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venerdì 14 dicembre 2018

La povertà ricchezza dell'anima..


La povertà fonte di libertà per amare.

Si avvicina il Natale, tra qualche giorno celebriamo la domenica Gaudete, l'attesa si fa vicina, la gioia del Natale si intravede, la luce della incarnazione si rivela, il Verbo diventa creatura, per san Francesco il Natale era la festa delle feste, vedere quel bambino nascere in una cosi povertà di una stalla, con lo stretto necessario, ma di una ricchezza indefinibile, ed è proprio la povertà che lo arricchisce, il non possedere niente di suo, anche san Francesco lo scrive nei suoi scritti e nella Regola, il non possedere niente di proprio per amare nella totale libertà nel seguire il Cristo che nasce povere è muore povero per scelta e non per obbligo, ed è questa povertà che ci deve far riflettere, non tanto il fatto di avere o non avere che potrebbe passare anche in secondo piano, ma essere povero senza essere legato a nulla, tante volte siamo schiavi di noi stessi è non tanto di ciò che possediamo o non possediamo, ma delle sicurezze che ci danno quelle cose, e non confidiamo in quelle necessarie in colui che veramente ci dona la sua vita, nasce per incorporare le nostre povertà, per essere sempre più simili a noi, nasce per darci consolazioni, speranza, fiducia, a nessuno di noi piace essere povero perchè abbiamo paura di non essere considerati, di essere messi in disparte, quante volte desideriamo una qualche gratificazione, anche a noi stessi c'è lo chiediamo, come siamo bravi, invece la povertà che ci viene chiesto, la minorità che ci insegna Francesco è proprio questa il mettersi in secondo piano e stare gioiosi, anche il peccato ci rende schiavi, la gelosia ci fa  chiudere nel nostro egoismo di essere sempre migliori, l primi posti che desideriamo ci offuscano l'orizzonte, la mancanza di umiltà non ci fa conoscere la nostra umanità, la tenerezza che potremo avere viene ingannata da un amore di interessi, la gioia dell'incontro vero non avviene per causa dei pregiudizi, dell'etichette, io non sento il fratello come fratello perchè non è perfetto come me, invece se avessimo il dono della povertà tutte queste cose le potremo gustare in una dolcezza incredibile è il Natale sarebbe un qualcosa di gioia esuberante cosi come lo viveva san Francesco che al nominare isolo nome di Gesù bambino si toccava le labbra bellissimo, quante volte per un rancore siamo freddi, distaccati, quanti sorrisi che facciamo che non sono sorrisi, ma sono un apparente star bene, invece se siamo liberi dentro perchè amiamo realmente e sappiamo perdonare quel sorriso è un vero sorriso che contamina e fa bene anche al cuore, desiderare il natale in questo modo è come desiderare di avere una ricchezza inestimabile, è un desiderare un Natale vero, bello, libero e pieno di emozioni, nonostante le tragiche tragedie di questi tempi, un pò troppo e spesso stanno succedendo in questo periodo, non bisogna scoraggiarsi  anche se ci chiede di fare un pò di pulizia, riordinare, per prepararci ad una festa, che non deve essere solamente quella tradizionale, lo stare in famiglia, il divertirsi, il vedersi dopo tanto tempo sono cose meravigliose e fanno dimenticare un pò di tristezza e qualche sofferenza, a volte e anche un riconciliarsi, ma è molto più importante cercare di fare qualche in avanti per gustare tutta la dolcezza del Natale, anche se ci sono sofferenze, tragedie che ci hanno stravolto, litigi, ma pensiamo per un attimo che colui che nascerà ci donerà sollievo, conforto, forza e coraggio per superare questi tristi momenti che ci hanno segnato la vita, il natale serve proprio per questo a riacquistare quella serenità, quella fiducia, quella certezza e consolazione che ci da il Signore, che non ci lascerà nonostante ci possono essere sofferenze, eppure abbiamo visto quante tragedie in questo anno, l'ultima qualche giorno fa, ma non perdiamo speranza, non perdiamo fiducia, Lui viene per noi, non restiamo freddi, arrabbiati, delusi, ma ringraziamolo nonostante tutto. SIA QUESTO IL MIO AUGURIO IN PREPARAZIONE DEL NATALE, OGNI BENEDIZIONE POSSA SCENDERE SULLE VOSTRE FAMIGLIE. PACE E BENE.  



Il Signore ti dia pace e gioia!

martedì 27 novembre 2018

L'ARTE DI SAPER CORREGGERE PER AMORE DELLA CROCE

AMMONIRE CHI CADE IN ERRORE PER AMORE DELLA CROCE.
Abbiamo concluso da poco le opere di misericordia corporali ed ora volgiamo lo sguardo alle opere di misericordia spirituali, anzi dire volgiamo il desiderio di una vita nuova ricca di umanità e di Spirito divino, cerchiamo di contemplare tutto ciò che andremmo a vivere come un vivere per una nuova e rinnovata umanità, quante volte il Signore a ammonito gli apostoli,i discepoli, si deve capire che ammonire significa avere un amore particolare per il fratello, sarebbe meglio dire ammonire chi cade in errore, ma qui si innesta un doppio significato  anche se sembra contrastanti, perchè c'è il rischio di farsi maestri gli uni degli altri, invece potrebbe essere un modo di crescita umana e spirituale di grazia e di elevatezza.Questa potrebbe essere una grande scuola di umiltà reciproca di servizio e di carità fraterna, non si tratta di essere o nono essere migliore dell'altro, qui si potrebbe cadere nel farsi maestri e scendere nell'orgoglio della superbia,ma dimostrare di aver avuto misericordia perchè anche in me il Signore a usato misericordia nei miei fallimenti o nei miei peccati, è un saper trasmettere un bene che ho ricevuto e che dono per non far sbagliare , un ascolto reciproco che rende armoniosa e vitale la vita di ognuno, quante volte cadiamo nel farci giustizia perchè condannati ingiustamente. Ammonire colui che si trova nel buio dell’errore è uno dei doveri fondamentali del cristiano: un comandamento del Signore da conoscere e tramandare a memoria. Non dobbiamo mai dimenticarci che nessuno è solo e che c’è un vincolo spirituale che ci rende responsabili dell’altro. Proprio per questo la Chiesa considera questo precetto un’opera di misericordia spirituale che potremmo tranquillamente abbinare a quella corporale di vestire gli ignudi.  Abbi nel cuore la radice dell’amore, e da questa radice non potrà procedere se non il bene». La radice salutare dell’amore, coltivata nel fertile terreno dell’umiltà, ci libera dai nostri peccati e ci predispone a correggere i fratelli con la pazienza e la benevolenza che viene da Dio. Anche san Francesco in una della sue ammonizioni ha scritto un testo sulla correzione fraterna fatta con carità è umiltà, l'umile sa cogliere il bene dell'ammonizione, il superba conserva in se sempre un pò di rancore o di rabbia perchè vuole essere sempre dalla parte della giustizia e della ragione umana. Invochiamo lo Spirito Santo che in questo prossimo Avvento in preparazione del Santo Natale possiamo accogliere con docilità e umiltà l'ammonizione sull'esempio del Vangelo, ama, perdona, e sii misericordioso. 


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 14 novembre 2018

LA SETTIMA OPERA DI MISERICORDIA CORPORALE.

L'IMPORTANZA E' IL RISPETTO DA DARE AI MORTI
  Siamo arrivati all'ultima opera di misericordia corporale, per poi continuare a parlare delle sette opere di misericordia spirituale.
Quest'ultima opera "seppellire i morti", anche se e triste dirlo cosi potrebbe essere la più significativa, e anche più importante della nostra vita verso coloro che ci hanno amato e che ci hanno dato la vita e la storia da continuare.
  Dare dignità al defunto è una grande opera di carità cristiana, specialmente se la si vive nella fede della risurrezione in Cristo, anche se si tratta di un momento triste, di sofferenza, di dolore non è facile viverla nella fede.
   Sarebbe ottima cosa se il defunto lo si preparerebbe senza l'aiuto degli addetti delle onoranze funebri, ma che lo facesse la propria famiglia senza delegare altri, come ad esempio vivere quel momento nella preghiera, ricordando la sua storia e di quando bene abbia potuto fare, , addirittura contemplare la morte per chi fa un cammino forte di fede e vedere che quel passaggio terreno va verso la vita eterna, la vera vita, da compimento a tutto il senso della sua esistenza terrena e si completa nella sua vita eterna, pregare per un defunto, tener presente la sua vita, la sua testimonianza perchè non si dimentichi è un gesto veramente dignitoso.
    Quanti santi contemplavano la morte non come tristezza, ma come liberazione è vera vita nel loro Creatore, infatti San Francesco la chiama "sorella morte", come la morte fosse di famiglia, e non una cosa estranea o sconosciuta, in alcuni luoghi per chi sa che sta per chiudersi gli occhi per poi aprirli dinanzi a Dio c'è tutta una preparazione, o che chiede lui o che gli altri fanno per lui, San Francesco chiese di cantare e poi di leggere la Passione, 
 Nella Bibbia, come nelle varie religioni e culture, la sepoltura è presentata come un “atto rilevante” accanto ai trattamenti da compiere sul cadavere.
     L’episodio più commovente è presente nel Libro di Tobia quando Tobi, il padre di Tobia e lo stesso Tobia, per seppellire i molti ebrei della Tribù di Neftali deportati in esilio, rischiavano la vita poiché il re di Ninive aveva proibito questa pratica. 
     l Nuovo Testamento ci addita la sepoltura di Giovanni Battista (Cfr. Mt. 14,12; Mc. 6, 29) e di Stefano (Cfr. Atti 8,2). Ma, la sepoltura più commovente, è quella del Signore Gesù, dopo che Giuseppe d’Arimatea, “uomo buono e giusto” (Lc. 23,50), “lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto” .
     Afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: ”I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale; rende onore ai figli di Dio, templi dello Spirito Santo” (n. 2300).
         Voglio concludere con degli esempi di esperienza personale, visto che opero in una parrocchia abbastanza grande è attiva, e di funerali ne si vedono tanti, una volta vidi entrare una salma di una donna centenaria accompagnata dagli addetti e messa sul tappeto rimase li per diversi minuti da sola, senza nessuno, quella immagine mi e rimasta molto impresa, la solitudine, vedere la nostra realtà, a confronto di altre cerimonie piene di gente, ciò che capitò lo stesso giorno mi sembra prima che di gente ne stava anche troppa, rimasi molto turbato, non saprei esprimere altro.
    Avere davanti la lapide di un defunto, ci permette di ricordare la saggezza, l’amore e la dedizione che abbiamo ricevuto e che non sempre abbiamo compreso ed apprezzato.


Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 8 novembre 2018

ABBI CURA DI TE ... VISITARE GLI INFERMI!

VISITARE GLI INFERMI.

La sesta opera di misericordia corporale ci porta anche ad un opera di carità bellissima, umile a volte, silenziosa, di donazione e amore incondizionato, visitare gli infermi, non si tratta della solita visita di "cortesia" o di "carità cristiana", ma proprio di una missione di un atto di amore verso il fratello che soffre, quante sofferenze vediamo negli ospedali, almeno per chi ha fatto esperienza ospedaliera, quanti anziani anche soli con la loro sofferenza, questa opera di trascorrere un del nostro tempo con loro è un qualcosa di meravigliosa, andare li per chiedere cosa pensa, cosa desidererebbe, entrare proprio in contatto con la sua persona, non solamente come tante volte andare a fare una semplice visita di qualche minuto un sorrisetto e via, ma vivere per qualche minuto la sua sofferenza e comprenderla.
Ma non solo verso gli altri ma anche verso noi stessi, curare noi stessi, prendersi cura della nostra vita, e della nostra anima e corpo, che spesso scappiamo da essa che ha tanto bisogno del nostro calore affettuoso, a volte ci riempiamo di cose da fare senza pensare che il nostro interiore sta soffrendo la solitudine, poter aver cura delle nostre sofferenze interiori, curare le nostre piaghe, specialmente riconciliare con se stessi, perdonare gli sbagli, capire i rancori, e risanare le rabbie.
      Nelle sante Scritture già nell’Antico Testamento chiedono di unire l’osservanza della volontà di Dio alla cura del malato e di chi è nel bisogno, in particolare gli orfani e le vedove. Nel salmo 41 (40) si proclama “beato l’uomo che ha cura del debole” (v. 2) e “discerne il povero”, perché sarà ripagato dal Signore quando giungerà il suo giorno cattivo: il Signore lo sosterrà nella sua malattia e addirittura “gli rifarà il letto in cui egli languisce” (v. 4: sic!). Il malato invoca il Signore nella sua malattia, chiede la guarigione, assume la responsabilità dei suoi peccati, ma attende anche dagli umani dei segni di attenzione, di amore, di cura:  Ecco perché il libro del Siracide attesta la necessità della visita al malato: “Non esitare a visitare gli ammalati, perché proprio per questa azione sarai amato” (Sir 7,35). 
       Nei vangeli, “Conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li curava” (Mt 4,24). Gesù appare come “il guaritore ferito” perché, dedito alla cura, soffre con i malati che incontra, combatte contro il male, invita il malato ad avere fede-fiducia e a mettersi sulla strada della guarigione. Gesù si accostava al malato come luogo in cui Dio era presente, secondo il pensiero dei rabbini suoi contemporanei che affermavano: “Dove c’è un malato, il suo letto diventa il luogo della Shekinà, della Presenza di Dio”. Ma Gesù si identificava pure con il malato: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36). 
   Nella sofferenza non ci dimentichiamo la presenza del Signore se la sappiamo vivere come un offerta di espiazione, o come dono per la conversione dei peccatori, quanti santi ci hanno dato l'esempio che attraverso la loro sofferenza operavano miracoli.
 Non stanchiamo quindi di avere questo cuore solidale per chi soffre specialmente nei bambini che già vivono questa esperienza di sofferenza sia per loro che per i genitori che possano trovare sempre la forza è il coraggio, la fiducia e la speranza attraverso la preghiera, il sostegno solidale di tutti, spesso vengono qui in parrocchia visto che di fronte c'è proprio un ospedale per i bambini e a volte sento anche pianti, Signore dagli coraggio e fiducia in Te. Amen.


Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 1 novembre 2018

L'ESEMPIO DEI SANTI CI STIMOLA AD IMITARLI!

CONOSCERE I SANTI!
       In questi giorni festeggiamo tutti i Santi in maniera solenne, in un unico giorno, per lodare la gloria di Dio attraverso le sue creature che hanno aderito alla sua chiamata, alla sua volontà, testimoniando il suo amore è la concretezza della sua parola che edifica e salva per la vita eterna, Ed il Vangelo di oggi parla proprio di questa santità del quotidiano, come vivere le beatitudine, ma di questo ne parleremo più avanti quando faremo le beatitudini. 
       Ma chi sono i santi, forse dei super eroi, dei grandi studiosi con di come si ci fa santi, persone speciali? 
     Invece sono delle persone comuni, persone che hanno avuto la loro storia di vita, bella o brutta che sia, hanno avuto i loro problemi, le loro tribolazioni, le loro tentazioni, le passioni umane, è poi come sono diventati santi ed alcuni grandi santi, dirlo cosi sembrerebbe facile cioè sono morti a se stessi per poter vivere con Cristo, in Cristo, per Cristo, hanno rinnegato se stessi, hanno rinunciato a se stessi, all'orgoglio, alla prepotenza, all'egoismo, alla superbia, alla vanagloria, alle passioni, ed hanno preferito abbracciare la croce santa, le beatitudini, le opere di misericordia, la povertà di spirito, la carità umile e casta, il rispetto dei comandamenti, hanno sposato la vita cristiana da veri cristiani, da consumarsi fino in fondo per gli altri, si sono spesi fino all'ultimo respiro, hanno testimoniato e prima di testimoniarlo lo concretizzavano e lo vivevano, il loro stile di vita era la preghiera, la carità vera, la trasparenza, la lealtà, la sincerità, amavano il disprezzo del mondo, hanno rinunziato al potere, hanno vissuto il loro quotidiano, con la sofferenza, i problemi della vita, hanno pianto, hanno riso, hanno amato, ma tutto con la parola di Dio facendosi evangelizzare per poi evangelizzare anche solo con l'esempio o gli atteggiamenti, tutti noi lo possiamo fare se abbiamo questo grande desiderio di trasformarci in piccoli chicchi di frumento che messi insieme diventiamo un nutrimento per molti, ciò che caratterizzano i santi che hanno rinunziato totalmente alle loro passioni e logiche umane, hanno chiesto la conversione giorno dopo giorno, fidandosi ciecamente e decisamente della parola di Dio che meditavano e incarnavano, sono riusciti a rinunciare a loro stessi, a volte con sacrifici, con coraggio, decisione, ciò che manca a noi forse e la capacità della rinuncia, vogliamo sempre delle sicurezze e poca fiducia nella parola di Dio, la fiducia la si acquista pian piano con la preghiera, la vera preghiera, con il fidarsi di Dio, e riconoscendosi piccoli e figli bisognosi di Dio come Padre e Creatore delle sue creature amate e onorate da Lui per lo splendido capolavoro che ha fatto in essi. 
  




Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 25 ottobre 2018

Visitare il carcere che vive in me!

Visitare i carcerato che è in me.
     Con questa quinta opera di misericordia corporale, potremmo entrare nel profondo  di noi stessi, noi tutti portiamo all'interno un di carcere per la nostra anima, ma partiamo brevemente dall'inizio.
Questa opera intesa anche come liberare i prigionieri, nel medioevo a fare questa opera, c'erano i Mercedari che liberavano i prigionieri o schiava anche a costo della loro vita, chiedevano anche soldi e curavano questa pastorale, oggi questi si occupano del sociale cambiando il loro stile.
    Visitare i carcerati non è una cosa abituale, a volte si ha anche un pò di pregiudizio nel visitarli proprie per le loro storie, sarebbe bello che qualcuno andrebbe e gli porterebbe anche un semplice pensiero, anche se oggi bisogna avere permessi particolari per entrare, chiedere ad uno di questi come ti senti in questa situazione o cosa provi in te stesso, non tanto la visita ma il suo stato d'animo sarebbe un gran cosa, è ci farebbe capire quanti pregiudizi ci portiamo verso di loro. 
     Cosa dice Gesù che pure liberava prigionieri e ammalati, un pò tutti siamo prigionieri di noi stessi, quali sono i nostri carceri?
   Nel Vangelo vediamo che ci sono anche degli apostoli rinchiusi in carcere, Dio manda degli angeli a liberarli, a dare sollievo ai prigionieri con la buona notizia, così anche noi dovremmo chiedere di mandarci degli angeli a liberarci dalla nostra prigionia le paure, i giudizi, le avversità, i preconcetti, le etichette, la depressione e tante altri carceri che ci chiudono e ci bloccano, oltre ad invocare lo Spirito Santo e gli angeli del Signore per uscire fuori da questi incubi, ci sono mediazioni di persone, che ascoltano, ti amano, hanno cura di te. Queste sono le opere di misericordia, avere a cuore gli altri nella propria semplicità e nel farsi prossimi agli altri, senza avere poteri particolari, a volte basta anche una semplice parola e l'ascolto che li fa sentire accolti e amati nella loro diversità, disaggio, e scelte che per noi possono essere non condivise, accettare le loro nevrosi e condividerle insieme a loro, quanti risultati potremmo avere e anche benefici in noi e in loro che si sentiranno liberi dai loro carceri, a volte e più facile una semplice visita che entrare nella loro dimensione e stato d'animo, dovremmo avere più a cuore questo che una semplice visita. C'è lo conceda il Signore per intercessione dei santi francescani e dell'Immacolata che ci possiamo far carichi e compagni di questi carceri che ci bloccano il saper gustare la vita che il Signore ci dona conle sue meraviglie e doni. Amen.



Il Signore ti dia pace e gioia!

lunedì 22 ottobre 2018

VESTIRE GLI IGNUDI - DARGLI DIGNITA'


     VESTIRE GLI IGNUDI DARE RISPETTO.
   Quale grande verità è questa opera di misericordia, non tanto per il vestire materialmente ma dare dignità e rispetto agli altri.
    Vestire gli ignudi, ci troviamo nella terza opera di misericordia corporale, è già dal tema ci fa capire cosa significa ma scendiamo più in profondità senza fermarsi solamente alle parole, sicuramente ci diamo fare per questa opera, tutti abbiamo un buon cuore quando cerchiamo di soccorrere l'altro anche se per cose molto superficiali se posso dire in questo modo, quante beneficenze, c'è chi addirittura dona anche vestiti nuovi, o comprarli per gli altri, anche alcuni negozi danno abiti nuovi, magari fuori stagione, questa è una grande opera di carità anche nella nostra parrocchia si fa questa raccolta, ma ovviamente non significa solo questo, vestirli materialmente, ma anche dare dignità alle persone, rispettarle, non umiliarle, farle sentire amate nonostante la loro condizione sociale anche se la nostra e migliore, ma senza farli sentire perciò inferiori, a farle sentirle amate per quello che sono, nei giorni d'oggi c'è poca autostima specialmente nei giovani, si può notare da come a volte si espongono, ovviamente non tutti sono cosi, cercano di ricoprirsi con le ultimissime novità, capi firmati e costosi, ma in realtà possono essere nudi, a volte sono molto indecisi, questo perchè a volte non hanno sostegno dai genitori o formatori, ma anche perchè vogliono essere subito autonomi e grandi, ma anche a chi non ha niente che si sente un pò escluso forse perchè non possono permettersi certe cose, la bravura e proprio questa sentirsi fratello di tutti, sull'esempio di san Francesco, ne umiliava nessuno e ne faceva umiliare nessuno magari per il suo stile di vita, chi di noi non vorrebbe essere criticato davanti a tutti, ridicolizzato, imbarazzato dagli altri, solitamente come autodifesa tendiamo di stare sempre al di sopra degli altri quando ci sentiamo colpire, proprio perchè ci sentiamo nudi dinanzi a queste situazioni di qualcuno che si fa imbarazzare, ecco perchè la povertà va accompagnata con l'umiltà insieme alla carità, perchè l'una completa l'altra, mai devono camminare da sole ma sempre l'una nell'altra, questo è il vero cammino da fare. Buon cammino di santità con la benedizione del Signore.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 10 ottobre 2018

DARE DA BERE AGLI ASSETATI D'AMORE!

Dare da bere agli assetati di giustizia, di consolazione, d'amore.
           Il problema dell'acqua è un problema da anni specialmente nelle popolazioni lontane e in via di sviluppo, nelle zone povere l'acqua è veramente un dramma, a volte bisogna farsi kilomentri a piedi, ed umanamente il problema dell'acqua e un vero problema nella società che cerca sempre i suoi interessi e tante popolazioni rimangono privi di acqua potabile se non a pagamento. Invece dell'interesse pubblico spesso si arriva ad un interesse economico ed egoistico. questa piccola parentesi ci apre ad un mondo particolare, non sempre si e corrisposto a fare entrare nella propria casa gli assetati, probabile per le varie paure di malintenzionati che purtroppo aumentano sempre e si ha ragione, questo è un gesto di carità concreta dare da bene o portare una bevanda calda, come alcuni volontari già lo fanno, magari non a casa ma in strada, è un gesto che fa sentire accolto e amato, un gesto di attenzione verso un fratello che noi cerchiamo di intravedere il Cristo povero e assettato, come un altro aspetto potrebbe essere in casa di ospiti ci si offre l'acqua o il caffè, come segno di affetto e di accoglienza, di cortesia.
    Ma passiamo ad un altro aspetto che riguarda la sete che cerca Gesù nella Samaritana, Gesù oltrepassa le barriere e non guarda il gruppo di appartenenza, ma vuole instaurare un dialogo e poi vuole far capire chi è lui e di quanto ne abbiamo bisogno della sua acqua anche se al momento non sappiamo di cosa stia parlando, quando prendiamo coscienza di chi è e cosa vuole apriamo gli occhi, ma spesso e troppo tardi. 
     Ma dare da bere agli assetati non solo il semplice abbeverarsi ma si può andare al dì la e vedere che si ha bisogno di una sete di amore, di giustizia, di perseveranza, di carità, è Gesù vuole placcare questa sete, l'acqua che Gesù ci da è il suo spirito, quante volte Gesù ci invita ad andare da lui, a nutrirci di lui, a sentire il bisogno di lui, quante volte abbiamo desiderio di incontrarlo attraverso il povero, il semplice, l'anziano, il medicante, ma non lo riconosciamo, forse perchè siamo ancora pieni di noi stessi perchè quel gesto che facciamo ci deve portare gratificazioni, l'amore e gratuito, Gesù ci da l'acqua dal suo costato gratuitamente, ci dona il suo Spirito d'amore per un amore incondizionato, è di quest'acqua che noi ci dobbiamo saziare, del suo corpo e del suo sangue che ci condurrà alla vita eterna pregustandola già da adesso. 
   Per concludere, l'opera di misericordia non è prima di tutto una prestazione umana, ma piuttosto è una espressione di fede, non è una azione ma una reazione dal fatto che in noi sgorga la sorgente di amore che appaga la nostra stessa sete.   

 

Il Signore ti dia pace e gioia!

lunedì 1 ottobre 2018

OPERE DI MISERICORDIA CORPORALI 1


   Sfamare gli assetati di giustizia, i lontani, gli esclusi.
Prima opera di misericordia.
   Pace e gioia a tutti voi carissimi, dopo l'introduzione sulla opere della misericordia vogliamo intraprendere la prima che sarebbe "dare da mangiare agli affamati", un opera molto bella, sia spiritualmente che umanamente, però ricordiamoci sempre, che la misericordia di Dio esige anche dagli esseri umani che dimostrino misericordia, invece quante volte facciamo all'incontrario o meglio ancora la strumentalizziamo per i nostri scopi ed interessi. 
  La misericordia quindi in questi casi non deve essere mai semplicemente una disposizione dell'animo, interiore, ma è anche e sopratutto un agire continuo, una prassi, un stile di vita insomma nel quotidiano, nel lavoro, in famiglia, in comunità, tra amici, ma attenti non farla diventare una cosa scontata o che perde valore.

   Dare da mangiare agli affamati non è semplicemente un cibo, anche quello, ma sempre con lo spirito della gratuità, vedere cristo in quella azione come si ricorda il vangelo ma senza esaltazione, ma un dare un qualcosa che gli tocca come la giustizia, una dignità, una speranza, l'accoglienza, un sentirsi amati dalla società, ma sempre con la virtù della prudenza perchè il furbetto che ne approfitta lo troviamo sempre, non entreremo in questioni politiche ma anche lì ci sarebbe molto da dire, come ad esempio il progredire per il vero bene e sviluppo della società.  
   Anche Gesù lo fece; basta vedere quante famiglie sono in disagio, il sociale e tanto altro, è vero che in tanti cercano di seguire Gesù facendo anche delle beneficenze, anche per i paesi in povertà, questa è una risposta concreta al messaggio di Gesù, ma in tanto approfittano pure per truffare in qualche modo, perciò i "no" che vengono detto, magari in modo caritatevole ma a volte anche tristi evidentemente c'è un perchè, ma ci si critica perchè non c'è carità, è questo scoraggia molto. 
    Le nostre decisioni non devono finire a svantaggio degli altri, questi in tutti i campi che si opera.
    Con la nostra elemosina, anche se fatta con generosità caritatevole a volte capita che si ci umilia il poveretto, c'è lo ricorda anche Gesù nelle sue parabole, il povero va aiutato ma anche fatto sentire accolto per la sua condizione di vita, non è soltanto un da fare ma un essere per fare, esperienza personale mi è capitato di invitare poveri a pranzo che non volevano venire e gli dissi allora vengo io da voi a mangiare, oppure l'esempio di san Francesco che in piena notte senti un suo frate che diceva ho fame, Francesco per non farlo sentire in colpa e umiliato mangiò insieme a lui ed anche altri lo fecero in letizia, 
    Un altro aspetto di questa opera di misericordia è la ricerca di affetto, fame di affetto, di amore, di essere compresi, di stima, fiducia, a volte diamo per scontato tutto ciò, invece queste cose sono molto importanti, in particolare nel mondo di oggi.
   Un altro aspetto ancora o l'attenzione di chi ha un ruolo come responsabile di una azienda, di una famiglia, una comunità del sociale, capire quale siano i bisogni che realmente si abbia, la produttività dipende tanto da questo atteggiamento di capire al meglio di cosa si ha bisogno per armonizzare bene la vita propria, dell'altro nel quotidiano. Anche Gesù lo fece alle folle che disse ai discepoli date voi da mangiare a loro.
In conclusione, la condivisione ci apre ad un mondo nuovo, alla ricchezza dell'altro, alla positività, al dono e al servizio del Regno per la vita eterna. 
   Francesco come ha vissuto questa opera di misericordia? 
Quante volte lo abbiamo letto, l'amore che aveva per il povero, per il fratello, per il pellegrino e forestiero, ma tutto ciò ha iniziato con se stesso avendo misericordia accettandosi, riconoscendosi, perdonandosi, ma senza fare ne vittimismo ne buonismo, ma reale, sincero, cosi ha ringraziato il padre celeste compredendo la Sua misericordia per noi che non ha confini.

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 19 settembre 2018

AMARE COME I SANTI.

AMARE COME I SANTI!
    Con le stigmate di san Francesco è iniziata una settimana all'insegna del martirio dei santi, la donazione più alta che ci possa essere nella santità, il morire per amore o per amare.
   Con le stigmate non c'è dono più grande che il Signore può fare all'uomo, questo gesto d'amore, anche se nella definizione delle stigmate troviamo scritto è come un premio dell'Altissimo verso il suo servo che ha vissuto e testimoniato perfettamente ciò che desidera Dio, amare, vivere, testimoniare, trasmettere, sperare, donarsi secondo i suoi precetti descritti nel Vangelo, Francesco come sappiamo non era solamente un uomo di preghiera o la preghiera fatta uomo, ma lui era preghiera  vivente, si è cosi trasformato in preghiera e la sua vita era un unica cosa con la preghiera, che non vuole dire le solite preghierine recitate, la il vero senso del significato della preghiera, dono di gratitudine e di ringraziamento per ogni cosa, per la vita, per le tribolazioni, nelle stigmate troviamo il vero mistero di una vita dedicata e donata al Signore.
    Dopo le stigmate troviamo un altra figura bellissima, forse non tanta percepita o colta nel suo significato o solo per quello che noi chiamiamo il santo dei voli o come il protettore degli studenti, ma se analizziamo la sua vita, cosa ha caratterizzato il suo stile di vita, la sua scelta, le sue tribolazioni, le rinunzie, quando in qualche modo lo hanno segregato, allontanato dalla gente, scopriremo che san Giuseppe da Copertino è una figura meravigliosa, semplice, ordinaria, infatti sia il Vangelo che le letture sono uno specchio della sua vita, di semplicità, donazione, generosità, ma a volte anche di durezza, e di una trasformazione giorno dopo giorno, vediamo come il signore agisce in questi cuori che si dedicano totalmente a Lui, come un altro santo francescano San Francesco Caporosso il suo esempio di carità e dedizione all'altro è stato edificante per molto la sua testimonianza, nello stesso giorno il martirio di san Gennaro Vescovo martire, ucciso per voler testimoniare il Vangelo di Cristo e grazie al suo sangue ha potuto salvare tante anime e ha dato coraggio a tanti che testimoniare con la vita il Nome di Gesù si ha un premio celeste inestimabile, anche la festa dei santi martiri coreani morti per la fede e perseverando fino all'ultimo fino alla morte il valore prezioso del Vangelo fino a farsi torturare e uccidere, lì non si è più se stessi ormai si vive per l'altro è l'altro e Dio e per la vita eterna per tutta l'eternità, come anche la festa dell'Apostolo evangelista san Matteo, come ha potuto trasformare la sua vita in uno sguardo fatto da Gesù, convertire la propria vita non è una pratica di ascesi o di penitenza, ma una scelta d'amore, di una esperienza che ha segnato la propria vita, dopo ciò si scegli la via dell'ascesi e della penitenza perchè si viene a contatto con una realtà al di sopra della logica umana che ti porta ad mete meravigliose, tutto ciò in una settimana, una settimana che si fa intravedere il paradiso attraverso l'esempio di tutto ciò, anche nei vari vangeli e letture bibliche si intravede una certa semplicità nel seguire Gesù, vediamo che Gesù nella sua parole non chiede doti sopranaturali, intelligenza oltre la norma, poteri paranormali, ma la semplicità di un cuore, di un anima che lo desidera, lo accolga, lo ami, lo doni, lo annunci, con tutte le fragilità che ci possano essere nell'uomo,  allora chiediamo per intercessione di questi meravigliosi santi la capacità di saper uscire dai nostri schemi, dalle nostre logiche e di seguire il Maestro nella semplicità della vita. Amen.     


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 12 settembre 2018

LA MISERICORDIA IN SAN FRANCESCO.


Il Signore della misericordia vi doni grazia e pace a tutti voi!
    Con la grazia del Signore iniziamo questo semplice percorso nella semplicità che si baserà sulle opere di misericordia corporali e spirituali, per far bene sia a noi stessi e alla nostra anima sia al nostro prossimo per il bene della sua anima.
   Troviamo nel catechismo della chiesa cattolica questa definizione che sono "le azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità spirituali e umane", già questa definizione fa comprendere che dietro c'è un amore gratuito e incondizionato che si china verso l'altro, il riflesso di aver accolto il Vangelo nella proprio vita e messo all'opera. 
  Se facciamo un sguardo nell'ambito francescano scopriamo che Francesco della misericordia si fa uno stile di vita, è l'esperienza che ha fatto lui stesso del Dio della misericordia sulla sua persona come raccontano i suoi scritti che ha voluto viverla e testimoniarla nella sua vita attraverso il povero, il fratello e il prossimo, per non uscire troppo fuori, è il suo trampolino di lancio; La definizione che ci da il dizionario francescano sulla misericordia è molto interessante, dice "la misericordia è una virtù morale che dispone a comprendere e ad alleviare l'infelicità degli altri ... considerandola come propria e quella del prossimo come vincolo affettivo" , questo vincolo di affetto non è più un qualcosa di impossibile ma un qualcosa che ci fa sentire l'altro come parte di se stesso, quella parte malata che ha bisogno di noi con tutte le nostre fragilità. 
  Nella spiritualità francescana, Francesco ha una ricca idea di contenuti attuali sulla misericordia, rimane estasiato dalla misericordia, poi avverto una certa intimità di rapporto su di esse, interessante questo pensiero, in effetti le opere di misericordia si calano nella nostra intimità che spesso per timidezza ma anche per una umiltà modesta nascondiamo, a volte sembra anche una specie di umiliazione che non sappiamo o che non operiamo, invece se accolta con cuore libero si apre ad un mondo nuovo, si fa sentire fratelli di una grande famiglia che ci sostiene e ci guida e si aiuta a vicenda, anche se sappiamo che ciò non e per niente facile, specialmente chi opera in una parrocchia ed e a servizio degli altri che non sempre ha questo atteggiamento di familiarità, per chi ha grandi ideali questo potrebbe essere utili aprirsi a un mondo nuovo e diventare fratello di tutti.  Il suo più grande insegnamento, San Francesco, è questo: dov'è c'è misericordia c'è la discrezione, infatti quando si opera nel silenzio, nella discrezione, far sentire l'altro accolto e amato nella sua condizione è un grande dono, senza farlo sentire "diverso".
Anche in Santa Chiara della misericordia diventa il suo linguaggio quotidiano, nei suoi scritti troviamo spesso il padre delle misericordia, sia come gratitudine verso Dio che come lode di ringraziamento verso il buon Dio, ed esorta anche alle sue sorelle di questa misericordia in tutte le azioni. 
Dopo questa lunga infarinatura sulla misericordia e le opere di misericordia dal prossimo appuntamento parleremo di ciascuna opera sia umana che spirituale. pace e bene.



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 5 settembre 2018

CAMMINIAMO INSIEME!


La pace e la gioia siano con tutti voi!
Con questa preghiera di San Francesco, riprendiamo il nostro appuntamento ricco di sorprese e di condivisione fraterna, di preghiera, di riflessione, tutto questo lo cercheremo di fare sicuramente con l'aiuto del Signore, ma specialmente con la preghiera di ognuno, il sentirsi uniti come una vera famiglia è un saper creare un qualcosa di veramente bello e armonioso, il sapersi aiutare, condividere le sofferenze e pregare a vicenda, il peso della sofferenza si diminuisce e lo si vive in comunione, non voglio dilungarmi troppo, vi auguro che tutto ciò che faremo vi possa aiutare a camminare nella semplicità evangelica e a far spazio a Gesù per poter vivere nel suo cuore e donarlo a chi ci sta accanto. 

Signore, fa di me

uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna



Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 11 luglio 2018

TEMPO DI RELAX.... TEMPO DI FARE FAMIGLIA.

ESTATE .....RELAX...PREGHIERA... MEDITAZIONI... HOBBY

Pace e gioia a tutti voi carissimi!
Siamo giunti finalmente nel periodo più atteso dell'anno o quasi, in questa breve condivisione, vorrei condividere un semplice pensiero.
In questo tempo di vacanza, l'etimologia ci dice distaccato dal ogni cosa per dedicarci a noi stessi, cosa che dovremo fare ogni tanto per ricaricarci.
Leggevo in un articolo di una rivista, in questo tempo si ferma il calcio, la politica, si aumentano probabilmente qualche lamentela, critica e cose simili, ma non sarebbe meglio creare un qualcosa di nuovo invece di distruggere o lasciar andare?
In questo tempo non si potrebbe come in tanti fanno, dedicarsi a qualche lettura, ad approfondire qualche tematica, dedicarci alle passioni, conoscere meglio il nostro Credo, dedicarci alla famiglia, lo stare in famiglia, fare famiglia, apprezzare l'arte nelle nostre città, qualche opera di volontariato, quindi l'estate potrebbe essere un tempo di ricchezza e di piaceri che rendono il cuore lieto e l'armonia la gioia di vivere.
A tutti voi buone vacanze, buone esperienze e buona santificazione. Il Signore vi benedica! 

Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 27 giugno 2018

IL VALORE DI ESSERE VERITIERI CON SE STESSI!

CHI è IL FIGLIO DELL'UOMO PER NOI?
  Nel nome del Signore la pace e la grazia sia con voi e con le vostre famiglie!
  In questa settimana troviamo la Parola del Signore, viva e penetrante come sempre, questi giorni ci tocca nel profondo, nelle nostre abitudinarietà del quotidiano, la nostra fragile condotta, tranquilli non voglio essere tragico e pessimista, ma per far comprendere come sia facile che cadiamo anche e penso involontariamente in queste cose.
  Nel Vangelo di Mt 7,1-5 (lunedì); un Vangelo molto breve ma cosi intenso è attuale, il giudicare è il saper guardarsi prima di guardare, a volte ci è cosi facile parlare degli altri che non avvertiamo che stiamo facendo del male gratuito, anche se e solo un confronto o a fin di bene o un semplice ragionamento, a volte dall'apparenza non giudichiamo per essere "santi", ma nel cuore cosa nascondiamo? 
  Il saper togliere la trave nel proprio occhio c'è bisogno di un cammino di consapevolezza delle proprie fragilità, rabbie, fallimenti, ma anche tanta grazia che il Signore ci dona ogni giorno, non dico che sia sbagliato salvare l'altro mentre noi siamo messi male, ma che sia un camminare insieme, un cammino di amore e di conversione, un sapersi avere cura l'uno con l'altro,sapendo accogliere a vicende le proprie fragilità.
   Nel vangelo di Mt 7,6.12-14 (martedì); anche in questo Parola di vita breve ma intensa di valore che a volte ci sembra svanire nel nulla, "tutto quanto che gli uomini facciano a voi, voi fatelo anche a loro", quante volte diciamo ho sempre fatto del bene ed ora..? Oppure dove è andato a finere il bene che ho fatto per ricevere tutto ciò..? Ma la domanda che mi viene è il bene che ho fatto, perchè l'ho fatto e perchì? Chi mi ha spinto a farlo? da parte mia queste dovrebbero essere domande importanti, non ci deve essere una risposta, ma una fiducia totale in Dio per il mio operato piccolo o grande che sia, faccio del bene perchè mi aspetto un qualcosa?
Ecco che entrare nella porta stretta significa non suonare le trombe, non essere orgoglioso del bene, ma umile, silenzioso, caritatevole e sapersi nascondere è specialmente pazientare con gioia nel cuore.
     Continuando con il Vangelo di Mt 7,15-20 (mercoledì), riconoscere l'albero dai suoi frutti, quante volte davanti all'apparenza vediamo che delle persone ci sembrano buoni, dolci e santi, ma poi non fanno ciò che dicono, è solo un vantarsi, un mascherare, la testimonianza, quella che spesso parliamo è quella che ci arricchisce, e nei piccoli gesti, nel quotidiano, ma specialmente nella propria vita, l'onesta con se stesso, essere veri con se stessi, l'umiltà per la propria persona, che ci fa capire che quella persona nasce ed e maturato da un buon albero, che ha saputo dare buon frutto, da dove deriva questo dar buon frutto, dalla pazienza, dalle umiliazioni, dal silenzio, dal saper meditare, dal saper amare l'altro sull'esempio di Gesù, perciò non pretendiamo che tutto vada bene qualche caduta ci fa bene per la nostra crescita, anzi ringraziamo il Signore che ci ama.
Nel Vangelo di domani di Mt 16, 13-19 (venerdì); Dopo tutto ciò che il Signore ci ha voluto indicare in questi giorni e ci ha messo in guardia su come camminare nella retta via, se siamo d'accordo oppure no, abbiamo una domanda: Chi pensiamo che sia il Figlio dell'uomo? Poi va più in profondità e dice ma voi chi dite che sia? 
Noi lo seguiamo, lo contempliamo, lo amiamo, ma perchè? 
Vi auguro una buona serata con la benedizione del Signore per intercessione dei Santi francescani.
     
Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 21 giugno 2018

IL DIFFICILE "PERDONARE"

LA VITA NASCOSTA NEL CRISTO.
Il Signore vi dia pace!
Meditando i Vangeli di questi giorni, troviamo uno splendido itinerario di vita, noi diremo una vita santa, nel silenzio e nella gratitudine. Non so se in unga parola potrei sintetizzare i Vangeli di questi giorni da lunedì ad oggi iovedì, perdonare - amare - servire - ricevere, nel Vangelo di Mt 5,38-42 "porgi l'altra guancia" (lunedì),Intravediamo quando sia importante saper perdonare e camminare insieme, ovviamente non significa "facciamo finta di niente" , ma camminiamo nella luce del Risorto, testimoniamo la resurrezione, rinunciare a un qualcosa come la rabbia, la delusione, il rancore, per intravedere un qualcosa di nuovo non e semplice, l'istinto umano cerca sempre o una giustificazione o una difesa, per sentirsi "a posto"  e aver fatto giustizia, per essere sereni, io sarò veramente gioioso quando uscirò da me stesso e dalle mie logiche o vittorie. Proseguendo nel Vangelo di Mt 5,43-48 (martedì) che poi sarebbe il continuo, ci chiede un passo in avanti, andare oltre, se nei versetti precedenti di perdonare e farsi compagni di viaggio porgendo anche l'altra guancia, qui vediamo di amare il nostro nemico non solo di perdonarlo e porgere altro, l'amare proviene dal saper perdonare, un cuore semplice e umile che ama realmente Dio non fa problema ad eseguire l'esempio di Gesù sulla croce perchè il suo amore va oltre a questo, non cerca dispute, ma riconciliazione e chiarezza, testimonia la risurrezione, testimonia l'uomo rinato dalla spirito, dal quel sangue sgorgato dal costato, e anche in questo non è per niente semplice, specialmente dove prevale l'orgoglio, la superbia, la giustizia personale, il proprio egoismo, come sia facile cadere in queste cose quando si mascherano anche da "angeli". Continuando nel Vangelo di Mt 6-16. 16-18 ci chiede ancora di più l'umiltà, e già non basta solo perdonare, amare, ma tutto deve essere fatto nel silenzio, nella quotidianità, fare grandi passi ma come fosse il nostro vivere quotidiano, il mostrarci buoni e bravi, spesso si confonde che significa essere buoni o bravi, ma vivere come stile di vita, ma che fa la differenza, ed quella differenza di stile che si riconosce il cristiano, l'apparire quasi sempre è non volere fare brutte figure ma di essere "il perfettino della situazione", che poi lontano dagli occhi di conosciuti si fa molto di più, bisogna vivere la trasparenza, ciò che si vive dentro bisogna testimoniarla fuori, è questo è segno di grande umiltà nel servire il Signore nel silenzio e lontano dai riflettori e plausi. Concludiamo con il vangelo di oggi Mt 6,7-15 (giovedì), con l'umiltà, il silenzio ed il darsi o donarsi, scaturisce la concretezza, non si pretende grande cose ma subito si vuole arrivare all'obbiettivo, non ci si perde in chiacchiere in sintesi, ed ecco il Vangelo "Pregate così" il Padre nostro, preghiere che ci rende figli, che ci unisce, costruisce, ci rende simili, ci impara e essere brevi e concisi, come amava dire san Francesco, andate al cuore delle cose, non giratele intorno come per persuadere, senza paura se si è in comunione con Cristo.
Visto che mi sono dilungato anche troppo, ma molto di più, impegnamoci veramente per un mondo nuovo, armonioso e ricco di amore fraterno lasciando le piccolezze ai mediocri, noi innalziamoci perchè siamo figli della luce, risorti con il sacrificio della croce e riscattati dalla morte, perchè erediteremo la vita eterna. Amen.  

Il Signore ti dia pace e gioia!

giovedì 14 giugno 2018

VIDEO BLOG

METTIAMOCI IN CONFRONTO.
Pace e gioia a tutti voi carissimi, ho riportato alla luce qualche video già presentato, ma potrebbe essere utile per vedere la nostra crescita spirituale se è in continuo progresso o che si è ingarbugliato in qualche punto. 


Anche in questo secondo video possiamo vedere se ci siamo addormentati nel cammino spirituale o cerchiamo nonostante le difficoltà di crescere nell'amore del Signore.


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 30 maggio 2018

LE BEATITUDINI FONTI DI RICCHEZZE.

SI POSSONO VIVERE LE BEATITUDINI

Pace e gioia a tutti voi carissimi!
Il Signore vi dia pace! 

   Questo era il saluto che san Francesco dava a tutti, e questo dovrebbe essere il saluto francescano anche se e poi e più conosciuto il saluto di pace e bene. 
    Nello scorso articolo abbiamo parlato con semplicità alcuni passi della nuova  esortazione apostolica di papa Francesco, su come ogni giorno in ogni azione possiamo sviluppare azioni di santità in qualche modo con gli esempi di tanti santi, continuando a leggere si arrivare nei capitoletti delle beatitudini, le beatitudini hanno tanto da insegnare e tanto da arricchirci, il loro contenuto è veramente enorme, un vero tesoro per poter fare un bel cammino spirituale e umano, che messo in pratica tocca tutti i nostri giorni e le nostre avversità che incontriamo durante la giornata, e nelle beatitudini ci possiamo rifugiare per consolarci le nostre attese o giustizie e trovare serenità, il Papa le descrive in modo molto semplice e pratico, senza perdere il senso teologico, biblico, spirituale. 
    Le introduce al n° 63 con queste parole:

"Esse sono come la carta d’identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini.[66] In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita".

   Dopo aver fatto una piccola meditazione sulla beatitudini riguardando i nostri giorni, dove confidiamo i nostri sforzi, le nostre sicurezze, le nostre logiche, gli ideali, quali sono i nostri limiti e le difficoltà che troviamo nel non riuscire a superale per sentirsi liberi di donarsi sull'esempio di Cristo, in un solo pensiero le racchiude così:

  • Essere poveri nel cuore, questa è santità.
  • Reagire con umile mitezza, questa è santità. 
  • Saper piangere con gli altri, questa è santità.
  • Guardare e agire con misericordia, questa è santità.
  • Mantenere pulito il cuore da tutto ciò che sporca l'amore, questa è santità.
  • Seminare pace intorno a noi, questa è santità.
  • Accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi, questa è santità.

    Scritto cosi sembra non avere senso, però se prese singolarmente dopo aver meditato ogni beatitudini e poi farsi illuminare o riflettere da queste breve parole di cosa sto cercando e come vivere penso che siano un buon punto di partenza o meditazione quotidiana su come ho vissuto la giornata con i suoi alti e bassi.
  Che poi se vogliamo aggiungere i Vangeli di questi giorni (Lunedì-martedì), dell'Evangelista Marco, "Signore cosa devo fare per avere la vita eterna?" (Mc 10,17-27) Gesù risponde: và vendi quello che hai e poi vieni e seguimi, e sappiamo bene quale sia la risposta del giovane ricco, che possiamo chiamarle le nostre sicurezze, vogliamo le sicurezze per andare avanti.
   Poi sempre nel Vangelo di Marco del giorno dopo troviamo il brano (Mc 10, 18-31) il continuo del brano precedente, troviamo Pietro che li domanda cosa ne avremo in cambio noi che ti abbiamo seguito e lasciato tutto, Gesù risponde: nessuno e mai rimasto deluso ma ha ricevuto cento volte tanto, quindi Gesù li incoraggia e li conforta, ma devono avere fiducia in Lui, anche se devono subire tribolazioni e angosce, la nostra sequela è tutto lì avere il coraggio di fidarci totalmente di Lui è della sua Parola, non dicono la stessa cosa in modo diverso le beatitudini? 
  Infatti e concludo, nelle letture bibliche e quelle patristiche, per quelli che pregano la liturgia dell'"ufficio mattutino" , troviamo l'esempio pratico sia nella vita di Giobbe che benedice Dio nella disgrazia, sia in sant'Agostino nelle sue "Confessioni", questo suo sentirsi appartenere a Dio ma distaccato dalle cose mondane. Il Signore vi benedica!


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 23 maggio 2018

LA SANTITA' NEL DIFFICILE QUOTIDIANO.

E' POSSIBILE LA SANTITA' NEL QUOTIDIANO?

Pace e gioia!
Era da tempo che bramavo di scrivere qualche mio pensiero, ma tra impegni e sinceramente anche stanchezza rimandavo, ecco perchè li pubblico sempre tardi.
Leggendo l'ultima esortazione apostolica di Papa Francesco, "Gaudete et exsultate", sono stato stimolato a questa piccola riflessione personale, sia come frate francescano sia come pellegrino verso il Cristo povero e umile, sull'esempio di san Francesco, visto che tanti studiosi vedono la spiritualità di Francesco come il cristocentrismo, ciò che lo ha conquistato è proprio la povertà del crocifisso, ma non entriamo in merito a questo argomento in quanto sia bello ma anche delicato;  è interessante come esorta alla santità il pontefice, alla missionarietà nel quotidiano, il primo capitolo come apprendere l'esempio e la testimonianza dai santi, persone normalissimi con le loro virtù e i loro debolezze, spesso vediamo i Santi come persone perfette e e "super", invece anche loro hanno avuto momenti difficile ma anche caratteri non troppo angelici se cosi si può dire, ma ciò che li differenzia è il loro amore unico a seguire ed imitare Cristo,  il secondo capitolo a partire specialmente dal n° 36 al 50 come dice, la santità potrebbe essere in ogni azione che ci si può fare, anche qui pensiamo che la santità è un qualcosa di exstra invece quanto bene si potrebbe fare in ogni momento, che poi non chiamiamo santità ma carità o opere di bene, l'importante non si è falsi umili, non vorrei allontanarmi troppo dal pensiero, è non come i pensieri filosofiche o le correnti eretiche false cattoliche, questo è stato il grande problema lungo i secoli che ancor oggi in tanti cedono dietro a queste cose, che non portano a Dio ma a se stessi, come lo gnosticismo, la santità e nella sapienza della conoscenza, oppure dalla sola volontà umana, dalla propria capacità, come il pelagianesimo, tutto ciò porta ad una santità ma senza umiltà ne di carità, come ci insegna la Chiesa dai primi secoli ad oggi, ma sulle nostre capacità e bravure di apparenze, oggi il rischio dell'apparire e molto forte per prevalere o ottenere poteri si pensa molto alla propria immagine, è queste due correnti eretiche ancora oggi come sono presenti, in particola dice il Pontefice nei nostri seminari teologici e di formazione, non c'è bisogno di scandalizzarsi in questo, purtroppo questo è il rischio della sapienza umana se non e accompagnata dalla santa umiltà e carità, infatti il Papa Francesco riporta l'episodio di san Francesco con Sant'Antonio che lo studio non deve portate solo ad una conoscenza ma anche ad una testimonianza di vita. Una santità senza incarnare la carne e la sofferenza del Cristo attraverso l'altro non è vera santità. 
Concludiamo queste sintesi, forse anche troppo sintesi, dicendo con le parole della Enciclica "disincarnando il mistero, preferiscono << un Dio senza Cristo, un Cristo senza Chiesa, una Chiesa senza popolo>>, questo è il frutto di quando si conosce troppo e si fa in modo di crearsi un "nuovo vangelo".
Il bene che possiamo fare ogni giorno, in ogni istante, in ogni azione, mai nessuno c'è lo può rinnegare, anche se riceviamo il male, quel bene compiuto rimarrà sempre bene compiuto, specialmente se fatto con il cuore, nonostante fatto con sofferenza, qui sta la logica di Dio, andare oltre, le sacre scritture ci dicono che merito riceverei se pratico il bene per interessi, ma fare il bene perchè e la mia scelta di cristiano seguace di Cristo che mi porta a fare questo, è non altro, i scandali aumentano giorno dopo giorno, specialmente contro la nostra religione, ma finchè c'è sempre quel bene che si cerca di fare in maniera gratuità non scavalcherà mai il male che ci è dinanzi, crediamo sempre in cristo vera salvezza e speranza nostra. Il Signore vi benedica! 


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 9 maggio 2018

Il valore della nostra fede

CAPIRE L'IMPORTANZA DELLA NOSTRA FEDE!

Ritornato poco meno di una settimana dalla terra della Grecia, devo dire una esperienza molto bella, specialmente in una terra non del tutto cattolica, ma ortodossa di cui abbiamo fatto esperienza con una comunità locale di cui ci hanno accolti è offerti un loro prodotto come segno di ospitalità, mentre ci raccontavano un pò della loro storia e vita di monasteri, insieme alle nostre domande, un piccolo episodio di "dimenticanza" abbiamo chiamato immediatamente tramite guida ed agenzia il loro monastero, che solitamente non rispondono loro, chiesto la nostra "dimenticanza" ci hanno detto tranquilli che è già partito un nostro collaboratore per raggiungervi, anche se si voleva ritornare indietro, piccoli gesti di "carità" che rimangono impressi. 
Nell'ultimo giorno abbiamo celebrato l'Eucarestia nell'unica chiesa cattolica dei francescani del luogo un frate ci ha raccontato un pò l'esperienza "cristiana cattolica" del luogo, molto bella anche quella, così anche come quella del  viaggio in Turchia ancora più difficile da convivere.
Tale esperienza vissuta anche noi in qual modo, mentre si stava celebrando l'Eucarestia all'Aperto ad esempio Veroia nel luogo dove si trova la "tribuna" da cui San paolo ha annunciato anche qua la Parola del Vangelo, sarebbe in una piazza grosso modo, poco dopo era arrivata una classe di studenti che ci guardava cosa si faceva, la nostra guida li ha spiegato cosa si faceva in quel momento, e mentre se ne andavano per ritornarci poco dopo, il sacerdote elevava l'ostia consacrata, e questi guardavano perchè questo sacerdote faceva vedere questo pezzo di ostia mentre tutti stavamo in ginocchio a (terra), per noi era normale ma per chi non sa sembra tutt'altro, che dire dovremo dare molta più importanza al mistero che celebriamo, che tante volte le distrazioni le diamo come scontato, invece in "terra straniera" quando non è "normale" si comprende come sia importante quella celebrazione che stiamo vivendo, in quella settimana mi ricordo che abbiamo celebrato in vari posti, boschi, strada, piazze giardinetti, in qualche parte ci hanno anche proibito, questo fa capire molto, a pensare che in quei luoghi come Tessalonica, Corinto e via dicendo inizio la prima comunità chiamata "cristiani", dove paolo a lavorato duramente per evangelizzare quei luoghi, dove ci fù anche il primo battesimo a donna Lidia, ed è emozionante camminare in quei luoghi ora rovine, tra Tempi, miti, leggende, c'èra anche qualcuno come paolo che cercava di portare sulla via buona quelle persone che si affidavano a dei che non guarivano, ecco che per fare una esperienza di fede della propria fede bisogna vivere o fare una esperienza di questo genere, vivere la propria fede nei luoghi dove non si vive la propria religione è comprendere quando sia importante viverla in pienezza nonostante le proprie fragilità, ecco perchè alcuni santi come san Francesco volevano andare in missione e cercare di evangelizzare con la propria vita, per far capire quando sia importante è vera la loro testimonianza del vangelo e saperla rafforzarla in loro nel vivere in quei luoghi di disagio e difficoltà a rischio della propria vita. Pace e gioia.    


Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 18 aprile 2018

Conoscere san Paolo


SULLE TRACE DI SAN PAOLO.

Tra qualche giorno avrò la grazia di andare a visitare i luoghi Paolini, almeno speriamo, san Paolo chiamato anche l'apostolo delle genti anche se era il persecutore delle genti, mi ha sempre appassionato, in particolare nei luoghi dove a vissuto, la gente di quei villaggi, dove ha scritto anche quelle bellissime lettere sia alle chiese ma anche alle genti, con l'aiuto del Signore parto per la Grecia per conoscere quei luoghi, anche oggi rimangano solamente pietre e storie, però immaginate che in quei posti in quelle strade che percorreva Paolo con i suoi discepoli, in questo modo ogni qualvolta si legge la sacra scrittura si nominano i Corinti, i Tessalonicesi e via dicendo, cosi sempre alla sequela di Paolo in Turchia qualche anno fa, oltre i luoghi vedere dove nasce la maggior parte della nostra religione, dove i sacri Concilii hanno confermati importanti dogmi e dottrine varie, ora terra di mussulmani, non solo altro che pietre adesso ma immaginate con la testa cosa poteva essere in quel tempo, passare per i villaggi dei grandi Padri della Chiesa o i luoghi della Cappadocia, chi conosce un pò di storia della chiesa comprenderà l'importanza di questi luoghi, quale terra di grazie è stata, ora solo terra di visite e studio, così anche i luoghi di Malta ha significato molto per san Paolo, le sue prigionie, conoscere realmente i suoi luoghi, così da vivere più realisticamente e sentirsi vicini a quei tempi ogni volta che si leggono i suoi testi che ancora oggi sono attuali, come i luoghi di Roma anche molto significativi, la figura di Paolo mi è stata sempre molto cara e affascinante dall'altra parte, come quest'uomo si e fatto plasmare dal Signore, evidentemente nel suo cuore esisteva quella piccolissima fiamma spenta direi, accecata dal potere e dalla gloria, e riaccesa in maniera meravigliosa.
Ho voluto condividere questa mia piccola esperienza che andrò a fare con l'aiuto del Signore e l'intercessione di san Francesco, per raccontarvi quale emozione ci sia conoscere veramente quei luoghi che spesso ascoltiamo nella Parola di Dio e viverli anche se per pochi giorni e i rimanenti ruderi, poi d'altra parte la Grecia e stata sempre la grande metà per i suoi miti, la sua gloriosa storia, il percorso filosofico, le scuole di pensiero, e questo come tanti altri posti che raccontano la nostra storia ci fa capire da dove deriviamo, e quanta storia abbiamo dietro, lotte, guerre, cosa che accade anche oggi ma in maniera più egoistica e prepotente, preghiamo il Signore per l' intercessione della beata Vergine Maria, che possa regnare l'amore, la pace e la speranza ed il Vangelo annunziato sia il Vangelo della gioia e della gloria per la vita eterna.     
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 4 aprile 2018

LA GRAZIA DEL TEMPO PASQUALE.


VIVERE LA GIOIA DEL TEMPO PASQUALE.
    Con la Risurrezione di Cristo Re di eterna gloria, ci ha aperti un mondo nuovo, ci ha ridati la possibilità di vivere da risorti anche noi, perchè con la sua morte a distrutto il peccato, ed in nostro peccato più grande è quello del potere, dell'egoismo, e l'orgoglio, questi da parte mia sono i peccati che contaminano fortemente l'uomo di oggi, veramente e terribile ciò che sta succedendo nei nostri tempi, Cristo che ci da tanta fiducia, tanta misericordia, è la speranza dei nostri giorni, la salvezza di cui tutti aspettiamo, il medico che ci cura realmente da tutti i nostri mali spirituali, attraverso il perdono è la riconciliazione vicendevole, tutte queste cose lui c'è li dono in maniera gratuita e senza interessi, attraverso la sua Pasqua, che ci rende liberi dalla schiavitù del peccato crocifissa insieme alla sua donazione totale all'umanità, tutto dipende da noi per fare un buon cammino spirituale, Cristo ci ha datto tutti i mezzi e strumenti per farlo, anzi si e donato Lui sesso per vivere con noi, in noi, per noi, attraverso di noi, non sprechiamo questa occasione, apriamoci alla sua Parola, lui è lì che ci aspetta a braccia aperte, lasciamo il lievito vecchio marcire con le sue grettezze, mettiamo in atto il lievito naturale, la freschezza della risurrezione sta proprio in questo guardare il passato per migliorare il futuro, facendo morire il chicco di grano per far crescere semi di amore, di gioia, di fraternità, la carità consiste proprio in questo morire a se stessi per ritrovare il vero senso della vita risorta in Cristo, avere la gioia del cuore è il desiderio di voler cambiare e convertirsi in una vita ricca di pace e serenità.
  Per concludere questo piccolo pensiero auguro a tutti voi e ai vostri cari di poter vivere questo tempo di pasqua del Cristo Risorto per amore nostro e Gloria del padre celeste, di poter sperimentare la pienezza della gioia pasquale, nonostante le tribolazioni quotidiane con a benedizione di Maria Immacolata vi lascio la pace e ogni bene a tutti voi e alle vostre famiglie. Sentitevi amati dal Signore. Fr. Luciano ofmconv.  
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 21 marzo 2018

Sé IL CHICCO DI GRANO MORISSE....


SE IL CHICCO DI GRANO...
      Il vangelo che abbiamo letto nella V domenica, parla del Chicco di grano che muore e produce molto frutto. Questo versetto mi è molto caro perchè l'ho scelto come frase per la mia professione perpetua dei consigli evangelici nel 2007, insieme al brano evangelico di san Matteo "la chiamata di Levi", due combinazioni molto forti che feci precedere da una veglia di preghiera che simbolicamente rappresentava il distacco dai propri cari e l'abbraccio della croce, l'unica cosa in comune era la luce che mi consegnavano e che rincosegnavo a loro. In questi anni ho sempre cercato di far cadere quel chicco di grano in terra fruttuosa per poter far germogliare qualcosa di buono, ovviamente non sono qui a dire se sia germogliato oppure no, questo lo sa solo Dio, il desiderio c'è sempre di farlo nonostante le prove, le difficoltà e le sofferenze, ma sappiamo anche che chi segue la croce non può sfuggire da queste cose, anzi più la si ama è la si rincorre sembra sempre più difficile, ma per chi ama nulla e impossibile, sappiamo che il chicco di grano è Gesù che muore per portare frutti di salvezza e di pace in terra buona, ma questa terra buona a volte è contaminata dal nostro troppo voler fare di nostra iniziativa, troppe nostre logiche, e a nulla vale sembrerebbe questo morire per noi, ma solo un semplice ringraziamento per il bene fatto a noi, ma questo bene fatto a noi dovrebbe moltiplicarsi, fruttificarsi, dare altri frutti anzi un continuare a dare frutti, ma non sempre questa realtà avviene, come mai mi domando? Forse il mio voler essere o sapere è più grande del Signore e quindi e inferiore; ma pensate quanto amore c'è in tutto questo morire, un morire per vivere, un perdersi per ritrovarsi, un testimoniare per essere, un dare per ricevere, da comprendere non è difficile, ma nel praticare facciamo sempre tanta fatica, anche se desideriamo il bene e operare nella carità, ma c'è sempre da combattere, ed questo saper combattere insieme alla preghiera ai sacramenti che ci deve dare la perseveranza della vittoria, non ci deve spaventare il fallimento, l'abbandono, la sfiducia, lo stesso Gesù sentì solitudine e abbandono perchè umanamente e così, ma interiormente, spiritualmente, nell'uomo nuovo che tutti abbiamo questo non c'è, ma esiste una grande speranza, una certezza fondata su Colui che per primo l'ha sperimentata, è ci ha dato la testimonianza vera e credibile, quella della Risurrezione, della vita eterna, certo non sappiamo come sia questa vita eterna ma abbiamo la certezza che vivremo nella pace e nell'amore del padre per sempre, ci sarà il tempo senza tempo, l'infinito con il finito, solo a pensarci mi viene il brivido di quanta grandezza ci riserva dopo il nostra camminare in questa vita. 
       Parlavo all'inizio della chiama di Levi, che decise di seguirlo lui che poteva essere il più disonesto, a volte basta uno sguardo, una parola, che ti trasmette una ricchezza di vita, di cambiamento di vita, se la durezza del nostro cuore non sarebbe cosi pesante a volte, che poi a volte capita tutto ciò, per delusione o traumi del passato, o per la troppa bontà o semplicità di vita evangelica questa potrebbe essere una delle reazioni del cuore indurito, ma questo non ci deve spaventare nel mondo di oggi con tutte le sue brutti mali. 
      Comunque visto che mi sono dilungato troppo, vogliamo invocare la presenza dello Spirito santo che ci possa illuminare sempre su vie giuste e diritte che seguono l'unico è vero maestro è senza avere paure di affrontare la croce  che darà al suo tempo gioia e pace, è con questa gioia e pace vi benedico per intercessione della Vergine Maria. fr. Luciano.      
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 7 marzo 2018

APRIRSI ALL'AMORE VICENDEVOLE.


IL VALORE DEL DISTACCO DELLE PASSIONI UMANE.
Pace e gioia a tutti voi carissimi, siamo qui con il nostro appuntamento settimanale con il blog del frate, come state notando gli articoli di queste settimane parlano dei vangeli della settimana, sono piccole riflessioni o meditazioni personali ma che condivido volentieri, non sono studi approfonditi ne studi di alta teologia ma semplici spunti di riflessione meditate durante la settimana, anche in questa settimana i Vangeli sono molto forti, sono vangeli che quasi li conosciamo un pò a memoria, ma il loro messaggio e sempre profondo, nuovo e ti mettono in crisi, guai se non fosse cosi, perchè sarebbe una semplice lettura di un bel libro che racconta la storia di un personaggio che si chiama Gesù è di tutta la sua bella vita, invece no! Deve essere molto di più, deve essere l'ossigeno che respiriamo, il cibo che mangiamo, le relazioni che ogni giorno abbiamo, deve essere la nostra stessa vita che si deve modellare su quella dei Vangeli, è non viceversa.
La settimana (dal giovedì in poi) inizia proprio un un forte messaggio, il vangelo del ricco Epulone e del povero Lazzaro, la domanda che mi nasce e che mi scruta è qual è  il mio comportamento verso il "povero"? lasciamo perdere per un momento le notizie che sentiamo, quindi quale cura ho in lui, che potrebbe essere anche un malato, un sofferente, o una persona in solitudine, sicuramente un gesto di carità ma cosa mi spinge a farlo? per un amore disinteressato come santa Teresa di Calcutta o per umanità, le risposte potrebbero essere tante, l'importante e non chiudersi in quel egoismo egocentrismo che fa si che esisto solo io, perchè il nostro fine non è pensare a se stesso ma donare se stesso è curare l'altro come me stesso, perchè quanto ci assale la sofferenza vogliamo correre ai ripari, alle preghiere, non devo aspettate di convertirmi l'ultimo giorno ma ho avuto una vita intera cosa ne avrò fatto?
Noi siamo troppo attaccati alle passioni e al potere, volendo si potrebbe collegare bene il Vangelo di venerdì della vigna, uccidiamolo così diventeremo erede, cosa pensiamo in quel momento al potere assoluto è non quello condiviso, tutto mio, quanti liti ci sono per le varie eredità che finscono anche in tragedie, eppure dicevano che si amavano così tanto, ma il dio-denaro li divide, neanche tra fratelli si riconoscono, pensate un pò che potere ha questo fatto,  l'onesta, l'amore fraterno, la sincerità portano pace e concordie, viceversa portano odio e violenza e non germogliano buoni frutti!  
Il vangelo pel padre misericordioso o del figlio prodigo, ci interpella realmente sul nostro agire, sul nostro modo di guardare l'altro specialmente se e un nostro fratello, sulla nostra logica di essere buoni e bravi, e ancora una volta ci chiudiamo nella nostra giustizia, senza aprirci sull'amore gratuito, se pensasi che Gesù è morto anche per me che lo ha crocifisso e qualche ora prima lo osannava perchè mi ha fatto ciò che volevo, ci penserei più volte prima del mio agire, una buona coscienza scrupolosa anche se sbaglia sa ritornare su i suoi passi e sa chiedere anche scusa.
Quando si tratta di interessi o di guadagno non si guarda spesse volte ne il luogo ne il rispetto del luogo, ma solo al mio interesse, il Vangelo della III° dom. c'è lo dice quando Gesù scaccia i venditori dal tempio, non per quello che fanno ma dove lo fanno e senza rispetto, quante volte entriamo in una chiesa, specialmente artistiche , ma non sappiamo che cosa sia una chiesa, magari non passiamo neanche davanti al SS: Sacramento, al limiti un segno di croce giusto per..., Gesù ci insegna che queste cose terrene passano, si distruggono e ci costruiscono nuove, ma quelle eterne rimangono per sempre se noi ci nutriamo della sua Carne e del Suo Sangue con umiltà e pentimento con il desiderio di conversione è promessa una caparra della vita eterna.
Concludiamo con il bellissimo Vangelo del saper perdonare non sette volte ma settantasette volte, questi non sono semplicemente numeri ma contengono un ricco e profondo valore umano e spirituale, una domanda che mi farei è com'è il mio perdono? Quante volte riesco a perdonare ma meglio ancora a perdonarmi o scusarmi con me stesso? Dal perdono nasce la carità è dalla carità nasce l'amore misericordioso del Padre attraverso il Figlio che manifesto nel fratello buono o cattivo che sia. 
Il Signore vi benedica ! Pace e bene fr. Luciano. 
Il Signore ti dia pace e gioia!

mercoledì 28 febbraio 2018

CAMMINARE SEGUENDO IL MAESTRO.

Camminare con se stesso seguendo il Maestro.

E' proprio vero che nei vangeli della quaresima, ma anche nelle altre letture, come nella liturgia delle ore, c'è una ricchezza inestimabile per un cammino quaresimale, carico di fede e di speranza, un cammino che chi vorrebbe camminare realmente dietro la croce, portando la croce e morendo con essere, può risorgere per l'eternità, ma anche per vivere in nostri giorni in modo diverso senza tutta questa violenza che un pò il mondo un pò noi stiamo dando valore, il bene ormai ci dobbiamo pensare un attimo a capire cos'è o chi lo fa ancor meglio il segreto per farlo dove lo troviamo, eppure c'è tanto bene nel mondo ma non si nota, non fa rumore, non fa notizia, o semplicemente un pensiero superficiale, ricordo una volta ero in viaggio in treno e mi stimolarono a parlare un pò della vita francescana e raccontando alcuni episodi di provvidenza e di carità, esclama una Signore distinta disse: "che bello sentire che ancora esistono queste cose", questo mi fa capire che di bene ormai non esisteva più nel suo quotidiano, invece dovrebbe essere questo il vero quotidiano, non voglio dilungarmi in questo tante opere buone facciamo e anche spontanee, che tengo conservate nel silenzio del cuore, ma si vive poi in un modo diverso, felice, sereno con la voglia di vivere e di fare tanto altro ancora. Ritornando al discorso dei vangeli di questi giorni, come scrutano i cuori, da quanti anni li ascoltiamo e riascoltiamo, però notate ogni volta come ci segnano in modo diverso, come si stimolano a viverli in modo diverso o più da vicino, nonostante le difficoltà di tutti i giorni, dove si fa sempre più fatica a metterli in pratica, ma non per tutti ringraziando il Signore.
Se partiamo dal vangelo di venerdì prima settimana di quaresima, Gesù ci invita a riconciliarsi prima con il fratello e poi emettere un giudizio sano e costruttivo, solo quando mi vedrò onesto e sincero con me stesso posso giudicare o ammonire il fratello perchè mi sono già esaminato io, senza essere ne scrupolosi e altro che sappia,, se andiamo avanti sabato ci accorgiamo che il vero amore, la conversione, saper uscire dalle nostre logiche, rompere gli schemi e amare chi non mi ama, pregare per il nemico, per chi non riesco a perdonare, o non voler un rapporto, l'essere sbattuto la porta in faccia, o rinfacciato, la preghiera farà effetto quando io sull'esempio di Gesù sulla croce perdono i miei malfattori e li auguro il paradiso, non sono cose da santi ma da veri cristiani, la serenità viene dopo la buona lotta, la perseveranza, la mitezza, in credere nel seguire un bene più grande, se no cosa facciamo di straordinario se non quello che fanno i pagani  o pubblicani? Le apparenze che non portano frutti; Nel Vangelo della domenica cioè della trasfigurazione, possiamo vedere in maniera molto larga il "premio" delle opere buone, di una vita vissuta nella donazione, nel servizio attraverso sofferenze, Gesù ci rivela il suo vero volto, ciò che Lui è veramente, la gloria della beatitudine, non c'è vera gioia se non attraverso la sofferenza o il venerdì santo o la passione come raccontano alcuni santi, ovviamente bisogna interpretarla questa sofferenza e capirla cosa vuol dire e come viverla, (non è il mal di testa), è per questo c'è bisogno di sape ascoltare, saper pazientare, saper amar nel silenzio, saper andare avanti, chi? Il Maestro attraverso le sacre scritture; Senza misericordia non si perdona, dobbiamo imparare che come parliamo cosi parleranno, come giudichiamo cosi ci giudicheranno, come sapremo perdonare cosi ci sapranno perdonare ma anche se non ci perdoneranno, e ci sono tanti casi che vedo o che ascolto, ma l'importante e averlo fatto di proprio cuore prima con se stesso e poi con l'altro, è il vangelo di lunedì, con la misura con la quale misurate cosi sarete misurate, tenere a bada le passioni come i rancori, cosi vedremo l'altro come piccoli crocifisso che ci perdonano, perchè non dovremmo perdonarli anche noi a loro? L'esempio, la pratica, una buona testimonianza, la sincerità come l'umiltà nelle cose vale più di grandi e mirabili opere per apparire giusti e perfetti, c'è lo dice il vangelo di martedì non bisogna pesare sugli altri le nostre angosce o le nostre repressioni, ma essere veri e leali, ci costerà fatice e vergogna, ma in cambio c'è la serenità e sonni tranquilli, anche se non ci applaudono o ci chiamano "maestri" ringraziamo il Signore, perchè almeno abbiamo qualcosa ancora da imparare, la non esultanza delle proprie vittorie e il premio per la felicità eterna, in Colui che veramente ho creduto è mi sono fidato; Gesù ormai si avvicina la passione, a Gerusalemme, tutto si sta compiendo, la volontà del Padre si sta realizzando per la nostra salvezza, chissà se un giorno lo comprenderemo tutto questo amore che Dio riversa ogni giorno su di noi, quel Dio che si fa pane e scende su di noi per restare con noi, vivere con noi, ciò che cerca che lo portiamo sempre in noi, nei nostri pensieri, nelle nostre azioni, nel nostro triste e sofferente quotidiano, ma anche nelle gioie di tutti i giorni, le soddisfazioni, le vittorie, insomma vuole vivere 24 ore su 24 con noi, anche nei momenti di rabbia, quindi concludiamo questa lunga chiacchierata invocando la sua benedizione, la sua presenza in noi attraverso lo Spirito Santo, con la guida della Vergine maria e sull'esempio di tanti santi, di san francesco suo vero imitatore e testimone reale del vangelo,       




Il Signore ti dia pace e gioia!

MEDITAZIONI

MEDITARE... Alcune semplici riflessioni sulla vita, per ritrovare serenità e armonia se stessi e con gli altri.... Illuminaci con la...