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mercoledì 9 aprile 2014

CAMMINARE IN QUARESIMA.

CONTRO I PENSIERI DEL DEMONE DELLA VANAGLORIA.
DAI TESTI DI EVAGRIO PONTICO:
Contro il pensiero della vanagloria che vuole gloriarsi dell’osservanza di una buona condotta: “chi si vanta si vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il signore raccomanda (2Cor 10,17-18)”.
 Il padre Evagrio scrive nei suoi scritti che la vanagloria è una passione irrazionale, e facilmente si mescola ad ogni opera virtuosa. Continua dicendo che la vanagloria rovina i premi delle virtù.
Ciò che ci dice Evagrio ci fa capire che senza il dono dell’umiltà e della gratitudine, le opere sante che svolgiamo possono cadere nel gloriarsi di se stesso senza renderle a Dio stesso che ci da la capacità di farlo, perché ci fanno sentire bene e ci aumentano l’autostima. Insieme alle virtù bisogna che c’è una vita di preghiera.  
Questo vizio e strettamente legata all’invidia che è colui che non sopporta il vedere che gli altri godono più onore di noi.
Il termine invidia vuol dire: “Guardare con occhio maligno gli altri, fino ad odiare e distruggere, se non riesco a possedere più dell’altro”, la vanagloria è il voler sempre stare al di sopra di tutti e non riesce diventa aggressivo e si cade nell’invidia e vuole bruciare il bene degli altri.
L’invidia è un vizio subdolo, tenta di nascondersi nel cuore umano, è un vizio legato all’egocentrismo, altro non è che l’incapacità di amare e desiderare il bene dell’altro.
Nella Bibbia vari sono i testi che riportano episodi di invidia specialmente nell’ambito familiari: Caino invidia Abele (Gen. 4,38), Esaù invidia Giacobbe, Giuseppe invidiato dai fratelli,  Saul invidia Davide. Anche in Matteo troviamo un episodio simile.
Nel libro dei proverbi troviamo scritto “ l’invidia è la carie delle ossa” (Prov. 14,30).
NELLA VITA QUOTIDIANA.
Come e vissuta nella vita quotidiana, l’invidia può essere: per competizione, per desiderio, e la madre dei peccati anche se è la superbia è la vera madre dei peccati, ma l’invidia ne è figlia che diventa se stessa madre dei peccati. L’invidioso conosce bene l’amarezza della tristezza che è un altro male che porta a pensare male, non conosce l’esperienza spirituale, è un abbattimento dell’anima. L’invidioso non solo soffre per quello che l’altro è, ma anche per quello che l’altro ha, sembra un gioco di parole o una sottigliezza.
NELLA VITA DEI SANTI.
Troviamo in san Francesco che quando parla dei vizi e dei peccati ci dice che appartengono a noi, è che sono nostra vera proprietà. San Francesco vede l’invidia come uno degli attentati più pericolosi alla sua forma di vita evangelica, perché distrugge la fraternità e la minorità, questo e vizio e scritto chiaramente nella Regola Bollata. Francesco ci insegna che questo accecamento si può superare nel ringraziare il Signore per i doni degli altri.
NELLA CHIESA.
Il catechismo della chiesa cattolica ci dice che l’invidia minaccia la pace e causano guerre e ingiustizie sociali, squilibri, l’invidia arriva a essere un rifiuto della carità (ccc 2540), l’invidia e spesso causato dall’orgoglio, il battezzato si impegnerà a vivere nell’umiltà.
QUALI CONSIGLI L’ASCESI CRISTIANA CI PUÒ DARE:
Accettare l’altro com’è, proporsi ogni giorno di fare un piccola rinunzia,  leggere la vita santa, pregare per coloro che invidiamo, scriverci parole o pensieri che suscitano questo male, imparare a gioire, che ci evita di criticare e mormorare verso l’altro. Per concludere prendiamo esempio da San Francesco, pregare e ringraziare Dio per i doni che ha donato al fratello e per i miei doni, dono del suo amore verso me.


PREGHIERA:
Insegnaci, Signore, a non lasciarci sedurre dalle cose che vedo e che mi attraggono senza bussare prima alla porta del cuore e dello spirito.

Fammi attento alla seduzione che proviene dal fascino dell’eleganza, della distinzione, del denaro, potrei pagare a caro prezzo questi desideri che portano con sé invidia, rabbia, rancore, odio. Amen.


Il Signore ti dia pace e gioia!

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