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mercoledì 29 marzo 2017

SAPPIAMO AMARE LA VITA?

RIFLESSIONI SULLA VITA
BY FR. LUCIANO

            Il tema scelto in questo incontro e molto frequente ed attuale nei nostri tempi saper amare la vita
     Le difficoltà, le tribolazioni, non riuscire a trovare il suo posto nella società, la sua realizzazione, la mancanza di lavoro, di affetto, di stima, porta un po’ ad abbandonarsi, a prendersela con la propria vita e a volte anche con il Signore, perché tutto questo, diciamo subito che non è facile dare una immediata risposta, ma a volte siamo anche noi a non comprendere i valori e i doni che possiamo ricevere dalla vita, a volte si basiamo troppo sulle nostre forze e capacità e tralasciamo un pochino l’Amato, a volte ci rimaniamo male c’è la riprendiamo un’altra volta con tutti, da una parte e anche giusto per siamo persone vive e no sepolcri imbiancati, cioè vivi ma morti interiormente, ma deve finire lì, non ci devo pesare ne portarselo lungo i secoli, non dobbiamo bloccarci a questi limiti.
            Per amare la vita poi ci dovremo amare prima noi, nell’accettarci con i nostri limiti , difficoltà, pochezze e miserie, insieme alle doti che abbiamo, ai doni, alle meraviglie che il Signore ci ha donato, dobbiamo sentirci preziosi agli occhi di Dio, proprio per ciò che ha subìto per noi la croce. 
        Perché celebriamo le piaghe del Signore? Giusto per fare qualche preghiera o per rendergli grazie e lode? Ma nello stesso tempo ci dobbiamo sentirci bisognosi del suo amore,dobbiamo sentirci i poveri del Signori, i cercatori di Dio, nel lebbroso che è dentro di noi, con l’aiuto della preghiera, offrendo sacrifici di lode,San Francesco è l’amante della vita per eccezione, è l’amante della creazione, per amare la vita devo amare l’altro e accettarlo con tutto se stesso, che mi sia simpatico o antipatico, ma lo devo stimare come figlio di Dio, non importa il rapporto che ho colui o se ho avuto una grande delusione, ma l’importante e vederlo con gli occhi di Dio.
            Non sprechiamo il dono di una amicizia ad esempio per qualche parola di troppo perdoniamoci, conserviamo  l’amore che ci unisce, l’affetto, non diamo spazio al nemico che ci ostacola con cose di poco conto che a noi ci sembra di grande importanza, spendiamo la nostra vita con tutto se stessi e nei migliori dei modi e con tutte le sue capacità, di esempi ne abbiamo tanti l’eccezione e Santa Teresa di Calcuta tutto da dire, e dando che si riceve il regno di Diodare non significa approfittarsi della personama non tenersi il tesoro dentro di noi se so che ho un dono da donare, che sia la mansuetudine, che sia l’ascolto, che sia la bontà o che sia la pazienza la devo donare per il bene dei fratelli, e non farla morire, che gli altri la pensano come vogliono ma io devo dare il meglio di me stesso valorizzare ogni angolo della mia vita, e amarla con tutte le sue sfumature.
            “Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità”.Anonimo
             Concludiamo con questo aforismo sulla vita:
            "Per la carezza ad un bambini mentre dorme, per la carezza di una mamma, per la sofferenza dell’amore, per una lacrima, per un sorriso, per un abbraccio, per i sogni che si fanno, per i sogni che si realizzano, per i sogni che mai si realizzeranno, per Dio che ci da la forza attraverso lo Spirito, per tutto questo… la vita è “semplicemente” stupenda!!!". Ciò che non ci deve manca e il saper incoraggiare, saper dialogare, non chiudersi, se non riesco lo posso indirizzare a qualche sacerdote o chi potrebbe aiutarlo a comprendere il valore della vita, il togliersi la vita non fa altro che rovinare tristemente la vita di tutti gli altri che la porteranno come una sofferenza inguaribile.  



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 22 marzo 2017

SAPPIAMO PREGARE?

SPUNTI DI RIFLESSIONE SUL SENSO DELLA PREGHIERA
        La preghiera deve essere il nostro nutrimento spirituale, se non capiamo il suo significato, cioè lo stare dinanzi al Signore non arriveremo mai a sentire in noi la necessita della preghiera, il bisogno di pregare, di dialogare con Dio, è la preghiera che ci rende capaci di dialogare con Lui e ci rende fratelli tra noi, e la preghiera che ci nutre, senza la preghiera siamo polvere, quel che facciamo e solo fumo, anche “se realizziamo opere d’arte tutto finisce lì”, invece la preghiera e continuità, se non sappiamo pregare non ci dobbiamo spaventare, prendiamo la Bibbia e incominciamo a leggerla, sarà la Bibbia ad insegnarci a pregare e con quale parole ci possiamo rivolgerci a Dio per mezzo di Gesù, dei profeti e salmisti, ci insegna il modo di come stare dinanzi a Dio, poi stesso la Bibbia ci dirà quali sono i frutti della preghiera, quei frutti che ci fanno sorridere il cuore, essere sereni, sperare in esse, la preghiera non e solo il rosario o altro, ma la nostra vita deve essere preghiera vivente, ricordate P. Kolbe, noi siamo preghiera perché siamo stati redenti dalla grande preghiera di Gesù sulla crocele formule di preghiera che facciamo ci aiutano ad entrare il quel clima di contemplazione per stare dinanzi a Dio, faccia a faccia, cuore a cuore con Dio.
         Il Metropolita Anthony Bloomm dice: “che La preghiera è ricerca di Dio, incontro con Dio,e andare oltre quest’incontro nella comunione”.
       La preghiera nasce dalla scoperta delle profondità dell’ essere, non solo siamo circondati dal visibile ma anche e specialmente dall’ invisibile.
        “Un incontro è vero solo quando sono vere le persone che si incontrano”. L’incontro e reso ancora più intimo e autentico quando c’è sincerità e onesta tra le persone, noi facciamo fatica essere sinceri, ci creiamo il Dio dei pensieri non quello di Gesù, il Padre.
       Voglio concludere con questo proposito per iniziare a pregare in maniera umile, “il punto di partenza, se vogliamo pregare , è e deve essere la certezza che siamo peccatori bisognosi di essere salvati”, che siamo lontani da Lui e che non possiamo stare senza di Lui e ne vivere senza il suo amore, quello che possiamo dargli e il nostro desiderio di essere degni di essere accolti da lui dal nostro pentimento, ma questo non deve diventare pesante non ci deve deprimere, insomma per dirla in breve dobbiamo essere onesti e sincere con noi stessi. 
     Abbiamo cercato di dire alcune linee fondamentali sulla preghiera,ma non sono che alcune gocce in un oceano ricco di amore verso Dio, ora vediamo di andare un oltre e scendere più in profondità, cosa si realizza nella preghiera?
    L’evangelo ci insegna che il regno di Dio e dentro di noi. Se vuoi cercare Dio, prima cercalo dentro di te e poi lo troverai nei fratelli, se non riusciamo a trovarlo dentro alle nostre tenebre, nella nostra interiorità, difficilmente lo troveremo al di fuori, perciò bisogna cercare Dio attraverso il cuore. Abbiamo detto che la preghiera e ricerca di Dio, e un andare incontro a Dio, ma se non conosciamo il nostro “io” come possiamo andargli incontro?
    L’incontro fra Dio e noi nella orazione continua, la preghiera incessante, parte sempre dal silenzio. Ma dobbiamo distinguere due tipi di silenzio: “quello nostro”, quello interiore, esternamente sembra che tutto tace, ma se entriamo nel nostro mondo interno ci sembra un terremoto in continua agitazione,non e facile fare silenzio dentro di noi, faremo il silenzio quando porteremo il nostro “io” al di fuori di noi stessi, “poi c’è il silenzio di Dio”, che come tanti santi hanno potuto sperimentare, la notte oscura, ti ritrovi a vivere il venerdì santo, dove ti sentirai solo e abbandonato da tutti, e il silenzio più duro da accettare, Dio che non mi risponde. Ma un incontro non acquista spessore e pienezza se le due parti che si convergono non diventino capaci di tacere l’una con l’altrafino a quanto abbiamo bisogno di prove certe o di segno o azione, non raggiungiamo ancora quella profondità e pienezza che tanto vogliamo raggiungere. Va molto più in profondità quel silenzio intimo in cui troviamo Dio, finché non facciamo esperienza di deserto, noi soli con la parola che ci deve penetrare fino nell’ interiorità profonda, non vivremo il silenzio interiore.
    Dio deve stare sempre al centro della nostra attenzione, il nostro raccoglimento può essere falsificato in vari modi. Ad esempio quando siamo in preghiera silenziosa e raccolta e preghiamo per qualcosa che ci preoccupa ci sembra che tutto converga in un'unica preghiera, ma non è vero, perché al centro della preghiera non c’è Dio ma attenzione è su l’oggetto della mia preghiera. Perché Dio conosce fin troppo bene i nostri pensieri, invece quando siamo coinvolti emotivamente e nessun pensiero si intromette e pensiamo che stiamo dinanzi al Verbo Incarnato e attraverso di Lui il Padre si accorgeremo che c’è tutto un calore particolare in noi, ma questo non vuol dire che non dobbiamo pregare per gli altri o per noi, questo vuol far capire come un pensiero su un bisogno ci tiene lontani da Dio.
     Concludiamo questo piccolo tuffo nell’oceano della preghiera con Giovanni Climaco, che dice “che se uno pensa veramente e sente con profondo sentimento del cuore, di trovarsi alla presenza di Dio mentre e in preghiera resterà immobile come una colonna, e nessuno dei demoni potrà prendersi gioco di lui”. Infine concludo dicendo che la preghiera è vita, armonia, gioia, l’uomo di preghiera e l’uomo pieno di vita con la voglia di vivere e di stare con gli altri, neanche la sofferenza lo fermerà, perché interiormente e pieno di vitalità, Kolbe negli ultimi giorni della sua vita cosa lo rendeva sereno, dopo aver sofferto la fame, la sete,il dolore di tanti, è la fiducia della preghiera e l’abbandono in essa che gli dava sicurezza e serenità nell’accettare quei momenti di crudeli sofferenze, la Vergine ci conceda anche a noi l’arte della preghiera affinché non siamo confusi nell’ora della sofferenza.

Fr. Luciano M
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 15 marzo 2017

"I GRADI DELL'UMILTA' ", DIFFICILE MA NECESSARIA PER LA VITA SPIRITUALE.

IN CHE CONSISTE L' UMILTA'?
    Come possiamo attingere a questa grande virtù che a volte ci sembra cosi difficile da praticare? Anche se vediamo nei santi che la descrivono in maniera da poterla praticarla in un atteggiamento più o meno facile, ma ardua ai nostri occhi? 
Vediamo come ne parlano alcuni santi.
Percorriamo in maniera sintetica come la descrivono alcuni santi e come si distingue la vera umiltà di cuore, e l’umiltà della vanagloria.
Partiamo dai cinque gradi di umiltà di san Francesco di Sales:
Ä Il Primo Grado Dell’umiltà è:
la conoscenza di sé: che consiste nel conoscere le nostre povertà e miserie, ma non solo conoscerle ma anche riconoscerle c’è differenza fra queste, e cosa da poca fermarsi a conoscere solamente.
Ä Secondo Grado è proprio:
il riconoscere che significa dire e manifestare pubblicamente, ma va fatto sinceramente, non solo a parole, come si usa fare, a volte si ci comporta da falsi umili mentre si e gratificati quando ci lodano anche se lo neghiamo apparentemente.
Ä Il Terzo Grado è:
di ammettere e confessare la nostra pochezza e obbiezione quando lo scoprono gli altri: cioè che diciamo con convinzione che siamo un buon a nulla, ma se c’è lo dicono la prendiamo a male, invece, lì dobbiamo dare ragione per essere un buon grado.
Ä Il Quarto Grado è:
amare il disprezzo e rallegrarsi quando veniamo abbassati e umiliati: dobbiamo essere convinti di questo e contenti, bisogna accettare queste regole per poter vivere anche più liberi e distaccati dal raggiungimento dei primi posti.
Ä Il Quinto Grado:

è il più perfetto, ed il più alto grado di umiltà, non soltanto amare il disprezzo, ma desiderarlo, cercarlo e compiacersi per amore di Dio, e sono beati quelli che arrivano a questo livello.
           Vediamo adesso brevemente come alcuni santi  come un padre del deserto DORETEO dI GAZA distingue le varie forme che ci possono essere dell’umiltà:
          Dice Doroteo: due sono i tipi di umiltà, come anche due sono quelli della superbia.
Il primo genere di superbia è:
quando uno disprezzo e rende un nulla il fratello, e si ritiene superiore ad essi. Qui c’è il pericolo che sé non vigila subito su se stesso, succede che i suoi successi li reputa a se stesso ed esclude Dio, cosi giunge al secondo genere di superbia che si insuperbisce contro Dio.
Poi c’è una "superbia mondana e una monastica".
     La prima è: quando si insuperbisce contro il fratello per le sue qualità o virtù;
      La seconda quella monastica è: quella vanagloria per quei sacrifici che fa come il digiuno o le veglie.
Accade pure che ci si umili per la gloria.
        Dice Doroteo che se vogliamo essere superbi siamo superbi per le cose monastiche e non mondane.
Vediamo le due specie di umiltà:
       La prima consiste: nel considerare il proprio fratello più intelligente di noi stessi;
      La seconda è: di ascrivere tutti i successi a Dio.
Questa è l’ umiltà perfetta dei santi che nasce naturalmente dal cuore nel praticare i comandamenti che ci ha lasciati Gesù per poterlo seguire con libertà di cuore.
        Chiaramente dopo che Doroteo che ci ha illuminati sulle varie specie di umiltà ci avviniamo a comprenderla che cos’è questa umiltà e ci serviamo di un altro grande padre del deserto GIOVANNI CLIMACO, nella sua opera intitolata “LA SCALA”, Giovanni dice che chi lo vorrebbe spiegarlo a parole sembrerebbe difficile perché l’argomento e di grande intensità, quando alcuni di loro si radunarono per parlare su cosa vorrebbe dire umiltà ogni uno disse la sua, ma Giovanni non era soddisfatto delle risposte e cosi formulo la seguente definizione:
“L’umiltà è una grazia che si riceve nell’anima e di cui nessuno conosce il nome se non coloro che ne hanno fatto esperienza”; è il nome di Dio che e un suo dono: imparate da me - dice infatti- non da un angelo né da un uomo, cioè da me dalla mia inabitazione dalla mia illuminazione e la mia energia presenti dentro di voi, poiché sono mite e umile di cuore, di pensiero e di spirito, e troverete ristoro dalle lotte e dai pensieri, per le vostre anime.
        Arriviamo alla conclusione e vediamo l’importanza dell’umiltà e ci facciamo aiutare dai santi francescani da P. Kolbe, che la descrive come fondamento necessario per ogni virtù, non si stancherà mai p. Kolbe di dire che l’umiltà sta alla base del progresso spirituale, nella lettera ai confratelli del Mungenzai no Sono dice: “Solo conoscendo meglio noi stessi, il nostro niente, e le nostre debolezze, possiamo disprezzare realmente noi stessi e desiderare che gli altri ci trattino come meritiamo”.
PER P. KOLBE l’umiltà e la conoscenza di noi stessi, più ci rendiamo conto di quel che siamo, non che ci dobbiamo buttare ma rivolgere lo sguardo di gratitudine a Dio per tutto ciò che operiamo, per non dire l’esempio mirabile di frate Francesco che dell’umiltà ne fa uno stile di vita, infatti quanto dice che e il più vile di tutti ed il più piccolo di tutti, non lo dice per vanagloria ma lo dice convinto che veramente si sente piccolo, Francesco dice una grande verità, l’uomo tanto vale davanti a Dio e niente più”, ecco i santi che più ci si avvicinano a Dio più ci si sentono indegni e peccatore; l’umiltà si incarna quando abbassiamo le difese del proprio “Io” e aumentiamo l’amore di Dio, e il desiderio di non essere nessuno per far regnare Dio nella nostra volontà, e non la nostra volontà che regna in noi.

Dice san Paolo : << Io diminuire e lui crescere>>.
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 8 marzo 2017

DESIDERARE I FRUTTI DELLA QUARESIMA.

I FRUTTI DELLA QUARESIMA

       Siamo entrati nella prima settimana di Quaresima ed i Vangeli di questi giorni sono veramente una grazia particolare per un cammino di conversione, abbiamo ancora alcune settimane per riflettere  sul nostro cammino di fede, approfittiamo ancora per conoscere ancor di più la nostra appartenenza a Cristo.
       Quali dovrebbero essere i frutti di ciò che ogni Quaresima ci indica di fare, siamo ancora all'inizio, ma il desiderio dovrebbe essere già oltre, in quel uomo nuovo risorto con il Risorto, uno dei frutti secondo il mio parere è il desiderio di cambiare e valorizzare lo stile di vita quotidiano e spirituale. Come si attua questo? Conoscendo se stessi nelle proprie qualità o doni, ma anche nelle proprie debolezze, nelle passioni disordinate. Nel sapere cosa cerchiamo nella vita, cosa conquistare nella vita, o quali sono i miei interessi egoistici, personali, al bene comune e il valore che gli do a questi progetti e cosa sto facendo per migliorargli, è non sempre e facile entrare in se stessi e toccare quella fragilità di noi stessi perché lì c'è il cuore pulsante di tutto, se non inizio da lì, una volta capiti e accettati, cosa non sempre facile perché il rinunziare a se stessi o morire a se stessi non è mai facile, una volta fatto questo passaggio si desidera poi perfezionarsi nell'amore. Il linguaggio inizia a cambiare perchè sente l'esigenza di avere un tono più mite, più dolce, costruttivo, accetta l'altro con più amorevolezza, anche se non li piace come persona o per quello che fa, non cerca discordie ma cerca sempre parole di bene, questo non vuol dire giustificare o cose simili, magari lo lascia per la sua strada, ha un desiderio più profondo di conoscere Dio, ha un approccio diverso della Sacra Scrittura magari approfondisce qualche brano, cerca modi di crescere più caritatevoli che non è essere gentili al momento, ma uno che si presta all'altro, che si dona all'altro si abbassa per risollevarlo, questo non vuol dire essere sottomessi o cose simile, approfondisce il senso della preghiera fino ad essere il suo stile di vita, supera le contraddizioni, rimprovera e non rinfaccia sia il bene ricevuto che il male, allontana i Vizi capitali perchè pian piano non si riconosce più in esso, è un morendo giorno per giorno sapendo riconoscere in quei atteggiamenti che ormai non li appartengono più di migliorarsi e trasformali; è un cammino lungo ma deve essere costante, graduale e perseverante, accettare le cadute, le sconfitte e i fallimenti, ma in tutto questo ci deve essere la forza di volontà perchè ha deciso di cambiare rotta, si e stancato del solito vivere mediocre, apparente, conflittuale, e via dicendo, in quel momento inizia una nuova avventura, apre gli occhi verso l'orizzonte, cerca di recuperare tutto ciò che lì era ombrato, questo lo si attua solo con il desiderio e la volontà di cambiare e realizzarsi nel Signore perchè ha scoperto un mondo vero, leale, sincero e vitale. buon cammino a tutti ci sentiamo al prossimo blog.    
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 1 marzo 2017

LA QUARESIMA DESIDERIO DI....


QUARESIMA... UN PERIODO DI ....

Oggi Mercoledì delle Ceneri inizia il tempo di Quaresima, il tema della quaresima e molto vasto, è un tempo per ogni cosa, un tempo per riconciliarci, un tempo di crisi, un tempo per riflettere, un tempo di ricordarci chi siamo, un tempo per ascoltare, un tempo pregare, è un tempo per rinnovarci interiormente ed esteriormente, i frutti di questo tempo possono essere tanti, potrebbe essere un tempo per riscoprire tante cose sull'essere cristiani, capire il valore del dono della vita, potrebbe essere un tempo per salvare tante anime che hanno perso la fede, la fiducia, la speranza, la gioia, di essere dei credenti, forse per il non esempio dato, per le delusioni, per le sofferenze e per le varie tribolazioni che ogni giorno, se non si è ancorati a Cristo si fa sempre più fatica a credere e avere fiducia negli uomini, i "mezzi" se si possono chiamare cosi della quaresima ossia il digiuno, come sappiamo non è solo quello del cibo, ma anche il digiuno di linguaggi non costruttivi, o legati a interessi, egoismi, la preghiera che ci aiuta a saperci fidare di Dio, ad entrare nel suo progetto di pace e serenità, ci aiuta a comunicare con tutti, ci aiuta ad avvicinarci a tutti amici o nemici, il primo nemico come sappiamo siamo noi stessi tra il bene e il male, tra il desiderio di convertirci e la tentazione delle nostre passioni, la preghiera ci aiuta a farci sentire figli di Dio e amati come figli del Padre, la preghiera ci aiuta a conoscerci per quel che siamo e non per quello che crediamo di essere, la preghiera ci aiuta a riscoprire la fede di cui facciamo parte, la preghiera ci aiuta a comprendere il valore immenso della vita, la carità invece ci potrebbe aiutare a riscoprire il valore dei sentimenti, del perdono, della misericordia, della mansuetudine, ci potrebbe aiutare a piegarci sull'altro e nel tacere del nostro "io" che tende a voler essere sempre il migliore di tutti e di tutto, ci potrebbe aiutare ad avvicinarci al nostro prossimo con gratitudine e senza interessi, ci aiuta ad amare persone e cose per comprendere il valore di esse che non ci e dato per scontato, ci potrebbe aiutare a migliorare la nostra vita spirituale, ci porterebbe ad un rapporto più reale e sincero con tutti, quindi questi tre grandi strumenti dati quanti frutti potrebbero darci in un futuro, non sarebbe reale dire subito ma con impegno e perseveranza nel tempo e nella costanza, è porterebbero tanti altri frutti ancor più maggiori se fatti con amore e umiltà, in questo periodo c'è ne saranno di cadute e ricadute, ma rialziamoci sempre, senza perdere la speranza, prendiamo l'esempio di Gesù che ben tre volte e caduto sotto il peso della croce è in quelle cadute ci siamo noi, ma sempre si e rialzato con fiducia, poi e stato anche aiutato, quindi non saremo mai soli o abbandonati, ci sarà sempre chi ci asciugherà le lacrime e a consolarci nella sofferenza, se ci facciamo scoraggiare diamo spazio al nemico che in questo periodo si scaglia con tutte le sua astuzie più intelligenti e mascherate da buone azioni, ma tutto ciò scritto fin d'ora si realizzerà solo ed esclusivamente se noi lo vogliamo, se la nostra volontà di abbandonarci in Lui per vivere in Lui e testimoniarlo lo vorrà fare, Dio non agisce se l'uomo non vuole aderire a ciò, a Dio nulla e impossibile se io lo desidero, se è veramente quello che cerco, che bramo, che desidero, se poi voglio vivere con Dio ma nello stesso tempo voglio vivere per me stesso non sarò mai libero di amarlo e di permettergli di guidare la mia vita, approfittiamo di questo lungo periodo per chiedergli la grazia di seguirlo se il mio cuore lo desidera, ci vorrà tempo ma anche la volontà di farlo senza paura, buon cammino a tutti voi carissimi preghiamo a vicenda perchè è l'arma più potente per poterci avvicinarci come figli di un unico Padre.
Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...