CONTRO I PENSIERI DEL DEMONE
DELLA VANAGLORIA.
DAI TESTI
DI EVAGRIO PONTICO:
Contro il pensiero della vanagloria che vuole gloriarsi dell’osservanza
di una buona condotta: “chi si vanta si
vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma
colui che il signore raccomanda (2Cor 10,17-18)”.
Il padre Evagrio scrive nei suoi scritti che la vanagloria è una passione irrazionale, e
facilmente si mescola ad ogni opera virtuosa. Continua dicendo che la
vanagloria rovina i premi delle virtù.
Ciò che ci
dice Evagrio ci fa capire che senza il dono dell’umiltà e della gratitudine, le opere sante che svolgiamo possono cadere
nel gloriarsi di se stesso senza renderle a Dio stesso che ci da la
capacità di farlo, perché ci fanno sentire bene e ci aumentano l’autostima.
Insieme alle virtù bisogna che c’è una vita di preghiera.
Questo vizio e strettamente legata
all’invidia che è colui che non sopporta il vedere che gli altri godono più onore
di noi.
Il termine
invidia vuol dire: “Guardare con
occhio maligno gli altri, fino ad odiare e distruggere, se non riesco a
possedere più dell’altro”, la vanagloria è il voler sempre stare al di
sopra di tutti e non riesce diventa aggressivo e si cade nell’invidia e vuole
bruciare il bene degli altri.
L’invidia è
un vizio subdolo, tenta di nascondersi nel cuore umano, è un vizio legato
all’egocentrismo, altro non è che l’incapacità di amare e desiderare il bene
dell’altro.
Nella
Bibbia vari sono i testi che riportano episodi di invidia specialmente
nell’ambito familiari: Caino invidia
Abele (Gen. 4,38), Esaù invidia Giacobbe, Giuseppe invidiato dai fratelli, Saul invidia Davide. Anche in Matteo
troviamo un episodio simile.
Nel libro
dei proverbi troviamo scritto “
l’invidia è la carie delle ossa” (Prov. 14,30).
NELLA VITA QUOTIDIANA.
Come e
vissuta nella vita quotidiana, l’invidia può essere: per competizione, per
desiderio, e la madre dei peccati anche
se è la superbia è la vera madre dei
peccati, ma l’invidia ne è figlia che diventa se stessa madre dei
peccati. L’invidioso conosce bene l’amarezza della tristezza che è un
altro male che porta a pensare male, non conosce l’esperienza spirituale, è un
abbattimento dell’anima. L’invidioso non solo soffre per quello che l’altro è,
ma anche per quello che l’altro ha, sembra un gioco di parole o una
sottigliezza.
NELLA VITA DEI SANTI.
Troviamo in
san Francesco che quando parla dei
vizi e dei peccati ci dice che appartengono a noi, è che sono nostra vera
proprietà. San Francesco vede l’invidia come uno degli attentati più
pericolosi alla sua forma di vita evangelica, perché distrugge la fraternità e la minorità, questo e vizio e scritto
chiaramente nella Regola Bollata. Francesco
ci insegna che questo accecamento si può superare nel ringraziare il Signore
per i doni degli altri.
NELLA CHIESA.
Il catechismo della chiesa cattolica ci
dice che l’invidia minaccia la pace e causano guerre e ingiustizie sociali,
squilibri, l’invidia arriva a essere un rifiuto della carità (ccc 2540),
l’invidia e spesso causato dall’orgoglio, il battezzato si impegnerà a vivere
nell’umiltà.
QUALI CONSIGLI L’ASCESI
CRISTIANA CI PUÒ DARE:
Accettare l’altro com’è, proporsi ogni giorno di fare un piccola
rinunzia, leggere la vita santa, pregare
per coloro che invidiamo, scriverci parole o pensieri che suscitano questo
male, imparare a gioire, che ci evita di criticare e mormorare verso
l’altro. Per concludere prendiamo esempio da San Francesco, pregare e
ringraziare Dio per i doni che ha donato al fratello e per i miei doni, dono
del suo amore verso me.
PREGHIERA:
Insegnaci,
Signore, a non lasciarci sedurre dalle cose che vedo e che mi attraggono senza
bussare prima alla porta del cuore e dello spirito.
Fammi attento alla
seduzione che proviene dal fascino dell’eleganza, della distinzione, del
denaro, potrei pagare a caro prezzo questi desideri che portano con sé invidia,
rabbia, rancore, odio. Amen.
Il Signore ti dia pace e gioia!
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