QUESTO BLOG CONTINUERA' IL SUO PERCORSO IN MANIERA OCCASIONALE.
. La vita religiosa è un donarsi amorevolmente al Cristo totalmente e gratuitamente sul suo esempio di povertà, umiltà e obbedienza, cosi come ha fatto San Francesco di Assisi.
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Quante volte per le vicisitudini della vita, o per l'incarico che svolge o per le responsabilità verso gli altri, abbiamo spesso dubbi, come anche nel campo spirituali quante volte capita chiederci chi stiamo seguendo, come lo stiamo seguendo, e perchè lo desideriamo seguire, e se non abbiamo questi dubbi e diamo tutto per scontato o per superficialità non è un cammino spirituale affascinante ma già realizzato con le proprie logiche, ecco allora l'importanza del padre spirituale o direttore spirituale che fa luce, illumina e interroga l'intelletto.
Quindi, quando siete tormentati dai dubbi, dalle resistenze interiori, faccio bene o faccio male, dall’inettitudine, dalla debolezza, come reagire, come uscirne? La tradizione
insegna: “per le preghiere (o consigli) del mio padre spirituale”! E’ sufficiente. Non fare leva
su nient’altro. Questo affidamento è gradito a Dio e ci ottiene la grazia.
Spesso voler vincere un difetto o superare una contraddizione si risolve più in
vanità personale che in un sincero amore, io basto a me stesso.
Spesso la nostra preghiera non
funziona, perché è vissuta come lo strumento per vincere il nostro dubbio o il
nostro peccato.
E se proprio Dio volesse farci attendere? Spesso siamo tentati a volere tutto e subito! Quando ti
affidi al tuo padre (‘per le preghiere del mio padre’) è come se ti
consegnassi, ti fidassi della provvidenza di Dio per te… e sei nella pace,
anche quando triboli. Potremmo porci la domanda nel seguente modo: Da che parte
vuoi stare? Io sto dove sta il mio padre, io sto con lui, nonostante
tutto. La grazia non tarderà.
Quante volte ci siamo chiesti e ci chiediamo, in particolare coloro che fanno un cammino spirituale, un discernimento vocazionale, un cammino di conversione, diciamo quali sono i progetti che Dio ha per noi e come poterli comprenderli? Continuiamo il nostro cammino cercando di capire la figura del direttore o padre spirituale.
Iniziamo con un esempio pratico e reale come due innamorati che poi il cammino spirituale e un cammino da innamorato.
Se mi sento attratto da una persona è perché intuisco che
nell’ incontro con lei il mio cuore riceve il compimento di quello che desidera
(e questo è bello! Il cuore parla e e vive dei sentimenti). Ma se poi io mi servo dell’altro per colmare il mio
bisogno quindi non più un desiderio, per cercare la mia felicità, io non sono più capace di amare e se non
amo, non posso più trovare la felicità e resto fregato…. e l’altro ancor di
più, quando si parla di interessi personali e no di amore come condividere. E’ una legge costante, nella vita sentimentale e nella vita spirituale,
con gli uomini e con Dio. L’uomo soffre immensamente di questa situazione.
Anche nel cammino spirituale, con Dio, si attiva lo stesso meccanismo. Come
venirne a capo? Se non si è accompagnati da qualcuno che abbia già conosciuto e
la sofferenza di questa situazione e la via d’uscita, tutto è tremendamente
complicato e l’uomo alla fine si arrende ecco la saggezza e l'esperienza di padre spirituale che vive di preghiera.
E’ strano come noi immaginiamo l’amore e l’incontro con Dio; ci
attendiamo una ‘beatitudine’ in cui stare come rapiti. Invece, tutte le grandi
realtà della vita comportano un aspetto angosciante, non nel senso di
un’oppressione mortificante, ma nel senso di una partecipazione drammatica, di
una solidarietà nel patimento di ingiustizie e sofferenze. Dio non vive un
amore ‘beatificante’ nei nostri confronti, eppure è appassionato e totale nella
sua benevolenza. E’ l’amore dell’angoscia santa di Gesù: “sono venuto a
portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!C’è un battesimo che
devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12,49). La missione
alle genti della chiesa vive proprio degli echi di questo grido che attraversa
il mondo e la storia. E’ la stessa tensione apostolica, identica alla tensione
del desiderio di Dio, compiuto da Gesù e comunicato dallo Spirito Santo; è la
stessa tensione dei cuori che, mentre sono condotti a Dio, sono guidati a
diventare solidali con l’umanità finché il regno di Dio si compia, finalmente.
La tensione di una gioia che non si dà pace finché tutto in noi e tutti, fino
agli estremi confini della terra, vivano la stessa realtà.Non può
esistere un amore che non solidarizzi con la sofferenza di chi subisce
l’ingiustizia. Ma quale cuore non subisce ingiustizia o violenza?
La via di Dio è proprio quella che allarga la capacità dei cuori di vivere
questa solidarietà stabilmente, nel profondo, in modo che tutto ciò che di
cattivo e di avverso ti sopraggiunge non ti sposti più, non ti vanifichi la
‘perfetta letizia’, segno di quella gloria di Dio che risplende al di sopra di
tutto è qui san Francesco ci fa da maestro che ci fa capire qual'è questa perfetta letizia non e il saper fare o essere, ma il saper amore e accettare per amore di colui che ci amato e si è donato in maniera gratuità per risorgere e vivere nella gloria e nell'amore senza fine.
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Il rapporto e le dinamiche che si attivano tra padre o direttore spirituale con il figlio/a spirituale.
Vorrei limitarmi a qualche indicazione di fondo tra la relazione o dialogo o incontro con il padre spirituale o direttore spirituale, a differenza del confessore, bisogna distinguere le due cose per fare un buon cammino spirituale, potrebbe essere anche la stessa persona, ma deve avere un diverso atteggiamento.
Anzitutto la rinuncia alla
propria ragione e alle proprie ragioni, alle proprie logiche, alle proprie difese, al suo modo di vedere e come un consegnarsi all'altro e questa e la responsabilità più alta per un per un direttore spirituale, saper portare la propria anima quel del figlio/a spirituale e non discepolo che bisognerebbe distinguere anche questi termini, sulla via della santità.
La regola di fondo si può ridurre a
questo: nessuno di noi, ma per natura umana, per quanto desideri il Signore, che lo ami, lo segui nella spiritualità a cui più e attratto nel mio caso quella di san Francesco di Assisi, ma qualsiasi spiritualità, l'importante e cercare di imitare il Signore e vivere la sua parola nella vita quotidiana, per quanto desideri il
paradiso, la vita eterna, la gioia vera, la felicità infinità, per quanto desideri l’amore di Dio, che ci ama sempre nonostante le nostre scelte che ci da la libertà di scegliere e di viverle, ha il coraggio di lasciare
completamente se stesso, lasciare il proprio io, i propri interessi, i propri sogni, progetti e tanto altro e la cosa più difficile. Noi desideriamo il frutto che verrebbe dopo aver
lasciato completamente se stessi: chi è che non vuole avere un cuore
completamente puro, tutti lo desideriamo ma alla proposta di viverlo ci blocchiamo un pò invece di essere spinti a farlo, chi è che non desidera avere un cuore talmente pieno
d’amore da poter incendiare il mondo? Cosi come dicevano alcuni grandi e mistici santi, che poi alla fine del loro vivere questa ricerca dell'amore di Dio su questa terra lo hanno fatto in una maniera meravigliosa.
Ma le condizioni per arrivare a questo, siamo disposti a viverle? E qui ci si gioca tutta la nostra vita, la nostra adesione a Dio, la nostra sequela a Lui, il conformarci a Lui.
Soprattutto per noi occidentali ciò che sembra quasi impossibile fare è
rinunciare contemporaneamente alla nostra ragione e alle nostre ragioni. Ad
esempio, se uno mi incontra per strada e mi dà del cretino, io mi arrabbio,
perché mi sento offeso, ma, ricordandomi del comandamento evangelico, cercando
di essere generoso, non contrattacco, ma non devo avere neanche nel cuore risentimento, ma amarlo e pregare Dio che possa avere uno sguardo diverso verso di me. Se però lo incontro una seconda volta e
questi mi rincara la dose, farò una fatica enorme ad osservare il comandamento
“non adiratevi … siate miti con tutti”, almeno che non abbia nel cuore una cosi grande passione di amare il Signore e perdonare come il Signore ci dice sette volte settanta, allora ci manteniamo. Normalmente, se vogliamo seguire
il Signore, la soluzione la cerchiamo nell’ordine dello sforzo cercando di
compattare la propria volontà su quell’obiettivo. Per quanto però ci sforziamo
di compattarci, il massimo risultato sarà di non rispondere male, ma tenere il
cuore pulito ci sarà impossibile, perché ognuno , vorrebbe avere la sua giustizia o rispetto o altro e non perché il nostro cuore non abbia la
possibilità di accedervi, ma perché sceglie la via sbagliata....... Alla prossima c'è ne già tanto da riflettere.
In questo video fa comprendere cosa sia la vita spirituale e le sue dinamiche.