva, e di funerali ne si vedono tanti, una volta vidi entrare una salma di una donna centenaria accompagnata dagli addetti e messa sul tappeto rimase li per diversi minuti da sola, senza nessuno, quella immagine mi e rimasta molto impresa, la solitudine, vedere la nostra realtà, a confronto di altre cerimonie piene di gente, ciò che capitò lo stesso giorno mi sembra prima che di gente ne stava anche troppa, rimasi molto turbato, non saprei esprimere altro.
    Avere davanti la lapide di un defunto, ci permette di ricordare la saggezza, l’amore e la dedizione che abbiamo ricevuto e che non sempre abbiamo compreso ed apprezzato.


Il Signore ti dia pace e gioia!

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